I Sette Arcangeli - Avv. Carmine Alvino

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PRESENTAZIONE DEL SITO

SETTEARCANGELI.IT, è un sito internet informativo, di ricerca nonchè di studio e condivisione documentale, in cui l'autore ha inteso raccogliere, collezionare e analizzare testimonianze, apparizioni e informazioni inerenti al culto devozionale dei Sette Arcangeli Assistenti al Trono di Dio, di cui si sono perse le tracce, per motivi più o meno oscuri, unitamente : 1) alla dimostrazione della loro reale esistenza scritturistica - "personale non allegorica";  2) alla ricognizione delle fonti di deposito in cui sono presenti; 3) all' individuazione delle manifestazioni soprannaturali in cui si sono mostrati attraverso l' analisi approfondita delle fonti biografiche e agiografiche espresse nei secoli dalla Santa Sede;  4) alla pubblicazione - a scopo informativo e di sensibilizzazione - di monografie dedicate.   Avv. Carmine Alvino

FONTI DOCUMENTALI PER LA PARTE GENERALE SUI 7 ARCANGELI / SPIRITI ASSISTENTI NEL CATTOLICESIMO: SANTI,BEATI E MISTICI (cliccare)

Santa Caterina da Bologna
Il canonico Gennaro Radente
p. Cornelio a Lapide
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IN REGALO PER I NOSTRI AMATISSIMI LETTORI: L'OPUSCOLO DI SAN GABRIELE PER LA FESTA DEL 24 MARZO - all'interno pdf scaricabile

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P. MARCELLO CAVALIERI E I SETTE ARCANGELI

Marcello Cavalieri nasce a Bergamo nel 1649. Cugino del Cardinale Ricci e condiscepolo del Cardinale Orsini, con indulto apostolico viene nominato suo Vicario generale a Manfredonia, a Cesena e a Benevento.

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Don Dolindo Ruotolo e gli Spiriti Celesti, scritto da Don Stanzione e Carmine Alvino, best seller in Polonia !!!

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S. Ermolao dei 10.000 martiri e i Sette Arcangeli (o Sette Spiriti Assistenti)

Il presbitero Joannes Tamayo Salazar nel terzo volume del suo "Martirologio Hispano" ovvero: " Anamnesis, sive commemoratio omnium sanctorum Hispanorum, pontificum, martyrum, confessorum, virginum" edito nel 1

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LIBRO VERA STORIA DELLA CORONA . All'interno il pdf della scomunica della Corona estratta dall' A.G.O.P. per gentile concessione del p. Archivista, p. Augustin Laffay, OP

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Santa Gertrude di Helfta e i Sette Arcangeli (o Sette Spiriti Assistenti)

Santa Geltrude la grande, (Eisleben Germania, ca. 1256 - Monastero di Helfta Germania 1302)nacque nel 1256 a Aisleben in Germania. A cinque anni fu accolta, probabilmente perché orfana, nel monastero cistercense di Helfta da santa Matilde.

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Venerabile Fra Santo di S. Domenico e i Sette Arcangeli (o Sette Spiriti Assistenti)

Dal sito 
https://www.tp24.it/2018/01/15/cultura/trapani-anniversario-santa-morte-venerabile-santo-domenico/116820  
sappiamo quanto segue - stiamo cercando altre fonti :
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LA VENERABILE MARIA CATERINA BRUGORA E I SETTE ARCANGELI (O SETTE SPIRITI ASSISTENTI)

Venerabile Caterina Brugora Benedettina (Milano, 1489 - 19 settembre 1529)


Una ricerca approfondita ancora in atto di completamento

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IL TEOLOGO FRANCESCO SUAREZ, DOCTOR EXIMIUS, E I SETTE ARCANGELI (O SETTE SPIRITI ASSISTENTI)

 biografia

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IL TEOLOGO FRANCISCO DE RIBERA E I SETTE ARCANGELI (O SETTE SPIRITI ASSISTENTI)

Francisco de Ribera

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I Sette Arcangeli o Sette Spiriti Assistenti

Storia di un culto cattolico contestato e dimenticato
sealtiele geudiele barachiele
San Uriele Arcangelo. Il quarto dei Sette Santi Spiriti Assistenti
San Raffaele Arcangelo Il terzo dei Sette Santi Spiriti Assistenti
San Gabriele Arcangelo Il secondo dei Sette Santi Spiriti Assistenti
San Michele Arcangelo Il primo dei Sette Santi Spiriti Assistenti
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Arcangelologia

Uriele

Presenza liturgica del quarto Arcangelo: preghiere , esorcismi, eterno riposo
Uriele esiste, ecco le prove
inchiesta-su-uriele

Apocalypsis Nova del Beato Amadeo da Sylva

Apologetica e Mistica legata al culto

Maria Intercessione Onnipotente
michele-gabriele-raffaele
Personalità Angelica

Dipinti

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ARC. S. URIELE : ELENCO TESTIMONIANZE EMERSE DAI NOSTRI STUDI

  • Se io vi dicessi che abbiamo smarrito qualcuno dei nostri Santi, forse uno dei più importanti di tutti, ci credereste?
  • Eppure, è avvenuto proprio così per il Santo Angelo Uriele (Fuoco e Luce di Dio).
  • Difatti l’Angelo che “soffia il fuoco dell’amore di Dio sul nostro cuore” [c.f.r. definizione del Ven. Padre Antonio Margil de Jesus ] e che “aiuta nelle conversioni” [cfr. Servo di Dio Giovan Vincenzo Ferreri di Palermo] è oggi ingiustamente escluso dal panorama dei Santi.
  • Sant’Annibale Maria di Francia, ne raccomandava caldamente la devozione alle sue “Apostole del Divin Zelo” da lui fondate.“ Invocate gli Angeli e i Santi con fede e amore! ”  -  diceva Sant’Annibale, e in una lettera datata Messina 6/3/1912 scriveva: “… S. Uriele Arcangelo”, che avete sorteggiato, abbiatelo assai caro.È il quarto dei sette che stanno alla Divina Presenza. La parola Uriele viene da “uror” - brucio - perché quest’Arcangelo è tra i serafini e brucia di un fuoco tutto particolare di Divino Amore. Sarà forse l’Angelo che strappò il cuore alla vostra Santa. Domandategli l’ardente amore a Gesù Sommo Bene, prendetelo in compagnia nella S. Comunione…”.
  • Nonostante la memoria di molti santi, (S.Isidoro, S. Ambrogio, S. Bonaventura, S. Berardino da Siena, S. Francesco Borgia e altri..), numerosissime apparizioni di recente rinvenute , e la menzione che di lui si fa negli Atti dei Santi, come custode di Santa Martina [ commendasti me magno Angelo Urieli qui omnem exitum meum combussit – Gennaio, Tomo 1, 1 ] e San Lactino o Lactinus abate di Freshford [Angelus Vriel semper a Deo deputatus – Marzo Tomo III ,19] per molti secoli, il culto devozionale all’Arcangelo Uriele è stato apertamente osteggiato a causa di un fraintendimento originatosi nell’anno 745, allorquando,onde evitare il pericolo di adorazione idolatrica agli spiriti angelici, il numero degli Arcangeli fu ridotto a tre: Michele, Gabriele e Raffaele.
  • Al contrario tutte queste informazioni sembrano corroborare la pia credenza che tale spirito risulti presente, all'interno del panorama mistico - devozionale del cattolicesimo, o come Angelo per Tradizione Ecclesiastica Millenaria, o come Angelo Liturgico, tanto che non è inverosimile parlare ormai di una "Quarta Presenza" tra i Santi Messaggeri di cui Dio ha voluto concederci di conoscere il nome.
  • Non esiste al momento una procedura di canonizzazione degli Angeli, dunque non si applicano le norme sui processi diocesani nè quelle della competenza territoriale del Vescovo.
  • Per tali ragioni , l'unico strumento che in tal senso sembra sussistere per far restaurare il suo culto è quello di notiziare direttamente il Santo Padre e la Congregazione per le Cause dei Santi, chiedendo, alla luce delle prove documentali, devozionali e liturgiche, recentemente rinvenute a seguito delle ricerche dell’autore e di un suo amico sacerdote,  una modifica della dottrina sul punto.
  • Propongo a tutti coloro che sono interessati la data del 29 settembre , come giorno idoneo a festeggiare S. Uriele, qualora venga approvato, accanto agli altri 3 Arcangeli, Michele, Gabriele e Raffaele
  • Le documentazioni seguenti, provengono dagli studi dell'autore - Avv. Carmine Alvino - e si trovano all'interno dei volumi:
  1. «Le apparizioni del quarto Arcangelo (n. 1-13) »;
  2. «Inchiesta su Uriele l'Arcangelo scomparso» con Don Marcello Stanzione ;
  3. «Uriele l'Arcangelo Scomparso» con Don Marcello Stanzione ;
  4. «Uriele esiste, ecco le prove»
  5. «La presenza liturgica del quarto Arcangelo» .

CULTO PAPALE:

  Papa Leone X (approva il nome di Uriele) - Tutte le cronache ecclesiastiche riportano la circostanza, senza peraltro approfondirla del tutto, che intorno al 1513, anno della sua elezione, o al 1515 (C. Valenziano) ovvero ancora al  1518 (secondo C. Bernardi Salvetti), Leone X avesse approvato per l’ordine di San Francesco una Messa ed un Officio Liturgico dedicati all’Arcangelo S. Gabriele per il 24 Marzo di ogni anno, nei quali si trovano invocati i Sette Arcangeli, e nominativamente, 4 di questi, ovvero San Michele, San Gabriele, San Raffaele e San Uriele. Esso recita così:

Sequentia. -  “Il tempo felice ha enumerato che la sua gente ha visitato, il Dio dall’alto oriente. Questo a Maria ha annunciato,  e con la sua voce ha allietato, Gabriele giungente. Il cui ventre ha depurato e di virtute lo ha adombrato, lo Spirito dell’Eminente. Come virtù insigne ha innalzato e dagli assalti c’ha preservato, del nemico potente. Come i nostri peccati ha lavato, e i doni Cristo ha esteso, di virtù del Dio vivente. E la verità ci ha svelato e sulla via ci ha indirizzato , della evangelica pace. Nella quale noi abbiamo accompagnato e sono stati elargiti ai nostri compagni, virtù angeliche. Infatti gli invalidi sono stati sanati, e confortati con vigore, per mezzo di Raffaele splendente. Gli impuri sono mondati, e i mondati sono infiammati da Uriele ardente. Infine a Dio sono presentati, e con Cristo già beati da Michele esaminante. Rendici ti prego arricchiti, e rinforzati contro i nemici, prostrati e consacrati a Dio per Gabriele favorente -

- OFFICIO DI GABRIELE,

dall’Antifona del Benedictus:

- Sale già il crepuscolo, perciò inizia a splendere la luce del sole: e Gabriele ottempera ai comandi di donare la pace. Allora il cuore, i sensi e il corpo della Vergine si intimoriscono, mentre ancora si svela il segreto secondo cui partorirà  l’Emanuele, che illumini coloro che giungono nelle tenebre e conduca il sentiero della pace e Uriele rischiari la via perduta –

e dal III° Notturno :

- Ecco quell’uomo Gabriele in forma corporale, come lo vede Daniele, sotto una folgore profetale. Cui sopraggiunge Michele, con un evento celestiale. E la sua medicina reca Raffaele, che Uriele dona al gregge sacerdotale -

 

