CLAUSOLA DI ESTER 1,4
Studi e ricerche
Avv. Carmine Alvino
- Anche nel libro di Ester 1,14 per alcuni vi sarebbe un’antica eco di questi Sette Spiriti, allorchè viene riferito che: “.. i più vicini a lui erano Carsenà, Setàr, Admàta, Tarsìs, Mères, Marsenà e Memucàn, sette capi della Persia e della Media che erano suoi consiglieri e sedevano ai primi posti nel regno”.
Come infatti è detto in Ester 1 v. 14, il re Assuero aveva “Sette Capi della Persia e della Media che vedevano la faccia del Re e occupavano i più alti ranghi nel regno”.
Si tratta secondo Cornelio a Lapide, di una circostanza che rispecchia il modello del Regno Divino.
Questa è la causa per cui nella sacre Scritture non viene fatta menzione dei sette angeli, non dopo che gli ebrei furono fatti prigionieri presso i Tribunali dei Re della Persia e della Media, ove videro questi primi principi dei re. Allora infatti, fu a loro rivelato, che allo stesso modo di questi vi fossero anche dei Principi di Dio nel cielo.
Gli Arcangeli corrispondono nelle loro funzioni, latatamente agli Amesha Spenta o agli dei planetari.
Gli Ameša Spenta (avestico: Aməša Spənta, "immortali benefici", "immortali efficaci", traslitterato in inglese con Amesha Spenta) sono spiriti presenti nella religione dello Zoroastrismo, emanazioni della divinità suprema Ahura Mazdā, e suoi aiutanti nella creazione dell'Universo e nel mantenimento dell'ordine dello stesso. Il mazedismo o zoroastrismo è una religione monoteista, e l'unico dio è Ahura Mazdā, quindi queste entità non vengono solitamente definite dèi, ma piuttosto spiriti, immortali, o, in alcune tradizioni, angeli. In quanto entità spirituali subordinate a un dio supremo, sono stati spesso paragonati agli arcangeli delle tradizioni ebraica e cristiana.
Peraltro la struttura soteriologica dell'Apocalisse di Giovanni, specie in 1,4 con Dio - i Sette Spiriti - e - Cristo Signore, sembra rispecchiare proprio la struttura celeste avestica, con Ad Ahura Mazda, il luminoso e glorioso, gli Amesha-Spentas ed infine il profeta Zoroastro.
È possibile dunque che la determinazione del loro numero in sette risalga ad una influenza iranica o babilonese.
Ma dopotutto la dottrina degli angeli va certamente spiegata in base alle antiche concezioni della corte celeste, e questo tanto più in quanto la sua ulteriore evoluzione si svolse prevalentemente in senso apocalittico, con colorazione mitologica.