CLAUSOLA DI ZACCARIA 4,10

Studi e ricerche

Avv. Carmine Alvino


IL CANDELABRO DI ZACCARIA - SETTE OCCHI REALI E NON SIMBOLI INVIATI NEL MONDO

  • Nel  libro di Zaccaria, al capitolo 3,9 si legge:
  • « …Ecco la pietra che io pongo davanti a Giosuè: sette occhi
  • Tanach šiḇə‘â ‘‛ayin volcaizzato { šiḇə‘â ‘ênāyim } –
  • LXX: ἑπτὰ ὀφθαλμοί - Vulg: septem oculi sunt: ) sono su quest'unica pietra.

  • Zaccaria 4,10- 11 - Le sette lucerne {o meglio quei sette ?!} rappresentano gli occhi del Signore che scrutano tutta la terra
  • Tanach êlleh (quei) shib‛âh ‛ayiny t ehôvâh shû (che vanno) kôl (per tutta) erets (terraa) vocalizzato { šiḇə‘â-’ēlleh ‘ênê yəhwâ hēmmâ məšwōṭəṭîm bəḵāl-hā’āreṣ} -
  • LXX ἑπτὰ οὗτοι ὀφθαλμοὶ κυρίου εἰσὶν οἱ ἐπιβλέποντες ἐπὶ πᾶσαν τὴν γῆν
  • Vulga- Septem isti oculi sunt Domini, qui discurrunt in universam terram

  • ZACCARIA introduce misteriosamente sette mistici elementi e mostra al profeta una pietra, e sulla stessa:
  • «ἐπὶ τὸν λίθον» sussistere «ἑπτὰ ὀφθαλμοί» cioè: SETTE OCCHI [Zc 3,9].

  • Il testo ebraico e greco del passo in questione, infatti, presentano un’ espressione che la versione italiana della Bibbia – quella della CEI 1974 e 2008 - non è stata in grado di tradurre adeguatamente cosicché non si riesce più ad esprimere un orientamento uniforme ed una esegesi credibile e costante sul punto.
  • Stiamo parlando dell’espressione contenuta in Zaccaria 4,10 che il testo CEI esprime così : «… Le sette lucerne rappresentano gli occhi del Signore che scrutano tutta la terra» . [ Zc 4,10]

L’espressione che recita: « Le sette lucerne rappresentano » non esiste in greco e in ebraico! Essa non è che un’ aggiunta dei traduttori! La versione greca dei (o delle) Settanta di Zaccaria 4,10, infatti, recita testualmente:

  • ZC 4,10 - ἑπτὰ οὗτοι ὀφθαλμοὶ κυρίου εἰσὶν οἱ ἐπιβλέποντες ἐπὶ πᾶσαν τὴν γῆν   .E come dunque si può vedere facilmente, non vi è alcun riferimento alle lucerne! Al contrario, questi « ἑπτὰ οὗτοι ὀφθαλμοὶ » ovvero questi SETTE OCCHI scorrono tutta la terra e declamare la gloria dei piccoli giorni di Zorobabele.

  • Il problema sta allora in quel termine «οὗτοι» (gli stessi/i medesimi) che ha indotto in errore il traduttore , facendo pensare che ci si riferisse ad uno degli elementi precedentemente riferiti.

Le «ἑπτὰ λύχνοι » e gli «ἑπτὰ ὀφθαλμοὶ», in realtà sono due immagini profetiche completamente diverse; sebbene siano qui identificate e accomunate dall’interprete CEI, che non si fa scrupolo alcuno ad aggiungere e costruire un intero periodo o costrutto supplementare non presente nè in ebraico, nè in greco, ma solamente in italiano, allo scopo di sostanziare, per motivi allo stato sconosciuti, questa tautologia!

  • Peraltro, restano più chiare e corrette le edizioni precedenti del passo biblico in questione che eliminano quest’associazione tra occhi e candelabro:

  • TESTO DELLA NUOVA RIVEDUTA – ZC 4,10 «Chi potrebbe infatti disprezzare il giorno delle piccole cose, quando quei sette là, gli occhi del SIGNORE che percorrono tutta la terra, vedono con gioia il piombino in mano a Zorobabele?»
  • TESTO NUOVA DIODATI – ZC 4,10 «Chi ha potuto disprezzare il giorno delle piccole cose? Ma quei sette si rallegrano a vedere il filo a piombo nelle mani di Zorobabel. Questi sette sono gli occhi dell'Eterno che percorrono tutta la terra».

  • Non vi è sintesi tautologica in ZC 4,10 tra OCCHI E LUCERNIERI, ma l’edizione CEI 2008 producendo una equivalenza dal nulla pone le basi per una confusione e/o un fraintendimento tra la Chiesa Militante – Sette Lucernieri – e la Chiesa Trionfante - Sette Occhi .