 Papa S. Silvestro - È notoria altresì la circostanza che il Santo Pontefice SILVESTRO, venerasse S. URIELE, tanto da indossare  Egli Stesso una stola sacra con l’immagine del nostro santo arcangelo in bella mostra, come emerge  non solo dal resoconto della prima causa apostolica per la restaurazione del culto dei Sette Angeli, del 1826, dall‘epigrafe:   Sacra Rituum Congregatione Emo, et Rmo Domino Card. Zurla RelatorePanormitana, Corduben. Et Oxomen.Indulti riassumendi recitationem Officii, et Missae prop. In honorem Septem Angelorum, quae Panormi, et alibi recitabantur; cum additione historica ad VI Lect., et pro extension ad Urbem et Orbem; sin minus pro Civitate, et Diocesi Panormitana, et Sacellis Patronatus Oratoris in Oppidis Cabra, et Aguilar Diocensis Cordubensis, et in Oppido Seron Oxomensis Diocesis. Istantibus: Emo, et Rmo Archiepiscopo Panormitano, et Pedtro Maria Heredia et Rio, Hispano Romae MDCCCXXVI , ma anche dalla conferma che ne da la medesima abbazia di Santa Maria di Roccadia a Carlentini  (ove la stessa stola di Papa San Silvestro, peraltro ancora si conserva) e:   “…Nell'Abbazia di Santa Maria di Roccadia, anche dopo il terremoto del 1693, si è sempre venerata un'antichissima icona raffigurante la Madonna che con la mano destra tiene un melograno mentre con la sinistra sorregge Gesù giovanissimo; il pregevolissimo quadro viene ritenuto dono del re Ruggero ai monaci dell'abbazia. Sempre nella Chiesa di Roccadia sono conservate numerose reliquie dei Santi, si tratta di frammenti ossei che i monaci nel corso dei secoli hanno raccolto e custodito con cura, tra queste la tibia di San Nicola di Bari e la stola del Papa San Silvestro con alle estremità le immagini degli Arcangeli Michele e URIEL…”

 immagine tratta da: 

https://www.beweb.chiesacattolica.it/benistorici/bene/500282/Manifattura...


URIELE NEL CULTO DEI DOTTORI DELLA CHIESA

(fonti di magistero parziale o di pseudo - magistero)

Sant’Isidoro (Cartagena, 560 circa. – Siviglia, 4 aprile 636), vescovo e «Dottore della Chiesa», dice nel settimo libro delle “Etimologie o Origini” : “Uriele si interpreta Fuoco di Dio, così come leggiamo il fuoco essere apparso nel roveto. Leggiamo anche di quel fuoco inviato dall’alto a riempire coloro che Gli era stato ordinato”.  In seguito Isidoro si occupò, come ne attesta il Cardinale Bartolini nel suo libro sul pontefice Zaccaria, anche della restaurazione del Breviario Gotico, che abbiamo esaminato e da dove emerge che il Santo e Dottore pregava e faceva pregare il nome di Uriele insieme agli altri 4 Arcangeli, il 29 settembre come segue: « O tu (Michele)  copri "con le tue ali" il volto e i piedi del Sommo Dio, facendo cenno amichevole all'apparizione di ciascuno di quei tre, Uriele, Gabriele e Raffaele».

 Sant’ Ambrogio (Treviri, incerto 339-340 – Milano, 397) , vescovo cattolico e «Dottore della Chiesa» , nel trattato “della Fede all’Imperatore Graziano”, parte terza, capo III –: « Né l’Angelo è immortale per natura, la sua immortalità è nella volontà del Creatore. Né che tu tragga a precedente che non muore Gabriele, non muore Raffaele, non muore Uriele, e negli stessi infatti la capacità di natura è assoggettabile al peccato, e soggetta a giudizio».

 San Bonaventura (Bagnoregio, 1217/1221 circa – Lione, 15 luglio 1274) cardinale, filosofo e teologo, «Dottore della Chiesa» , soprannominato «Doctor Seraphicus» parla di Uriele nella terza parte del suo “Centiloquio”, capitolo 18: “Parimenti Uriele,  il quale si interpreta che risplende a Dio, o che è visibile a Dio, o Fuoco di Dio o Incendio di Dio. Questa duplice duplicata interpretazione indica che per il suo ministero siamo illuminati dalla verità e siamo infiammati dalla carità. Infatti gli Angeli sono inviati a illuminare il nostro intelletto e infiammare il nostro affetto e se non nel pratico   almeno nella disposizione. Di questo nome Uriele si legge nel terzo di Esdra, poichè questo Angelo è inviato alla consolazione del popolo di Dio, che era afflitto dagli stranieri“.

 San Bernardino da Siena  (Massa Marittima, 8 settembre 1380 – L'Aquila, 20 maggio 1444) candidato al titolo di DOTTORE DELLA CHIESA Con quasi le identiche parole di San Bonaventura, nel II, Sermone denominato:“Quibus modis Angeli sancti in animas bonas cognitiones inspirent”: “Parimenti Uriele, il quale si interpreta che risplende a Dio o che è visibile a Dio, o Fuoco di Dio o Incendio di Dio. Questa duplice duplicata interpretazione indica che per il suo ministero siamo illuminati dalla verità e siamo infiammati dalla carità. Infatti gli Angeli sono inviati a illuminare il nostro intelletto e infiammare il nostro affetto e se non nel pratico   almeno nella disposizione. Di questo nome Uriele si legge nel quarto di Esdra, poichè questo Angelo è inviato alla consolazione del popolo di Dio, che era afflitto dagli stranieri“.

 San Beda il Venerabile,   «Dottore della Chiesa» nella sua Colletta, utilizzando una preghiera del Vecchio uso di Salisbury, lo pregava così : 1Gabriele sii la mia armatura, Michele la mia spada,  Raffaele il mio scudo; Uriele la mia guardia (..)».

 Sant’ Alberto Magno  «Dottore della Chiesa» detto “Doctor Universalis”, conosciuto anche come Alberto il Grande o Alberto di Colonia, pregava direttamente Uriele in magnifici esercizi spirituali accanto al nome degli altri 3 Arcangeli, nella liturgia rivenuta all’interno del corpus di esercizi del teologo e biblista Giorgio Vicellio, c.d. “Exercitamenta Syncerae Pietatis Multo Saluberrima”, del 1555 e solo così è stato possibile risalire a questo pio esercizio chiamato da tutti gli autori passaticon il titolo di “litania vicelliana” di Sant’Alberto  : “S. Uriele prega per noi. Padre, degnati di mandare dal cielo anche S. Uriele, che ci infiamma sempre col fuoco del Tuo amore e ci rende memori e grati di tutti i beni che a noi provengono dalla Tua celeste paternità ; e nei mali che nascono per i nostri peccati, per tua ripartizione, rendici o cauti nel trarci in salvo per mezzo tuo o pazienti nel sostenerli; per Cristo Gesù amen”.

 San Lorenzo da Brindisi «Dottore della Chiesa» detto “doctor Apostolicus", nel suo Commento sulla genesi, ripercorre la celebre battaglia celeste, indicando i principali Angeli che si dinstinsero, per aver vluto obbedire al Comando di Dio: « E il Santissimo Michele, in maniera radicale, senza nulla aggiungere, subito recepì, così com'era,  il comando divino,  ed allo stesso modo,  Gabriele, Raffaele e Uriele, e molti dei maggiori angeli che furono seguiti, da un folto numero dell'esercito degli Angeli.  Lucifero ivnece, stupitosi di tale circostanza, cominciò a giudicare in modo ancor più duro, e non equo ma indegno e ingiusto che il consiglio di Dio ...».

 San Girolamo «Dottore della Chiesa» nel testo "Fragmanta Libri Nominum Hebraicorum", recensisce il nome Uriele, dopo quello degli Angeli Serafini e Cherubini, ed infine dopo i nomi di Michele, Gabriele e Raffaele (aggiunto da compilatore successivo). A differenza dei commentatori del testo, la collocazione del nome Uriele fa riflettere sulla circostanza che Girolamo ritenesse Uriele nome di Angelo e non solo di profeta. Egli lo interpreta come segue: « Uriele - Dio sei la mia luce».

 S. Basilio Magno (330 – 329), -  DOTTORE DELLA CHIESA -,  riteneva il IV° Esdra scrittura ispirata e conseguentemente, veritiera la leggenda in esso contenuta, secondo cui il profeta Esdra avrebbe nuovamente ottenuto da Dio, tutta la Rivelazione dei Libri Sacri, come scrive nella sua lettera a Chilone: « Che cosa rettamente fare per non perdere la mia anima? Per questo motivo migro sulle colline come un uccello. "Sono sfuggito come uccello dalla trappola degli uccellatori". Sto vivendo, o pensiero malvagio, nel deserto in cui viveva il Signore. Ecco la quercia di Maturo; ecco la scala che sale verso il cielo e la fortezza degli angeli che Giacobbe vide; qui è il deserto in cui il popolo purificato ha ricevuto la legge, e così è entrato nella terra della promessa e ha visto Dio. Qui è il Monte Carmelo dove Elia soggiornò e piacque a Dio. Ecco la pianura dove Esdras si ritirò, e agli ordini di Dio enunciò tutti i libri ispirati da Dio » [2] [Epistola ad Chilo suo disceplolo 5,1-2]. A lui la LITURGIA COPTICA, famoso esercizio liturgico che recita: « per le preghiere degli Arcangeli splendenti, Michele, Gabriele, Raffaele e Uriele»


URIELE NEL CULTO DEI SANTI, BEATI , TEOLOGI E MISTICI

 San Rabano Mauro (Magonza, 780 ca. - Magonza, 4 febbraio 856), abate di Fulda nel De Universo, Libro XXII, nel Capitolo V  “De Angelis” riconosce Uriele come quarto Arcangelo, prendendo a vive mani l’intera espressione isidoriana delle Origini: “Uriele si interpreta Fuoco di Dio, così come leggiamo che fosse apparso il fuoco nel roveto. Leggiamo anche di quel fuoco inviato dall’alto che riempisse ciò che era stato ordinato”. 

 Il Beato Bartolo Longo (Latiano, 11 febbraio 1841 – Pompei, 5 ottobre 1926)  fondatore del Santuario mariano di Pompei,  devotissimo ai Sette Arcangeli, interpretava Uriele come Fuoco o Luce di Dio, come si legge nel libro “San Michele Arcangelo e gli altri Spiriti Assistenti al trono di Maria”,  ove designandolo al quarto posto tra i Sette innanzi alla Maestà di Dio dice : “Uriele significa“Fuoco di Dio”, o “Lume di Dio”: - Ignis Dei – perché è l’Angelo che illumina la mente degli uomini, comunicando loro la cognizione di Dio, e ne infiamma i cuori movendoli all’amore di Lui”.  Lo pregava poi nell'opera i 15 sabati del Rosario, che abbiamo trovato in una versione non censurata (almeno fino alla decima di fine 1800): "...Uriele, Angelo dell’Orazione, del Sacrificio e Fuoco dell’Amore di Dio...".
 
 San Leonardo Murialdo, in un suo scritto religioso relativo alla festività del giorno 29 settembre, festa dei Santi Arcangeli, non si sottrae dall’indicarne nomi e offici di Uriele: “…7 sono i principali Arcangeli, di cui vedi in Tobia c. XII, 15 e Cornelio a Lapide, (…) Uriele: Luce o Fuoco di Dio = poiché illumina gli uomini con la conoscenza di Dio e l’amore..”.

