I PORTENTOSI MARTIRI


Studi, ricerche e approfondimenti

Avv. Carmine Alvino


I 7 MARTIRI PIU' CELEBRI DELLE TERME 


Dall’esame della letteratura profetica emerge chiaramente che i Sette Arcangeli si sono sempre posti a difesa dei martiri e a loro sostegno per sopportarle tribolazioni.

Moltissime sono le testimonianze su questo punto. Varie fonti, lo attestano . Molti autori riportano la passione e morte di San Sebastiano.

Fra tutti ricordiamo Lorenzo Surio che descrisse l’episodio miracoloso dei Sette Angeli Assistenti, apparsigli in forma umana assieme a  Gesù Cristo, che lo avrebbero rivestito di un bianchissimo pallio. Nell’opera “Pagans and Christians in the Roman Empire: The Breaking of a Dialogue” (IVth ...Di Peter Brown, Rita Lizzi Testa) viene riassunta bene la vicenda accompagnata da segni miracolosi, così come segue  :

“…Per quasi un’ora fu illuminato da una straordinaria luce che veniva dal Cielo. Al di sotto di questo splendore, fu ricoperto da un mantello interamente bianco da Sette Angeli risplendenti. E un giovane apparve al suo fianco dandogli la pace e dicendogli: Sarai sempre con me”.

Un’altra fonte, quella più completa ci viene però dal Padre Ribadeneira (Pedro de Ribadeneyra) che raccontò completamente la vita di San Sebastiano nel suo “Flos sanctorum”, cioè: Vite dei Santi, edizione veneziana del 1704, dove è collocata al giorno 20  di gennaio e si dice che:

“…Mentre che cosi ragionava il valoroso soldato di Gesù Cristo, scese impprovisamente una chiara luce, la qual cagionò gran maraviglia , allegrezza , e timore  in tutti quelli che quivi si trovavano presenti ,  nel mezzo della quale apparvero sette angeli ,ec dinanzi a loro il Signore degli Angeli, a cui essi facevano riverenza, il quale accostatosi a Sebastiano, gli diede il bacio di pace e gli disse . Tu sarai sempre in mia compagnia ...” .

Altro esempio della divina protezione dei Sette Arcangeli ai martiri, ci proviene dalla vita di San Vito. 

È Iacopo da Varagine, nella sua Legenda Aurea,  traduzione di A. Levasti, che riporta la narrazione miracolosa della Passio di San Vito, ed anche in questo episodio si nota l’intervento di questi medesimi Sette Angeli:

“ Vito, fanciullo nobile e fedele, in dodici anni sostenette martirio in Cicilia.  Costui era spesse volte battuto dal padre per ciò che spregiava gl'idoli, nè non li voleva adorare. Udendo ciò Valeriano prefetto fecesi venire innanzi il fanciullo,  e non volendo sacrificare, con bastoni il fece batter;  ma le braccia di coloro che battieno e la mano del prefetto incontanente si seccarono. E gridòe il prefetto e disse: “Oimè che io abbo perduta la mano!”.  Disseli santo Vito: “Vegnano gli dei tuoi e guariscanti, se possono!”.  E quelli disse: “Or tu puo' lo fare?”.  Disse Vito: “Nel nome di Dio sì posso”.  E incontanente pregò per lui e impetrolli che li fosse renduto santade. E disse il prefetto al padre: “Gastiga il fanciullo tuo, acciò che non perisca in mal modo”. Allora quegli il mise in casa, e sforzavasi di mutare I'animo del fanciullo  con diverse maniere di stormenti e giuochi di fanciulle e con altre maniere di diletti.  E abbiendolo rinchiuso incamera, un maraviglioso odore n'uscìo fuori, lo quale riempiette il padre e tutta la famiglia.  E ponendo mente ilpadre per l'uscio,  vidde sette angeli che stavano intorno al fanciullo e disse: “Gli del son venuti in casa“, e immantinente acciecò.  [Al] grido [suo] tutta la città di Lucca si commosse, sì che Valeriano v'accorse, e domandava quel che gli era intervenuto.  E quelli disse: “Io viddi gl'iddei del fuoco e non pote' patire il volto loro”.  Si che e' fu menato al tempio di Giove,  e per ricoverare il lume de gli occhi promisse il toro con corna d'oro;  ma non giovando nulta pregò il figliuolo che 'l guerisse, e ricoverò il lume per li suoi prieghi…”. 

Anche nella storia della Nostra Basilica romana di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri si legge che  Antonio lo Duca, giunto a Roma, per poter installare anche nel centro della Cristianità, il culto dei Sette Angeli, per i meriti di cui godeva presso l’Altissimo, fu tratto in estasi ben due volte dagli stessi Spiriti Celesti, i quali  gli indicarono il luogo in cui sarebbe sorta la Basilica . Nella I^ Visione, gli fu comunicato che i Sette Arcangeli volevano essere venerati presso le Terme di Diocleziano assieme ai Sette Principali Martiri di Roma. 

Un mattino d’estate del 1541 nella chiesa di S. Maria di Loreto dove si trovava come cappellano, tenendo la sua Messa quotidiana all’alba,  presso l’altare del Crocefisso, Antonio lo Duca di buon mattino si svegliò e d’improvviso vide : “una luce più che bianca” che partiva dalla sala centrale delle Terme di Diocleziano, o meglio dalle rovine di queste. In mezzo a quella luce era l’immagine di S. Saturnino, martire legato alla storia della costruzione delle Terme insieme ai santi diaconi Ciriaco, Largo, Smaragdo, Sisinnio, il ricco patrizio Trasone, anche lui martire, che insieme a S. Marcello, papa e martire, formano i sette martiri più eminenti tra i condannati alla costruzione delle immense Terme. Quella luce che indicava il luogo sacro per il ricordo dei martiri che l’avevano costruito, rivelò ad Antonio che era lì che doveva sorgere il grande tempio dedicato ai Sette Angeli...”.