 Sant’Annibale Maria di Francia,  fondatore degli Ordini religiosi delle Sante Rogazioni e delle Apostole dello Zelo Divino, che aveva una devozione fortissima per i Sette Assistenti divini, ma in modo specifico per URIELE, tanto che, come emerso  da un documento n. 0712, in una lettera datata  6/3/1912 risponde ad una sua discepola  segue:  “Benedetta figliuola nel Signore Viva Gesù Nostro Sommo Bene, viva Maria Nostra Dolce Madre! Gesù sia il nostro Tutto. Sia sempre adorata la Divina Volontà. Prego compatirmi del lungo ritardo a rispondere a due vostre lettere. Le mie occupazioni sono continue e al di là del tempo disponibile.Sia benedetta la Divina Volontà. Comincio dal rispondere alla 1ª che è in data del 9 Gennaio c. a.  “S. Uriele Arcangelo”, che avete sorteggiato, abbiatelo assai caro. È il quarto dei sette che stanno alla Divina Presenza. La parola Uriele viene da “uror” - brucio - perché quest’Arcangelo è tra i serafini e brucia di un fuoco tutto particolare di Divino Amore. Sarà forse l’Angelo che strappò il cuore alla vostra Santa. Domandategli l’ardente amore a Gesù Sommo Bene, prendetelo in compagnia nella S. Comunione”.

 San Francesco Borgia,  nel giorno 22 come risulta dal suo diario spirituale del quinquennio 1564 – 1570 oggi trascritto dall’autore Manuel Ruiz Jurado, nella sua Edizione Critica, per l’editore Mensajero – Sal Terrae:  “…come solito aggiungi all’ora 9. Cristo, Maria e i Serafini 10. Cristo, Maria e i Cherubini 11. Cristo, Giovanni e i Troni  12. Cristo, Pietro e le Dominazioni. 13. Cristo, Paolo e le Virtù  14. Cristo, Giacomo e le Potestà  15. Cristo, Andrea e i Principati 16. Cristo, Filippo e gli Arcangeli  17. Cristo, Giacomo e gli Angeli 18. Cristo, Bartolomeo e San Michele  19.  Cristo, Simone e San Gabriele 20. Cristo, Taddeo e San Raffaele 21 Cristo, Matteo e San Uriele…”.

 Sant' Alfonso de Orozco, riconosce e tiene Uriele come Angelo Santo, e il IV° di Esdra, come scrittura canonica nel suo testo " Declamationes decem et septem pro Aduentu Domini nostri Iesu Christi" alla declamazione IX alla festa di San Giovanni Evangelista come segue: «...quella meravigliosa storia di Esdra 4,cap. 3 e 4. E in seguito aggiungi a questo, ciò che  disse l'Angelo Uriele  : “Se tu non puoi conoscere le cose che sono tue e sono cresciute con te; [11] in che modo (allora) potresti essere un vaso tale da contenere le vie dell’Altissimo?

 Cardinale Nicola Cusano, o Niccolò da Cusa, teologo, filosofo e scienziato (1400 o 1401 - 1464) nella sua «Opera in quibus Theologiae mysteria plurima, sine spiritu Dei inaccessa…» , Libro VIII°, dal sermone : Michael e Angeli eius  - a pag. 603/604 parla di Uriele Arcangelo in questo modo ancora ricomprendendolo assieme agli altri suoi compagni: «...Quanto ai nomi degli Angeli dico che sono proprio i nomi dei loro Offici, in quanto sono gli ambasciatori dello Spirito. Così rammentiamo la candela ardente, come lume: poiché dalla medesima riceviamo illuminazione.  Allo stesso modo sono così nominati gli Angeli, uno Michele, l’altro Gabriele, il terzo Raffaele, il quarto Uriele, dai loro compiti, poiché ci somministrano diversi doni divini; pertanto i nomi degli Angeli terminano in “el”  אל, che significa Dio è, poiché sono ufficiali del re di Giustizia, in quanto אל (el)  è detto anche  אֱלוֹהִים  (elohim)…».

 Risulta  poi riconosciuto dal mistico  frà  Geronimo Gracia (1545 - 1614) carmelitano scalzo confessore e  fiamma spirituale di S. Teresa d’Avila, come dall’ opera "Obras del P. Jerónimo Gracián de la Madre de Dios" v.2, pubblicato dalla Biblioteca Mistica Carmelitana, Burgos 1932 dove parla in modo approfondito di San Uriele: «…Uriele fuoco di Dio è giudice maggiore dell’ Onnipotente Re, colui che infiamma il cuore dei tiepidi, patrono nelle battaglie contro le tentazioni. Presiede a tutti gli Angeli che castigano . Favorisce  gli uomini affinchè non siano puniti, amino Dio, vincano le tentazioni e ottengano la carità, lo zelo e la rettitudine. Il suo appellativo è:  “ignitus socius” cioè  Compagno Ardente.  Si dipinge vestito di colore rosso, con nella destra una spada di fuoco. Di lui si fa menzione nel quarto libro si Esdra, capitolo quarto. Questi è colui che scacciò da Paradiso Adamo ed Eva,  che impugnata la spada sguainata, si oppose a Balaam, quando si affrettò a maledire il popolo di Dio e che uccise centottantacinque assiri…».

 Uriele viene riconosciuto poi da Jean Charlier da Jerson (1363 –1429)[21] , il c.d. dottore cristianissimo, teologo e filosofo francese, che ne parla nel Tractatus VIII°, super Magnificat dove illustra i compiti di S. Uriele chiamandolo “Fulgor Dei”: «…nel Libro di Esdra è fatta menzione dell’Angelo Uriele, la cui interpretazione significa Fuoco di Dio, è consentito a qualsiasi Angelo, al singolo viaggiatore, chiamare in aiuto Uriele il cui compito è bruciare soavemente le reni, consumare il nostro cuore, feccia di vizi, infiammare tutto quanto il cuore alle virtù, sacrificare l’Olocausto della pietà,  che innalza un soavissimo profumo a Dio. Questo Uriele riduce quelli che infiamma in cenere per mezzo del timore  e dell’umiltà di spirito, addolcisce per mezzo della pietà e della mitezza la durezza lapidea del cuore, conforta nel dolore per mezzo della medesima conoscenza della fragilità umana, rafforza il cuore per mezzo della bollitura e dello sciolgimento dell’umore fluido, donde viene presso l’anima una congrua fame e sete, lo rende docile al consiglio e alla misericordia; raffina e purifica il cuore a comprendere realmente il gusto e causa l’interna pace per mezzo del rinnovamento della gioventù…».


ALTRI SANTI CHE VENERAVANO URIELE PERCHE' NOMINATO IN IV ESDRA

 S. Clemenete Alessandrino  (150 – 215) – UNO DEI PADRI DELLA CHIESA -   tenne il IV° Esdra come canonico, tanto da parlarne nei suoi “Stromati  - Stromateis - o Miscellanea”  in diverse parti:  «… Disse invece Geremia: “Maledetto il giorno in cui nacqui” e “non sia mai benedetto” (Ger-20,14), non intendendo in modo assoluto come maledetta la generazione, ma i peccati del popolo che conducono dolorosamente alla disobbedienza. Per questo aggiunge: “  Perché mai sono uscito dal seno materno per vedere tormenti e dolore e per finire i miei giorni nella vergogna?” (Ger. 20,18). Che anzi  tutti quelli che predicavano la verità, proprio a causa di quelli ascoltavano la disobbedienza, erano condotti verso le pene e giungevano al pericolo. Dice il profeta Esdra: “  perché il seno di mia madre non produsse per me un sepolcro affinchè non assistessi alla fatica di Giacobbe e  alla spossatezza della progenie di Israele? » (IV Esdra 5,35) .[1]   [Caput XVI.—Jer. xx. 14; Job xiv. 3; Ps. l. 5; 1 Cor. ix. 27, Exponit.] . 

 S. BARNABA (+ 61 d.c.) – DISCEPOLO DI CRISTO -  in una sua epistola, cita le parole del IV° Libro di Esdra, parlando del suo autore come di un uomo inspirato: «Ugualmente riparla della croce attraverso un altro profeta: "E quando tali cose si compiranno?". Dice il Signore: "Quando il legno sarà steso a terra e poi risollevato, e quando dal legno il sangue stillerà» [S. Barnaba Epist. C. XIII] ;  passo che viene attinto direttamente  dal IV° Esdra, cap. 5, che così recita: «Se allora l’Altissimo ti avrà concesso di vivere, vedrai dopo il terzo castigo, e il sole subito risplenderà di notte e la luna nel giorno e dal legno stillerà sangue…» [1]  [4 Esdra 5,5].   

 È   soprattutto   SANT’ AMBROGIO (337-397) – DOTTORE DELLA CHIESA - quello che ne ebbe i sentimenti più favorevoli.   Nel parlava diffusamente nel suo Libro «Il Bene della morte – De Bono Mortis» , ove non solo presentava quest’opera come « ASSOLUTAMENTE CANONICA » , ma allegava diversi brani del testo,  per mostrare ai pagani che quanto essi hanno di buono lo hanno ricavato dai «nostri libri» cristiani. Egli sosteneva ad esempio quanto segue:  «…così come leggiamo nel libro di Esdra: poiché quando sarà giunto il giorno del Giudizio la terra restituirà coloro che ora dormono in essa, la polvere coloro che vi abitano in silenzio, i depositi le anime che sono state loro affidate e si rivelerà l'Altissimo sul Trono del giudizio (IV Esdra, VII, 52). Queste sono quelle abitazioni delle quali dice il Signore:   Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l'avrei detto. Io vado a prepararvi un posto (Giovanni 14,2). Ma mi servo degli scritti di Esdra, affinchè i gentili conoscano che, quelle cose che ammirano nei loro libri di filosofia, le hanno tradotte invece dai nostri … »[1]  [De Bono Mortis X,45] ; e poi ancora continuava , allegandolo come Scrittura Sacra, un’altra volta :  «  Chi è maggiore dei due, Esdra o Platone?  Infatti Paolo segue gli scritti di Esdra e non quelli di Platone. Esdra rivelò secondo quella rivelazione in sé recata, che i giusti staranno con Cristo, staranno con i Santi. Per questo Socrate dice (allo stesso modo) di  aver fretta di raggiungere quei suoi dei, e quei suoi uomini famosi. Pertanto le cose che si leggono nelle lettere dei filososi sono nostre, ed egli non fa altro che presentare quelle cose di cui non aveva un proprio testimone: noi invece abbiamo l’autorità dei precetti divini…» [De Bono Mortis XI,51] [2]  ; rivelando ai suoi lettori che l’Esdra del IV°  libro , parlò inspirato dal Santo Pneuma ed è per questo che deve innalzarsi al di sopra dei filosofi.  Egli si  esprime con la stessa forza nel secondo libro del  «Trattato sullo Spirito Santo» : « Se anche si legge il seguente passo: Ecco colui che forma i monti e crea lo spirito che manifesta all' uomo qual è il suo pensiero, che fa l'alba e le tenebre e cammina sulle alture della terra, Signore, Dio degli eserciti è il suo nome (Amos 4,13) . Se anche fanno questioni sul fatto che si dice  che lo spirito sia creato, Esdra non insegna che lo spirito venga creato, quando dice nel quarto libro: “Il secondo giorno creasti ancora lo spirito del firmamento…» (IV Esdr VI,41)” [1] [De Spiritu De Spiritu Sancto, liber secundus cap. 6,49]; e nel discorso «sulla morte del fratello Satiro» , come ad esempio nel capitolo 64, 68 e 69 del primo libro:  «… Sostenuto dunque da tali virtù, eretto sopra i pericoli, piangerò più per desiderio che per perdita. Mi invita la stessa opportunità della morte, affinchè decidiamo di andare avanti maggiormente con la grazia, piuttosto che addolorarci; difatti è scritto  che il dolore proprio deve spandersi nel dolore comune (IV Esdr. X, 11 et seq.) … »[2] ; «…Ripeto dunque: la Sacra Scrittura è la tua consolazione; giova infatti soffermarsi sui tuoi precetti e sulle tue sentenze. E' più facile che abbiano fine il cielo e la terra, anziché cada un solo trattino della Legge (Lc 16,17)! Ma già ascoltiamo le cose che sono scritte: Ora, perciò, tieni per te il tuo dolore, e sopporta con coraggio la disgrazia che ti è capitata,  perché, se accoglierai come giusto il giudizio di Dio, riceverai in tempo tuo figlio, e sarai lodata fra le donne … » (IV Esdr. X, 15, 16)[3] ; «…ma ecco che ascolto ciò che dice la scrittura: Non fare di questi discorsi, ma lasciatipersuadere di quale sia la sciagura di Sion, e consolare dal dolore di Gerusalemme.  Tu vedi, infatti, come il nostro santuario sia stato reso deserto, il nostro altare demolito, il nostro tempio distrutto;  il nostro salterio annientato, i nostri inni ridotti al silenzio, la nostra esultanza dissolta; la luce del nostro candelabro estinta, l'arca della nostra alleanza spogliata; le nostre cose sacre contaminate, e il nome che è invocato sopra di noi profanato; i nostri (uomini) liberi oltraggiati, i nostri sacerdoti arsi, i nostri leviti andati via prigionieri; le nostre vergini svergognate, le nostre mogli violentate; i nostri giusti rapiti; i nostri piccoli consegnati, i nostri giovani resi schiavi, i nostri forti resi deboli.  Ma quel che è più di tutto, vedi come il sigillo di Sion sia ora annullato della sua gloria, e consegnato nelle mani di coloro che ci odiano.  Tu, perciò, scuoti la tua grande tristezza, deponi da te (questi) tanti dolori, in modo che il Forte possa riconciliarsi con te, e ti conceda requie l'Altissimo, riposo dalle tue fatiche! »(Esdra X,20 et seguenti.) [De excessu fratris sui Satyri, cap 64-68, 69] [1] , e anche nella «lettera ad Oronziano» (che non citiamo)  dove  consiglia la lettura di Esdra, per provare che le anime sono d’una sostanza più sublime che non il corpo.  In sostanza, come il lettore può notare, allega più di una volta questo testo, presentandolo e citandolo come scrittura canonica.

Come lui, anche il VESCOVO  S. CIPRIANO (210 – 258), ben prima di S. Ambrogio, pare aver citato, senza indicarlo direttamente,  alcuni passi di Esdra, nell’ inizio del suo “A Demetriano” per dimostrare la decadenze del mondo causate dalla vecchiaia dell’esistere.

 S. Andrea di Cesarea (563 -637) ne parla al  capo XVII° «De sexto angelo et quatuor angelis qui iuxta Euphratem ligati tenebantur», ove sostiene: « …Ci sono alcuni che ritengono questi come quattro degli Angeli Primari e più nobili, e cioè: Michele, Gabriele , Raffaele e Uriele, che fino a quel momento, vengono tenuti legati dalla gioia e fertilità della divina contemplazione…» .

 Aretha di Cesarea, (860 – 939) lo cita nei suoi Commentari, sempre sull’apocalittico «solve quatuor angelos», al capo XXVII°, dove dice: « …Dicono , infatti, che questi quattro Angeli siano Michele, di cui si parla presso Daniele, Gabriele presso Matteo, Raffaele presso Mardocheo, ed Uriele e che questi  stessi vengano sciolti da questa divina occupazione e non ingrato ministero, ora  di restituire la giustizia divina, ora del loro glorioso avvento…è dunque chiaro che coloro che riconobbero come comandanti di quattro ordini, Michele, Gabriele, Raffaele e Uriele, non sono chiamati in causa in modo insensato…».


URIELE NELLA LITURGIA DI ALTRI IMPORTANTI SACERDOTI,  VESCOVI, TEOLOGI E DI DIVERSE  DIOCESI CATTOLICHE

  Il Vescovo di Magonza Uriel von Gemmingen (1468 –1514) pregava Uriele,  nel suo esercizio n. IX°  De Sacra Unctione : “…Ad  visitandum infirmos cum oleo sacro  sacerdos  veniat cum incensu.  0ret in via septem Psalmos  penitentiales,  si via longa est, usque ad domum, vel ante lectum  Sequuntur Psalmi pænitentialer...Sequitur Letania in hunc modum: Kyrieleyson. Christe & c. Christe audi nos. Salvator mundi — adiuva eum. Sancta Maria — ora & c. Sancte Raphael & c. S. Gabriel & c. S. Uriel   & c.  Omnes SS. Angeli &c. &c. Agne Dei, qui tollis &c. (…)”.

   Il Cardinale Ottone di Waldburg , pregava Uriele nelle sue litanie: "Coro Processionale del tempo quaresimale, in questo modo:..  .  Sancte Michael Ora Pro Nobis.  Sancte Gabriel Ora Pro Nobis.  Sancte Raphael Ora Pro Nobis.  SANCTE URIEL ORA PRO NOBIS.

 Messale di p. Antonio Ruetsch - Vade, & Mane Mecum Clericorum Saecularium, seu Varia Pia Exercitia Mane, meridie, & vespere: -  : " Ad Jesum : O Jesu Dei Genite, Atque saluti Angele! ut coepisti consilium sic perficie negotium;  Mariam B.V. : Tu Angelorum Domina , spiritibus his impera ut foveant subsidio Currentem me in stadio...S. URIELEM: METUM URIEL INGERE, AT IN AMOREM DIRIGERE UT NON SERVILIS TIMEAM SED FILIALIS DIRIGAM."

 Messale  - Horae in laudem  Beatissimae Virginis Mariae secundum consuetudinem Romanae Curiae - : "Kyrie eleyson,  Christe elyson,  Kyrie eleyson. ..   Sancte Michael – ora;  Sancte Gabriel – ora;   Sancte Raphael – ora;  SANCTE URIEL – ORA…”

 Canone Universale Etiopico : "Custodi eos in recta fide et in gloria, omni tempore, et fac ut ferveant ineffabili et inexcogitabili charitate, per preces ac intercessionem quam pro nobis facit Domina nostra sancta et immaculata virgo Maria; ET PER PRECES MAIORUM ANGELORUM SPLENDENTIUM, MICHAELIS, ET GABRIELIS, AC RAPHAELIS, ET URIELIS,  et quatuor animalium sine carne".

 Clemens Blume e  Guido M. Dreve - testo  “Analecta Hymnica Medii Aevi “, : "SALVE, SANCTE URIEL, IUGI VISIONE SANCTI PATRIS HILARIS TE PRECOR, MI BONE TUI PATROCINII TRINO NOS AGONE, MUNIAS A PERFIDO TAETROQUE DRACONE "


S. URIELE INVOCATO IN OFFICI LITURGICI DI VARIE DIOCESI CATTOLICHE

Varie diocesi  (in latino dioecesis, dal greco διοίκησις, cioè "amministrazione") cattoliche, come è emerso, hanno adottato preghiere con all’interno invocazioni all’Arcangelo Uriele:

 DIOCESI DI VISEGRAD (UNGHERIA) - Il Manoscritto Vissegradense (c.d. Codex Vissegradensis ), dalla diocesi di Visegrad,   una piccola  città ungherese, contiene un inno a Uriele: “… Fortitudo Dei  Raphael,  Subveni nobis ministrando El In anxilium URIEL, qui ignis diceris,  Uranum succende miseris  Navigantibus…”.

  DIOCESI DI GRAZ SECKAU (AUSTRIA) - Il  De Profundis del Codex Graecensis,  cioè quello della  diocesi di Graz-Seckau (in latino: Dioecesis Graecensis-Seccoviensis), sede della Chiesa cattolica suffraganea dell’arcidiocesi di Salisburgo con la seguente strofa che si indirizza alla Santa Vergine, ancora una volta invoca Uriele come segue : “… Ab ortu solis Israël, Usque ad occasum In te sperat Michael, Salves ut occasum, In quo friget URIEL, Ne tendat ad occasum…”.

  DIOCESI DI DUNKELD (SCOZIA) - La diocesi di Dunkeld (in latino: Dioecesis Dunkeldensis sede della Chiesa cattolica suffraganea dell’arcidiocesi di Saint Andrews ed Edimburgo, che comprende diverse aree della Scozia)  presenta un’antica litania recitata nelle processioni dei fedeli.  Tale notizia la traiamo da “Councils and Ecclesiastical Documents Relating to Great Britain and Ireland” di Arthur West  Haddan e William Stubb, Volume II, part I. Oxford 1873 – appendice C, ma anche nel testo “Notes and Queries”, Serie III, Volume 9 Londra 1866: : “kyrie eleyson,  Christe elyson,  kyrie eleyson Pater de coelis deus – Miserere Nobis;  Filius Redemptor deus – Miserere Nobis;  Spiritus Sanctus Deus – Miserere Nobis;   Qui est  Trinus et Unus Deus – Miserere Nobis,   Sancta Maria – ora pro nobis,  Sancta Virgo Virginum – ora pro nobis,  Sancta Dei Genetrix – ora pro nobis,  Domina Angelorum  ; S. Michael Archangele – Orate pro nobis;  S. Raphael Arcangele – Orate pro nobis;  S. URIHEL – ORA PRO NOBIS …”.

 DIOCESI DI AUTUN (FRANCIA) - La diocesi di Autun (in latino: Dioecesis Augustodunensis) è una sede della Chiesa cattolica suffraganea dell’ arcidiocesi di Digione. Nel 2012 contava 548.000 battezzati su 575.000 abitanti. La diocesi comprende il dipartimento francese della Saona e Loira. Sede vescovile è la città di Autun, dove si trova la cattedrale di San Lazzaro. Il “Liber propitiousorum Augustodunensis” del 1984 presenta una lunga litania e ancora una volta Uriele risulta invocato come segue: “…Omnipotens sempiterne deus respice propitius ad deuotionem populi renascentis quia sicut cervus aquarum expectat fontem et concede propitious ut fidei ipsius sitis baptismatis mysterio. Animam corpusque sanctificet : per dominum nostrum. I Inde discendis cum letania ad fontes . Christe audi nos III. Sancta Maria   Ora pro nobis Sancte Michahel ,Sancte Gabrihel, Sancte Rafahel ,SANCTE URIHEL ,Sancte Cherubin, Sancte Seraphin , Sanctae Petre Sanctae Paule Sanctae Andreas Sanctae Iacobe, Sancte Iohannes, Sancte Thome, Sanctae Iacobe, Sanctae Philippe Sancte Bartholomei, Sancte Mathei, Sancte Symon, Sancte Tatheus ,Sancte Mathia[ne] Sancte Marce, Sancte Lucas ,Sancte Stephane, Sancte Laurente …”.

 DIOCESI DI COSTANZA (GERMANIA) - La diocesi di Costanza, una delle più vaste dell’Impero tedesco di cui era parte integrante, comprendeva parte degli odierni territori della Svizzera tedesca, del Baden-Württemberg tedesco e del Vorarlberg austriaco. Confinava a nord con le diocesi di Strasburgo, di Spira e di Würzburg; ad est con la diocesi di Augusta; a sud con le diocesi di Coira, di Sion e di Losanna; ad ovest con la diocesi di Basilea e ancora con quella di Strasburgo. Sede vescovile era la città di Costanza, dove fungeva da cattedrale la chiesa di Nostra Signora. L’autore Dold von Alban riporta nel  suo lavoro :  “Die konstanzer ritualientexte : in ihrer entwicklung von 1482-1721”  Hrsg, 1923 Ashendorff preghiere in uso in questa diocesi, tra cui una litania di  pag. 70, che recita proprio: “…Sancta Virgo Virginum, ora,  sancta Dei Genetrix, ora,  sancte Raphael, ora,  sancte Michael, ora,  SANCTE URIEL ORA,  sancte Gabriel, ora…”.

 DIOCESI DI GINEVRA (SVIZZERA) - Il nome di Uriele si incontra , in base a quanto asserisce François Huot autore del testo “Les manuscrits liturgiques du canton de Genève”, che si trova nella  parte V della rivista “Iter Helveticum”, in alcune litanie di Santi, indicate nei manoscritti f 131r-140r, nei manoscritti f. 104r-112r ed ancora in quelli 114r – 120r. Tale notizia è peraltro confermata da “Mémoires , documents publiés par l’Académie salésienne”, tomo 27°,  dove a pag. 24 si asserisce che il nome di Uriele si trova nel Breviario II° dell’antica Diocesi di Ginevra, tra le Litanie dei Santi: “…nel confronto (come lo permette lo stato del corrente foglietto) con il primo Messale, è aggiunta in primo luogo l’invocazione Kyrie Eleison, con Christe Eleison e Salvator Mundi cui si aggiunge anche  SS. URIELE[1]” che si trova menzionato nel Breviario II subito dopo il nome di S. Raffaele. Infine è corroborata ulteriormente dal testo “Bulletin d’histoire ecclesiastique et d’archéologie religieuse des diocèses de Valence, Gap, Grenoble et Viviers”, Tomo VII, 1886- 87 laddove, per il Breviario di questa  diocesi si aggiunge a pag. 252, nel capitolo  “MSS et Incunables Liturgiques Du Dauphjné Geneve”, a uso dei fratelli cappuccini di Saint Julien, che: “Après le Te Deum vient la Letania major, qui ajouteà celles de Rome  les SAINTS URIEL…”.

 DIOCESI DI TOUL IN LORENA (FRANCIA) - Toul è un comune francese di 16.326 abitanti situato nel dipartimento della Meurthe e Mosella nella regione della Lorena. La Cattedrale di Santo Stefano è il principale monumento cittadino. Venne edificato in più riprese tra il 1210 e il 1496 con grande rispetto dei progetti originali, che hanno conferito una grande unità stilistica. Rappresenta un notevole esempio dell’architettura gotica, soprattutto per la sua facciata, capolavoro dello stile gotico fiammeggiante. Secondo il testo : “Annual Register or a wiev of the History , politics and literature for the year 1763”, edito a Londra nel 1784, che ne tratta a pag. 146:  “Il Messale della Chiesa di Toul , in Lorena,  dietro le sue squisite raffigurazioni,  è remarcabile per avere oltre ai 3 Santi Arcangeli,  una litania all’ ARCANGELO URIELE, nonostante diversi concili abbiano strettamente proibito l’invocazione di più dei primi tre[2]”. La notizia è confermata pedissequamente anche dal testo “Catalogue of the Harleian Manuscripts in the British Museum: With Indexes of persons , places and matters”, volume I, 1808 alla  pag. 14 -  “Missals Breviaries and  Hours of the Holy Virgin according  to the use of the Roman, English and Gallican Churches” con le medesime parole.

 OFFICIO LITURGICO DI SALISBURY (EX CHIESA CATTOLICA OGGI ANGLICANA) E AFFINE LITURGIA DI SAN BEDA IL VENERABILE - Prima di parlare di questi offici, è bene fare alcune precisazioni sul c.d. “ Ritum Sarum”.  Il rito “Sarum” è una variante del rito romano che fu in uso in Gran Bretagna prima della Riforma Protestante.  La liturgia anglicana del Book of Common Prayer trae origine da questo rito, che era in vigore nella cattedrale di Salisbury (Sarum in latino) nella parte occidentale dell'Inghilterra, ma il suo uso successivamente si diffuse in tutta l'Inghilterra, soprattutto nel sud del paese. Un testo londisene del 1686, seconda edizione, denominato “Reflections upon the Devotions of the Roman Church with the preyers , Hymns and Lessons themselves, taken out of thei autentik books”, presenta degli office liturgici pre – riforma, chiaramente in uso alla Chiesa Cattolica Romana d’ Inghilterra, in cui vi era una famosa invocazione a San Uriele, a pag. 402 (presente altresì nel testo denominato “Gentleman's Magazine and Historical Review” , Volume 79, Parte 2 - pag. 856) Liturgia delle Ore secondo l’Uso di Salisbury  f. 83  - Sancte Michael esto mihi lorica  Sancte Gabriel esto mihi galea  Sancte Raphael esto mihi  SANCTE URIEL ESTO MIHI DEFENSOR  Sancte Cherubim esto mihi sanitas Sancte Seraphim esto mihi veritas Et omnes sancti angeli et archangeli  me custodian et defendant, et ad vitam aeternam  me perducant.  Amen


SAN URIELE INVOCATO NEGLI ESORCISMI CONTRO I DEMONI !!!

Abbiamo rinvenuto diverse formule di congiura in cui Uriele veniva invocato contro il demonio. Ne presentiamo alcune:

1° DOCUMENTO] –  “ Iugum ferreum Luciferi, seu exorcismi terribiles, contra malignos spiritus possidentes corpora umana & ad quae vis maleficia  depellenda & adquasumque infestationes Daemonum  deprimendas”, opera  dal padre francescano Didacus Gomez Lodosa per i tipi di Vincenzo Cabrera di cui si contano varie edizioni sempre valensiane del 1570 , del 1676 e un’altra successiva che è anche l’edizione che noi citiamo e che abbiamo esaminato del 1705.  Esorcismo  XII° – contra los nublados del estio, ora sean causados por echizos, ora sean naturales a  pag 217, come segue : “conjuro te Diabole , per Sanctum Michaelem , per Sanctum Gabrielem, per Sanctum Raphaelem, per SANCTUM VRIELEM  & per omnes Angelos et Archangelos ”.

 2° DOCUMENTO ] – : “Coniuratio malignorum spirituum in corporibus hominum existentium prout sit in Sancto Petro”,  edito a Roma nel 1510 circa  (vi sono poi edizioni più tarde dal 1481, al 1493, 1495, 1497 , 1500, fino a quella del 1510, la nostra):  “conjuro te Diabole Spiritusque apostatice per Sanctum Michaelem , per Sanctum Gabrielem, per Sanctum Raphaelem, per SANCTUM VRIELEM  & per omnes Angelos et Archangelos , & per novem Choros Angelorum ”.

 3° DOCUMENTO] -   “Manojito de flores cuya fragancia descifra los misterios de la misa y oficio divino: da esfuerzo a los moribundos, enseña a seguir a Cristo, y ofrece seguras armas para hacer guerra al demonio, ahuyentar las tempestades, y todo animal nocivo, con otras curiosidades, que se hallarán por tabla que va al fin”.  Vi sono varie edizioni del libro, scritto in castigliano e latino: quella di Siviglia nel 1701,  di  Madrid nel 1725 e di  Barcellona nel 1763.  L’invocazione a San Uriele è presente nel IX° capitolo a pag. 324 della edizione del 1725, e recita così:  “..Iterum conjuro + vos, nubes, & daemones, per Sánctos Angelos, &Archangelos Michaelem, Gabrielem, Raphaelem, & URIELEM, & per omnes Choros Angelorum, ut in nullo noceatis nobis...”

  4° DOCUMENTO ]  “Manuale romano-seraphicum ad usum Fratrum Minorum Almae Provinciae Algarbiorum  Ordinis Sancti Francisci”, di Frate Emmanuele della Concezione del 1758 pag. 203,: “… Iterum conjuro + vos, nubes, & daemones, per Sánctos Angelos, & Archangelos Michaelem, Gabrielem, Raphaelem, & URIELEM, & per omnes Choros Angelorum, ut in nullo noceatis nobis...”

5° DOCUMENTO ) “Svenska  Landsmål  Ock  Svenskt  Folkliv” si tratta d una rivista  fondata nel 1878 da  Johan August Lundelle e pubblicata dalla Kungliga Gustav Adolfs Akademien nel 1927 -  Konjurativa formler.  94. Contra colicam.  LSB. M. 5, fol. 27; KLÖ. s. 229. Början av 1500-talet.  In nomine domini nostri Iesu Christi.  ... Coniuro te, mater, per omnes virtutes celorum:  Michaelem, Gabrielem, Raphaelem et VRIELEM,  per Cherubin et Seraphin...".

 6° DOCUMENTO )  Memoires  présentés par divers savants  à l'académie  des inscriptions et belles-lettres  - premiere serie  - l'institut de france  premiere serie  sujets divers d'érudition  tome x/2. F. Robiou.L’etat religieux de la grece et de l’orient au siecle d’alexandre. Second memoire: les regions syro-babyloniennes et l’eran. - M. Schwab.Vocabulaire de l’angelologie, d’apres les manuscrits hebreux de la bibliotheque nationale. 430 p., 1897, tap : - f. Robiou. L’etat religieux…112 p., 1895, a pag. 121 ,Proceedings the society biblical archaeology. November, 1889, june, 1890.  Vol. XII. Twentieth session.  Published at  the offices of the society, 11, hart street, bloomsbury, w.c. 1890, pag. 334-4;Astrologia Araba, domificazione, Zodiaco, Oroscopo,  traduzione dal francese di Marina  Bernoroni edito dale Mediterranee nel 1994 di Robert Ambelaim - 'Coniurationes daemonum”  « Conjuro te diabole per sanctum Michaelem, per S. Gabrielem, per S. Raphaelem et PER S. URIELEM, et per omnes angelos et archangelos... »


APPARIZIONI DI SAN URIELE ARCANGELO

Come ci dice Sant’Annibale Maria di Francia, Uriele è il quarto dei Sette Spiriti Assistenti, ed è lo spirito del nascondimento, della pazienza e della perseveranza, elargito da Gesù in determinati momenti difficili, rimasti perlopiù sconosciuti alla memoria dei fedeli. È invocato nella resistenza, protezione e difesa contro le vessazioni diaboliche e sovente per chiedere lumi e aiuti celestiS. Uriele interpreta  inoltre  l’officio di infiammare il cuore degli uomini con la fiamma del divino amore, che proviene direttamente dal cuore ardente di Nostro Signore Gesù Cristo. Ma lo fa in silenzio, nel nascondimento, tra le mura di una stanzetta o le grate di un monastero. Il suo è un ministero quieto e pacifico che arde in segreto di una fiamma che si alimenta davanti al tabernacolo ardente del Cuore di Gesù.

 SANTA MARTINA [1]:  “O Forte Vergine Martina, ancella del grandeDioche è neiCieli, checustodisci i suoiprecetti e mi haispogliato del mioabitacolo e mi hai mostrato deforme (…)Tu invece mi haiscacciato, rivelandomi, perseguitandomi e assegnandomi al Fuoco dell’ Inferno. Non trovo luogo verso il quale andarmene.  Mi hai consegnato al Grande Angelo Uriele, che ha completamente bruciato ogni mia via di uscita.

 San Lactino (Lactain o Lactali), abate di Freshford  : «...Queste sono le opere di San Lactino per le quali risplendette la sua Infanzia. Quindi al quindicesimo anno della sua età, San Lactino esortato dall’Angelo, si diresse per imparare da Comgallo abate della città di Bangor al tempo del quale era cresciuta la buona fama della religione per tutta l’ Irlanda. Era infatti l’angelo Uriele sempre da Dio assegnato alla sua custodia e suo inseparabile compagno di ogni tragitto, sul cui consiglio regolava i suoi costumi:

 Beata Marianna Di Gesù [3]: “L’Altissimo aveva elett Marianna affinchè abitasse nel Tabernacolo ardente della sua sovrana protezione, affidandole per la sua tutela e custodia, l’Arcangelo Uriele come le fu subito rivelato durante i suoi numerosi colloqui con il Signore…”.

 Beato Amadeo Da Sylva [4]: “Il primo che vedi qui è Michele, rispetto al quale nessuno né degli uomini né degli Angeli è più degno, lui è lo stesso che lottò con il grande dragone e lo sconfisse e io Gabriele sono il secondo. Raffaele mi segue eUriele segue Raffaele e altri a lui (..) Benedetto sia il principe Michele, primo tra tutte le creature, che con il fortissimo Gabriele scagliò nell’inferno tutti i nostri avversari. E benedetto sia lo stesso Gabriele con Raffaele e Uriele, che continuamente non cessano di procurare la nostra salvezza Uriele(...)E dunque dove è il Padre, è il Figlio e lo Spirito Santo. Ma due Serafini erano nella circonferenza del Trono ed erano sei ali ad uno e sei ali all’altro: fluttuavani a due sul capo, a due sui piedi e ne avevano due estese sulle tibie come se volassero e con voce potente gridavano: “Santo SantoSanto, Il Signore Dio Sabaoth”. Ed erano quei due Serafini, Uriele e Barachiele (…) Trasportarono perciò, con inni e cantici, il corpo di Marianella valle di Giosafat, mescolati assieme ai Giudei increduli, mentre noi discepoli del Signore, e noi Angeli esultavamo e mentreessi ugualmente accompagnavamo, io mai la lasciai, scortato dal grande esercito degli Angeli. Tuttavia io protessi l’anima, Uriele mio fratello il corpo, nel sepolcro, e con la stessa anima, una volta spogliato il Purgatorio (di anime purganti) all’alba della stessa notte, feci ritorno nella valle di Giosafat, e da quell’anima sette volte più splendente del sole nell’ultimo suo splendore.

  Ven. Maria Antonia de Jesus Tirado [5]:Così come tornai a casa mia, un Angelo venne a sedersi accanto a me emi disse: “Guardami se sono bello!”. Gli domandai come si chiamava e mi disse che si chiamava Uriele e che lo pregassi e sempre sarebbe stato in mia compagnia e difesa e che era gradimento di Dio che divenissi sua devota. Io gettai il rosario contro di lui ed egli si mise a ridere e mi disse: “Non sono il diavolo, non temere, che ciò è vero”…Durante la notte, quando mi misi a pregare, il diavolo stava tutto impegnato a non darmi un attimo di respiro, perché aveva deciso di stare nel letto assieme a me, in modo che trascorressi gran parte della notte in sua compagnia.  Io presi da li il rosario e come mi mettevo a pregare, mi dava degli strattoni che mi facevano cadere,  fino a quando venne l’Angelo di cui ho parlato, San Uriele, e scacciò via tutti e rimase li finchè non terminò la preghiera… Quando andai a mangiare vidi l’Angelo San Uriele,  che è molto bello e tiene sei ali, e mi disse: “ Guarda che bello sono! Non vuoi  essere mia devota? Non mi vuoi,  figlia mia?  Vengo a stare accanto a te mentre mangi, perché il diavolo adesso vuole lottare molto con te!”. E mentre io mangio, i nemici fanno forza per venire dove io stavo mangiando, ma l’Angelo li scacciò  via tutti, e rimase li fin quando non finii di mangiare, arrabbiato perché non lo prego.

  Ven. Antonio Margil [6]: «Sai, che il mio angelo custode, è S. URIELE, il fuoco di Dio, che il Signore, lo invia a soffiare il fuoco dell'amore divino sul mio cuore!”

  Servo di Dio, Don Dolindo Ruotolo: « Un quarto Angelo si levò innanzi agli occhi di San Giovanni, e fece sentire sulla terra gli effetti grandiosi della sua potenza per scuoterla dal torpore dei suoi peccati. Innanzi a lui il sole sembrava una piccola e scialba fiamma...sembrava l'angelo della Divina gloria, perchè rifulgeba nei riflessi dell'eterna luce e splendeva tra le creature del cielo. I raggi del suo capo erano come una chiama d'oro, e gli davano un aspettopotente; lo splendore della sua fronte conquideva con una maestà che sciacciava,  e rivelava un'intelligenza meravigliosa: gli occhi rifulgevano profondi e cerulei come il cielo, in un amore profondo . Era tutto amore, tutto una placida fiamma: contemplaba Dio e si umiliava adorando...il sole...sentiva nella sua massa enorme la potenza dell'Arcangelo che in nome di Dio lo dominava; Uriel, luce e fuoco di Dio splendeva immensamente più di lui nel cielo, e lasua volontà qual tromba guerriera gl'imponeva di non dare più tutta la sua luce alla terra peccatrice, perchè della sua luce s'abusava per offendere Dio.

  Servo di Dio, Giovan Vincenzo Ferreri [7]: Giunta la mezzanotte e stanco Fra Vincenzo dell’Orazione, ma più da contrasti avuti, , udì la voce amica, e tutta celeste che gli disse:Intendimi o Giovan Vincenzo, tu sei eletto da Gesù Cristo, quando era in croce e disseSitio. E sei una colonna di S. chiesa, ed un ornamento di lei per gli meriti della sua Santissima Passione, ed umiliati per ricevere l’Angelo Uriel. Gli disse anco che questo era l’Angelodi S. Maria Maddalena, che era Carità di Dio, che solea scaldare il petto, e dar’ispirazioni e aiuti, per convertire le genti

 Suor Maria di San Francesco, del Monastero francescano di Placensia, (città dove la leggenda vuole sia passato il Santo di Assisi)  [8]: “..senti come se uscisse  dal Santissimo Sacramento questa voce: Sta qui Uriele, che ti difenda

 Suor Bianca Di Gesù, per due anni priora del Monastero della "OLLERIA" di Valensia , cui [9]: “… il Signore le mostrò  l’Angelo Uriele, dicendole anche che era uno di quelli che assistevano la Santa Madre Teresa di Gesù e che proprio a quello l’aveva assegnata per la sua custodia e protezione..”..

  Suor Giovanna Maria Della Presentazione (Giovanna di Cambry) [10], la proto - mistica del Sacro Cuore, suora di clausura a Tournay e Lille : «...dopo aver ricevuto la Santa Ostia dalla mano del suo pastore Dio fece conoscere il nome dell' Angelo Custode del Direttore che era Uriele, cioè la «Chiarezza di Dio».

 Suor Anna Di San Giuseppe [11], una delle più grandi figlie di Santa Teresa, professa in Segovia, presso il monastero delle Carmelitane Scalze, di cui fu anche priora. Alla stessa  : “ ... venne il desiderio di conoscere il nome del suo Angelo Custode, e il Signore glielo volle rivelare, dicendole che si chiamava Uriele...”.

 Suor Marianna di Santa Chiara, priora del Real Monastero de la Encarnacion, di Villa de Mula, Diocesi de Cartagena, Murcia [12] a cui : «... “Il Santo Principe Uriele le disse che con singolare Provvidenza, dispose l’Altissimo, che nella professione di fede,  prendesse il nome di Chiara, per il dono di carità che voleva comunicarle”... il Santo Custode Uriele durante un colloquio mistico:“espandi il tuo cuore, che il Divino Amore ti inspirerà. Ricerca le opere di san Giovanni della Croce, e leggi il trattato che dice: Fiamma viva d’Amore: dove troverai i termini, e le metafore per spiegare quello che opera il Signore nella tua anima...».

  Suor Antonia de la Madre de Dios di Oaxaca (Messico), priora del monasterio de la Soledad,   [13]: « …Stando un giorno strettissimamente unita a Dio nella preghiera, si ridestarono in lei con un maggiore fervore che prima i medesimi desideri, e restando passivamente, sentì nello stesso tempo, che parlando il Suo Amato nel suo inerteriore le disse: “Uriele” facendole comprendere , che la sua protezione era tenuta in conto di questo Angelo…».

 Sac. Antonio Lo Duca [14]: “…buona nova già è stato decretato dalla ss. trinità consacrata; donde uscivano era di cornice di fuoco, quadrata, come la porta di concistoro di palazzo, l’angelo più appresso era l’arcangelo Uriele, io lo conobbi perché si rassomigliava a uno che io avea fatto dipingere di forma rossa li tempi passati…”.

 Re Pelayo delle Asturie, :  "...dato il grande numero degli avversari, si ritirò nella santa grotta di Covadonga  e li invocò il soccorso divino con orazioni tanto ferventi che meritarono di essere ascoltate dal Cielo, perché subito dopo, Dio gli inviò in aiuto il Principe San Uriele, che capitanando uno sfavillante squadrone di spiriti celesti sconfisse l’esercito avversario...”.


SANTI COPTI:

Anub di Tebe, martire copto [15]: “… Un grande prodigio proveniente dal Cielo si fece per lui. Gli Arcangeli, Michele, Uriele e Raffaele giunti dal Cielo presero le membra del giovinetto, le unirono perfettamente bene l’una all’altra ed infine gli soffiarono sul viso un afflato vivificante e quello alzandosi rimase incolume senza alcuna lesione …”.

S. Eusebio,  figlio del soldato Basilide,  Martire Copto[16]:  “… Il malvagio cominciò a variare i tormenti. A un certo punto Eusebio venne tagliato a pezzi, ma il Messia discese con i Sette Grandi Arcangeli, e comandò ad Uriele di raccogliere i pezzi e lo resuscitò…”.

 S. Eufrosina, Martire Copta[17]: “… In questo supplizio, Eufrosina aveva perduto la vista. S. Uriele discese da lei, le rese nuovamente la vista e la fece sembrare più bella del giorno prima …”.


SANTI ETIOPI

 Takla Haymanot Santo Etiope[18]: “… Ho sentito che tu sei il prediletto della Vergine Maria, (e sei) il padre dei santi monaci dei monasteri di tutto il paese di Awah, che l’Arcangelo Uriel aveva consacrato con il sangue di Cristo…”.

 Gabra Manfra Qeddus Santo Etiope[19]: «...E Discesero i  Sette Arcangeli, nella geenna infuocata, luogo dei peccatori ed in quel momento,  venne Abdemalkos, l’Angelo della Gehenna, che è preposto alle pene dei peccatori e fece uscire la gente di Gabotà. Il numero delle anime che furono sottratte alla dannazione era di 30.000. Fecero tornare quelle anime guidandole gli Arcangeli Michele e Gabriele, ciascuno secondo i suoi ordini, Raffaele e Uriele, ciascuno secondo la sua tribù...»

 Giorgio di Sagla , Santo presbitrero e scrittore etiope : « … Mentre egli ripeteva queste parole tutto iltempo, la Nostra Signora Maria venne da lui un giorno, e gli disse in sogno: “Oh mio prediletto Giyorgis, mio servo, mantieniti questa settimana nella purezza della carne, perché Mio Figlio ti concederà, attraverso la grazia della sua generosità, lo spirito di comporre libri perché l’Arcangelo Uriele ha chiesto per il tuoamore da Mio Figlio di concederti di bere dalla coppa della conoscenza come Esdra…».

Dersane Urael (Omelia dell’Arcangelo Uriele) [21]:”.


PROTEZIONI INDIRETTAMENTE RIVELATE  DI S. URIELE

 S. Teresa d'Avila : "...il Signore (…)  le manifestò l’ Angelo Uriele e le disse che era uno di quelli che assistevano  la Santa Madre Teresa di Gesù  ..” - alla suora Bianca di Gesù, priora del Monastero dell’Olleria di Valensia

 Santa Maria Maddalena: "…Gli disse anco che questo era l’Angelo di S. Maria Maddalena, che era Carità di Dio, che solea scaldare il petto e dar ispirazioni e aiuti, per convertire le genti..” - al Servo di Dio Giovan Vincenzo Ferreri.


PROTEZIONI TACITE DI S. URIELE

(ipotesi in cui l'autore Carmine Alvino congettura che lo spirito abbia dissimulato nel suo officio il nome del Santo Angelo  - fuoco e luce di Dio)

 Santa Maria Margherita de Alacoque, apostola del Sacro Cuore di Gesù: "...Voglio dirti chi sono, cara sorella, affinchè tu sappia quanto amore ha per te il tuo Sposo. Io sono uno dei sette spiriti che stanno più vicini al trono di Dio e che più partecipano alle fiamme del Sacro Cuore di Gesù Cristo…” l’Angelo Custode a Santa Maria Margherita de Alacoque" - l’Angelo Custode a Santa Maria Margherita de Alacoque

 San Giovanni Evangelista, l'Apostolo delle Divine Predilezioni : "  Nella festa di San Giovanni Apostolo ed Evangelista, mentre si suonava il Mattutino, parve a quella vergine che il Signor Gesù sotto l'aspetto di un fanciullo di dodici anni circa, con gioia svegliasse le suore. San Giovanni compariva pure nel dormitorio vicino al letto di una suora che a lui era molto divota. Davanti al Aanto Apostolo un angelo di grande bellezza e maestà, dell'ordine dei Serafini, portava un lume, mentre una moltitudine di altri Angeli, venuti ad onorare il santo Evangelista, con le loro lampade scortavano pure le suore fino al coro. Le suore che ispirate dall'amore, si alzavano con allegrezza, ricevevano una gloria molto maggiore di altre che erano mosse solo dal timore. Ma il primo Angelo che specialmente rendeva omaggio a san Giovanni perché questo apostolo quaggiù aveva amato il Signore di un amore serafico, aveva di più il potere di mantenere l'amore nel cuore di tutti quelli che amano questo Santo, in considerazione della tenerezza particolare di Cristo verso di lui. Per altro, lo Spirito di Dio eccita Lui stesso questo amore negli uomini…." - da Libro della Grazia Speciale”,  capitolo VI° ,  “San Giovanni Apostolo ed Evangelista” di Santa Metilde


[1]  Acta Sanctorum di Bollandus, Tomus I°, Ianuarii /De Sancta Martina Virgine Romana Martire pag. 11 e ss. 

[2] Acta Sanctorum di Bollandus, Tomo III°  Martii /De S.Lactino Abate In Hibernia, XIX Martii pag. 31 e ss caput. 6

[3] Santoral español: Colección de biografias de todoslos Santos nacidos en Espana….di Eustaquio de Nenclares , pag. 457 e ss, Madrid 1864

[4] Amedeus Apocalypsis nova, Estasi (Brani) Bibliothèque nationale de France, Département des manuscrits, Latin 9587, 1501-1600

[5] José Luis Repetto Betes, Biografia y escritos de Maria Antonia de Jesus Tirado fundadora del Beaterio Jerezano del Santisimo Sacramento (1740-1810) publicacion del Centro de Estudios Históricos Jerezanos, Jerez de la Frontera 1980 . Vida parte tercera GG. 3);4);6).

[6] Sacra Rituum Congregatione – Emo et Rmo Domino Card. Pignatello Relatore / Mexicana Beatificationis et Canonizationsi Ven. Servi Dei Antonii Margil a Jesu, Missionarii Apostolici Ordinis Minonorum S. Francisci de Observantia / Romae 1796 , par. 173/174;   b) El peregrino septenrional Atlante atlante:  Delineado en la exemplarissima vida del venerable padre F. Antonio Margil de Jesus, pag. 426/427 - 

[7] P.M. F.  Domenico Maria Pasini, Vita e virtù del venerabile servo di Dio p.f. Gioan Vincenzo Ferreri nobile palermitano, , religioso del terz’ordine di San Francesco, Palermo, 1699, capo decimosecondo, pagg. 245 e ss

 

[8] - Vita della Venerabile Serva di Dio Maria de San Francisco llamada comunemente la Rozas, professa en la ordentercera de N.P.S. San Francisco - pag. 388 e ss. della vita narrata dal suo confessore Rev. P.  Fr. Juan Alvin – anno 1682 (Madrid) - Biblioteca dell'Abbazia di Montserrat

[9] Historia della Corona de Aragon,  de la sagrata orden de los ermitanos,  de nuestro gran padre sant’augustin, compuesta de quatro reynos, Valencia, Aragon, Catalunnya y Menorca,  di fr.  Fayme Jorda , 1712, pag. 666 e ss – Cap XVII:  Vita della Madre Bianca di Gesù, Priora del convento dell’ Olleria, Valencia

[10] P. de CambryLicentiè’es Loix, Prestre, Chanoine de l’Eglise Collegiale de S. Hermes a Renaix, Abbregè de la vie de Dame Ienne de Cambry , Premierement Religeouse  de l’Ordre de S. Sugustin a Tournay, e & depuis Soeur  Ienne Marie de la Presentation recluse lez Lille, .  Anvers

[11] Reforma de los descalços de N. Senora del Carmen de la primitiva observancia Di Francisco de Santa María, tomo sexto  vol. XXIII  - Empieza la vida de la extatica madre Ana de San Joseph, hasta professar en Segovia, pagg. 119 e ss

[12] Cronaca del religioso osservantissimo real monastero di Maria Santissima della Incarnazione, religiose franscescane scalze della prima regola della nostra Serafica Madre Santa Chiara,, fondato nella illustre, nobile e antica, Villa de Mula, diocesi di Cartagena,Regno di Murcia, di Di Angel de Molina y Castro, Tomo II con permesso dei Superiori. (Di Uriele si parla in tutto il libro – e specialmente nel Capitolo XXIV Cordiale Devozione della Madre fondatrice al suo Angelo Custode…)-

[13] Joseph Sánchez de Castro “Vida de la V.M. Sor Antonia de la Madre de Dios, religiosa agustina recoleta y fundadora del colegio de Santa Mónica de la Puebla de los Angeles y después en el de Nta. Sra. de la Soledad en la ciudad de Antequera, valle de Oaxaca. Mexico” , Imprenta de J. B.de Hogal, 1747, cap. 26°“Del amor, y devocion que tuvo á fuSanto Angel de Guarda, y de los beneficios que recibió por miniferio de los Epiritus Angelicos”

[14] Matteo Catalani, Historia della Chiesa di S. Maria degli Angeli causata dagli scritti originali di Antonio Duca di Cefalù sacerdote siciliano, per Mattheo Catalano siciliano di Palazzolo prete S. V. D. ad utilità delle devote persone fedelmente composta,

[15] . Agostino Antonio Giorgi - Stefano Borgia, De miraculis Sancti Coluthi et reliquiis actorum Sancti Panesniv martyrum Thebaica fragmenta duo, alterum auctius, alterum nunc primum editum praeit dissertatio eminentissimi Stephani Card. Borgiae De cultu S. Coluthi M. Accedunt fragmenta varia notis inserta omnia ex Museo Borgiano Veliterno deprompta et illustrata opera, Rome, Antonium Fulgonium, 1793.

Giornale de' letterati, a Sua Altezza Reale Ferdinando III Gran Duca di Toscana Tomo XCVII, 1795, Articolo VII pag. 153 e ss

[16] Sir Montague Fowler, Christian Egypt, Past, Present, And Future, Church Newspaper Company, Limited, 1901, Pag. 184, Dove Vi È L’unica Traccia – Eusebius was taken by the Archangel Suriel to heaven, where he remained seven years .

Violet Mac Dermot, The Cult Of The Seer In The Ancient Middle East, University Of California Press,  Berkeley And Los Angeles,  1971, Pagg. 541 E 745. Qui vi sono alcuni brani in lingua inglese dedicati a questa protezione  - as he was saying this thing , beholds the good saviour appeared  to him  in the form of a youth, with michael and gabriel,  and the rest of the seven Archangels. He commanded  the Angel Suriel to bring to him  the limbs of eusebius,  the holy an glorious martyr. Then Suriel the archangel, gathered the limbs of the body of the blessed men..”.

E. Amelïneau, Les Actes Des Martyrs  De L'église Copte Étude Critique Par  Paris 1890

Henri Hyvernat, Actes des Martyres d'Egypte tirés des manuscrits coptes de la Bibliothèque Vaticane et du musée Borgia

[17] Émile Amélineau, Actes des Martyres d'Egypte tirés des manuscrits coptes de la Bibliothèque Vaticane et du musée Borgia.

[18] Taddesse Tamrat http://www.dacb.org/stories/ethiopia/takla2_haymanot.html (per la vita).

Https://st-takla.org/  , St. Takla Haymanout Coptic Orthodox Website

[19] Paolo Marassini, vita", "omilia", "miracoli" del santo gabra manfas qeddus.

[20] Getatchew Haile, A Miracle of the Archangel Uriel Worked for Abba Giyorgis of Gasecca, in Proceedings of the 16th International Conference of Ethiopian Studies, Volume 1 Edited by Svein Ege, Harald Aspen, Birhanu Teferra and Shiferaw Bekele, Department of Social Anthropology, Norwegian University of Science and Technology, Trondheim, 2009, p.23

[21] Caquot  André, L'homélie en l'honneur de l'archange Ouriel (Dersāna Urā'ēl). In: Annales d'Ethiopie. Volume 1, année 1955. pp. 61-88

NUOVA GERARCHIA CELESTE - COME DA ARCANGELOLOGIA I, II e III

- AGGIORNATO AL 29.01.2018 -

La nuova Gerarchia Celeste che l'autore - Avv. Carmine Alvino - qui propone, all'attenzione dei fedeli,  è il frutto dei esclusivo suoi studi, che sono contenuti nei volumi Arcangelologia Vol. I, Vol. II e Vol. III  (in pubblic.) , editi dalle Edizioni Segno di Udiene.

 

“NUOVA” GERARCHIA DEGLI ANGELI

Dall’esame comparativo e sistematico di tutte le fonti vetero e neo testamentarie, attinte dalle LXX nella loro doppia versione (versioni della Bibbia in greco), e nella TANAKH (versione del Vecchio Testamento in lingua ebraica), nonché delle fonti mistiche, è emerso un quadro gerarchico degli Angeli molto più complesso di quello immaginato dallo pseudo – Dionigi, che abbiamo riassunto come segue:

 

PRIMA GERARCHIA:  ANGELI DEL «PANIM» O DEL MISTICISMO DEL VOLTO (2 Cori)

SETTE DIVINI ASSISTENTI o PRIMI PRINCIPI:  Sette Serafini o Sette Primi Arcangeli di grado maggiore rispetto agli altri, posti ad imperitura lode dell’Eterno. Essi, seppur dotati di 6 ali, simbolizzano nel loro gruppo di 7 Spiriti, l’intera divinità (perché il sette è simbolo d’assolutezza). Sono contraddistinti dal potere di massimo Arcontato, ovvero dal comando su tutti i restanti Cori Angelici;  potere questo omologo a quello dell’ Angelo Satan sui propri sottoposti: in quanto anch’egli un Arconte Antico [nel testo sacro in Tb. 12,15, Dn. 10,13, Ap. 1,4, Is. 63,9].

ANGELI SERAFINI: dall’ebraico «saraph» cioè bruciare, avvampare, ardere. Talvolta il Saraf indica anche una creatura, come un serpente velenoso dal colore rosso rame. Al riguardo l ’Angelo Satan veniva chiamato anche «Serpente Antico», non solo perché Arconte, ma proprio per essere un Serafino - Serpente [nel testo sacro in Is. 6,2].

 

SECONDA GERARCHIA: ANGELI DEL «MERCABAH» O DEL MISTICISMO DEL CARRO (2 Cori)

SEMI GERARCHIA DEI CHERUBINI: 

             1) CHERUBINI HAYOT HAKKADOSH - 4 ALI -  dall’ebraico ‎ «cherub o carab» cioè Angeli puri ovvero più prossimi o vicini a Dio anche nella Sua conoscenza/scienza. Essi corrispondono biblicamente alle Sante Creature - Hayot Hakkadosh - dotate di quattro ali e ad altrettanti elementi del Carro di Ezechiele, c.d. Argaman [nel testo sacro in Ez. 10,1].

              2) CHERUBINI CUSTODI - 2 ALI - : emersi nel libro della Genesi, hanno solo due ali, ed in mano la spada sfolgorante, che in ebraico si chiama חֶרֶב ‎ - chereb . Essi prendono il  nome dunque dall'arma che portano in mano : «…Scacciò l'uomo e pose ad oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada folgorante, per custodire la via all'albero della vita…»   [Genesi 3,24]. Hanno 2 ali perchè così Dio ordinò a Mosè  di fabbricarli e porli sull'arca, proprio con soli due ali ciascuno. Tale concezione torna mstico-allegoricamente anche a FATIMA, nel terzo segreto. Suor Lucia scrive: «… Dopo le due parti che già ho esposto, abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva grandi fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo intero; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l'Angelo, indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza!...» , la lettura è identica alla genesi e quello Spirito verosimilmente è un Cherubino , con in mano la sacra spada devastatrice Charab. 

ANGELI OFANNINI O GALGAL: dall’ebraico «OPHAN» e dal greco «trokoi/gelgel» che significa ruota o cerchio che gira e, per analogia, vortice o turbine, sono stati tradotti erroneamente in «thronoi - troni». Costituiscono altri elementi del Carro di Ezechiele [nel testo sacro in Ez. 10.13].

 

TERZA GERARCHIA: ANGELI DEL «MALKUT» O O DEL MISTICISMO DEL  REGNO  – POSTI SOTTO IL CARRO (4 Cori)

MALACKIM MALKUT: dall’ebraico «sar o malack» che significa Angelo o Principe  e da «malkuth» che significa «atto di dominare un territorio». Le Dominazioni/ Kyriotetes o «Principi dei Domini o delle Signorie» sono Angeli superiori, che hanno controllo sui regni terreni; anche detti «Angeli delle Nazioni» [nel testo sacro in DAN. 10.13].

MALACKIM TSABA’ : da  «tsabà»  che significa «esercito combattente» e che viene tradotto in greco dal termine generico «dynameis». Essi  sono gli Angeli posti sotto il comando del «Malack Malkut» di un territorio favorevole od ostile ad Israele e/o alle nazioni cristiane e costituiscono le truppe di terra, illuminate ovvero ottenebrate dall’Angelo Dominazione [nel testo sacro in GS 5,14].

EXIUSIAI AEROS : dalla Volgata latina «potestates aëris » le «POTENZE DELL’ARIA» sono gli Angeli posti sotto il Comando del Malack Malkut di un territorio o regno, ovvero direttamente  sotto il comando del Principe di questo mondo, l’Angelo Satan. Costituiscono, se decadute, le truppe aeree dell’esercito, c.d. «demoni dell’aria» [nel testo sacro in EF. 2,1].

ARCAI: dall’ebraico  «re‘shıyth» che significa origine o modello, ovvero dalla radice ebraica/primitiva «rô’sh»  che significa “capitano/capo” d’esercito.  Essi, se esistenti realmente,  hanno un ruolo indefinito a metà tra il militare e il metafisico. Potrebbe trattarsi di Angeli capitani/capo, sotto - truppe al comando dei Cori precedenti, probabilmente confusi con gli Arcangeli minori. [nel testo sacro in Gen. 1] 

 

QUARTA GERARCHIA: ANGELI DEGLI «ISHIM»  O DEL MISTICISMO DELL' UOMO – DEPUTATI A PROTEGGERE SINGOLI INDIVIDUI  (2 Cori)

ARCANGELI MINORI o INFERIORI : se proprio devono esistere, possono essere posizionati qui a proteggere gli uomini importanti, gli eroi o alcuni Santi o Profeti. Sono stati scorti da Santa Francesca Romana, la Ven. Maria Giovanna della Croce ed altri.

MALACKIM: semplici ANGELI protettori/custodi d’anime come emerso dal libro di Giobbe, dall’ebraico «malackim luts» ovvero «angeli che intercedono» o letteralmente «mettono bocca» » a favore dei custoditi. [nel testo sacro in Gb. 33,23].

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PROPOSTA DI DEFINIZIONE DEL DOGMA SUI 7 ARCANGELI

Vista l'impossibilità di utilizzare qualsiasi strumento idoneo per il riconoscimento di figure angeliche, risultando inapplicabili le norme procedurali per la beatificazione e canonizzazione degli Spiriti celesti, e in particolare difettando la Costituzione Divinus Perfectionis Magister, l'unica competenza spetta al SANTO PADRE, mediante la PROCLAMAZIONE DEL DOGMA DEI SETTE DIVINI ASSISTENTI

PROPOSTA DI DEFINIZIONE DEL DOGMA SUI SETTE ARCANGELI

«Nostro Signore Gesù Cristo, come ne attestano: la Sacra Scrittura, la Tradizione Orale Bimillenaria della Chiesa, la Pia Testimonianza dei Padri e la Rivelazione Soprannaturale dei mistici cristiani d’ogni epoca, all’inizio dei secoli, ha collocato Sette Angeli Principali in perpetua adorazione e assistenza della Sua Divina Maestà, i quali, come Sette Fiaccole ardenti s’avvampano perennemente davanti alle fiamme del Suo Sacro Cuore, e come Suoi Sette Occhi scorrono tutta la terra in perfetta esecuzione dei suoi mandati divini, intercedendo indefessamente per noi, unitamente a Maria Vergine, Onnipotente per Grazia, loro e Nostra Regina, ed innalzando perennemente davanti al Suo Trono Immacolato , i meritori profumi ed aromi delle preghiere dei Santi, dei Beati, dei Martiri e soprattutto delle sofferenze del Suo Stesso Figlio, spese sulla Croce in pagamento dei nostri peccati»   AMEN

I LORO NOMI SONO : 

Michele, Gabriele e Raffaele, «Per Tradizione Scritta »
Uriele, «Per Tradizione Orale e Liturgica nonché per Sacra inferenza pseudoepigrafa»
Salatiele/Sealtiele, Jeudiele/Eugudiele e Barachiele, «Per Vis Estatico - Profetica»

SE E’ VOLONTA’ DI NOSTRO SIGNORE GESU’ CRISTO A CUI APPARTIENE OGNI POTENZA E GLORIA NEI SECOLI COSI’ SI VOGLIA,  COSI’ SI PREDICHI , COSI’ SI SCRIVA E SI FACCIA NELLA SUA CHIESA E IN TUTTO IL MONDO

PROPUESTA DE DEFINICIÓN DEL DOGMA DE LOS SIETE ARCÁNGELES

"Nuestro Señor Jesucristo, como lo atestiguan: la Sagrada Escritura, la Tradición Oral Bi-Milenial de la Iglesia, el Piadoso Testimonio de los Padres y la Revelación Sobrenatural de los místicos cristianos de todas las épocas, al comienzo de los siglos, colocó a los Siete Ángeles Principales en Adoración y asistencia perpetua de Su Divina Majestad, quien, como Siete Antorchas Ardientes, se enciende perpetuamente ante las llamas de Su Sagrado Corazón, y como Sus Siete Ojos fluye toda la tierra en perfecta ejecución de Sus mandatos divinos, intercediendo incansablemente por nosotros, junto a la Virgen María, Todopoderosa por Gracia, ellos y Nuestra Reina, y elevando perennemente ante Su Trono Inmaculado, los meritorios perfumes y aromas de las oraciones de los Santos, del Los Benditos, de los Mártires y sobre todo de los sufrimientos de Su propio Hijo, pasado en la Cruz en pago por nuestros pecados "

AMÉN

SUS NOMBRES SON : :

Miguel, Gabriel  y Rafael, "Por tradición escrita"
Uriel , "Para la tradición oral y litúrgica, así como para la inferencia pseudoepigráfica sagrada"
Salatiel / Sealtiel, Jeudiel / Eugudiel y Barachiel, gracias ad extasis mysticas

PROPOSTA DE DEFINIÇÃO DO DOGMA NOS SETE ARCANJOS

"Nosso Senhor Jesus Cristo, como atesta: Sagrada Escritura, a Tradição Oral da Igreja de dois mil anos, o Pio Testemunho dos Padres e a Revelação Sobrenatural dos místicos Cristãos de todas as idades, no início dos séculos, colocou Sete Anjos Principais em adoração e assistência perpétua de Sua Divina Majestade, que, como as Sete Tochas Ardentes, arde perpetuamente diante das chamas de Seu Sagrado Coração, e como Seus Sete Olhos fluem por toda a terra em perfeita execução de Seus mandamentos divinos, intercedendo incansavelmente por nós, junto com a Virgem Maria, Onipotente pela Graça, eles e Nossa Rainha, e elevando perenemente diante do Seu Trono Imaculado, os perfumes e aromas meritórios das orações dos Santos, dos Bemaventurados, dos Mártires e sobretudo dos sofrimentos do Seu próprio Filho, passados acima da Cruz em pagamento pelos nossos pecados "
AMÉM
 
OS NOMES DELES SÃO : :

Michele, Gabriele e Raffaele,  para  tradição escrita
Uriel, "Para a tradição oral e litúrgica, bem como para a inferência pseudoepigráfica sagrada"
Salatiele / Sealtiele, Jeudiele / Eugudiele e Barachiele,  para " força profética mística"

PROPOSAL FOR DEFINITION OF THE DOGMA ON THE SEVEN ARCHANGELS

"Our Lord Jesus Christ, as attested by: Sacred Scripture, the Church's Two Thousand Year Oral Tradition, the Pious Testimony of the Fathers and the Supernatural Revelation of Christian mystics of every age, at the beginning of the centuries, placed Seven Principal Angels in perpetual adoration and assistance of His Divine Majesty, who, like Seven Burning Torches, perpetually flare up before the flames of His Sacred Heart, and like His Seven Eyes flow all the earth in perfect execution of His divine mandates, interceding tirelessly for us, together with the Virgin Mary, Almighty by Grace, they and Our Queen, and perennially raising before Her Immaculate Throne, the meritorious perfumes and aromas of the prayers of the Saints, of the Blessed, of the Martyrs and above all of the sufferings of Her own Son, spent on the Cross in payment for our sins "
AMEN
 
THEIR NAMES ARE : :

Michael, Gabriel and Raphael, "By Written Tradition"
Uriel, "For Oral and Liturgical Tradition as well as for sacred pseudoepigraphic inference"
Salatiel / Sealtiel, Jeudiel / Eugudiel and Barachiel , "For Ecstatic - Prophetic Vis"

PROPOSITION DE DÉFINITION DU DOGMA SUR LES SEPT ARCHANGES

«Notre Seigneur Jésus-Christ, comme en témoigne: l'Écriture Sainte, la Tradition orale de deux mille ans de l'Église, le témoignage pieux des Pères et la révélation surnaturelle des mystiques chrétiens de tous les âges, au début des siècles, ont placé sept anges principaux en adoration et assistance perpétuelles de Sa Divine Majesté, qui, comme sept torches ardentes, s'embrasent perpétuellement devant les flammes de son Sacré-Cœur, et comme ses sept yeux coulent sur toute la terre dans la parfaite exécution de ses mandats divins, intercédant sans relâche pour nous, avec la Vierge Marie, toute-puissante par grâce, eux et Notre Reine, et élevant éternellement devant son trône immaculé, les parfums et les arômes méritoires des prières des saints, des bienheureux, des martyrs et surtout des souffrances de son propre fils, passé sur la croix en paiement de nos péchés " AMEN 

LEURS NOMS SONT :

Michee, Gabriel et Rafael, "Par tradition écrite"
Uriel, "Pour la tradition orale et liturgique ainsi que pour l'inférence pseudoépigraphique sacrée"
Salatiele / Sealtiele, Jeudiele / Eugudiele et Barachiele, "Pour extatique - Vis prophétique"
 

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