L'APOCALYPSIS NOVA TRADOTTA: VOLUME 3 (ESTASI V)

Carmine Alvino

LA QUINTA ESTASI: UNO SQUARCIO PROFETICO SENZA PRECEDENTI NELLA STORIA DELLA CHIESA!

Molto rari sono stati quei veggenti in grado di scrutare con completezza, ampiezza e consapevolezza l’intero mondo delle verità ultraterrene o gran parte di esso, e quand’anche lo abbiano fatto, di riportare qualcosa di più di un’immagine vacua, di una verità parziale o soltanto superficiale, cosicchè il velo del mistero su queste verità non si è mai strappato del tutto . Peraltro tutte queste apparizioni o estasi nulla hanno lasciato trapelare sui contenuti più oscuri e arcani dei Testi Evangelici, ma si sono limitate a corroboraree le conoscenze che noi tutti potremmo pensare di avere sull’argomento senza alcuna apparente contrapposizione. Mutuando un termine tecnico – scientifico, si è assistito invece, con riguardo alla Apocalypsis Nova in generale e alla sua quinta estasi in particolare, ad una vera e propria “Singolarità Profetica”, riflettendo sulla circostanza che, laddove la singolarità è in campo scientifico un punto, previsto nello sviluppo di una civilizzazione, dove il progresso tecnologico accelera oltre la capacità di comprendere e prevedere degli esseri umani moderni, in campo mistico, essa è avvenuta con riferimento all’Apocalypsis Nova, perché le visioni del veggente Amadeo si sono spinte ad un punto tale di scrutazione soprannaturale, da offrire una visione completa, esaustiva e magnifica delle verità evangeliche così da renderle manifeste e d’un tratto chiare, e spingere l’interprete ben al di la di ogni suo ardito tentativo esegetico. Tuttavia, i tempi in cui questo scritto venne alla luce non erano maturi, e forse non lo sono neanche quelli di oggi. Ciò perché si assiste da parte del fedele che vuole leggere la mistica, ad una vera e propria contraddizione, che consta da una parte nel tentativo di conoscere qualcosa di “non detto” o “non conosciuto” nel Testo Evangelico, e dall’altra , tuttavia, nel rifiuto più o meno consapevole  di quelle verità scomode che non si è sempre ed ancora pronti ad accettare, perché non si vuole lasciare il tranquillo binario della conoscenza ortodossa, ovvero ritenuta ortodossa almeno fino a quel momento. In sostanza un po scrutiamo, un po non scrutiamo, ovvero se le cose non ci tornano, meglio lasciare perdere. Ciò è avvenuto molto probabilmente per la “Nuova Apocalisse” del Beato Amadeo. È stata letta, ma , invece di interpretare la stessa nella chiave della salvezza e dell’amore di Dio si è preferito scorgere in modo curioso e privo di carità chi fosse quel pastore eletto da Dio, presumendo di interpretare la volontà di Dio, e così non studiando gli altri segreti celesti che poi si sono effettivamente appalesati.  E sul punto, purtroppo la Chiesa, ha prestato ancora una volta il fianco, lasciandosi attirare nel sicuro e un po arido e/o angusto binario della tradizione conosciuta, senza però parallelamente utilizzare a beneficio dei credenti quegli aiuti soprannaturali che Dio progressivamente inviava , di secolo in secolo, per la salvezza dell’uomo e l’esatta conoscenza delle Sue cose.  Tuttavia, con il Beato Amadeo, abbiamo assistito, come si diceva ad una vera e propria Singolarità Profetica.

Non si era mai registrata una devoluzione così copiosa di informazioni attinenti alle verità evangeliche, le quali peraltro, come abbiamo visto nell’antefatto di questa collana (i c.d. Ritratti Mistici) hanno goduto anche della conferma da parte della Nostra Madre celeste. E ciò è soprattutto avvenuto per quel che riguarda specificamente la  quinta estasi dell’ Apocalypsis Nova, che costituisce forse lo scorcio profetico più importante di tutta la mistica cristiana, ma il  meno conosciuto, citato o ricordato. Il numero delle rivelazioni, il loro contenuto, i misteri svelati, l’esegesi sorprendentemente puntuale e illuminante del Sacro Testo, consentono, di affermare che siamo di fronte, ad una nuova elargizione dello Spirito Santo, però ridotta ad un solo individuo.

Ma cosa si è trovato di così sconvolgente in tale scritto affinchè per oltre 500 anni nessuno abbia mai pensato di tradurlo? E badi bene l’amatissimo lettore che, al contrario, hanno trovato posto sugli scaffali delle librerie e biblioteche cattoliche e lo trovano ancora, pubblicazioni di ogni genere ovvero traduzioni di libri, di visioni mistiche, di pareri e congetture di pseudo mistici ecc, se non blasfemi, anche solo semplicemente infamanti per la nostra fede, ma non è stato mai tradotto questo scritto che invece preconizza la futura vittoria del Cristianesimo! In essa quinta estasi, che è difatti anche l’estasi più lunga di tutte, è descritta tutta la vita della Sacra Famiglia dallo Sposalizio della Vergine fino al ritrovamento di Gesù nel Tempio e oltre.  Lo scorcio profetico è corredato dalle apparizioni di tutti e Sette gli Angeli Assistenti e la menzione dei loro nomi. Appena segnalata dai grandi teologi del XVI e XVII e accennata solamente dai Santi moderni come una tra le più importanti pagine della mistica, la quinta estasi del Beato Amadeo si offre ancora oggi allo sguardo del fedele e dell’interprete con tutta la sua straordinaria potenza descrittiva, teologica e dogmatica, rinnovando la fiducia, che si tratti proprio di un opera scritta su impulso di Nostro Signore. Ciò anche per la circostanza che in essa si accenna per la prima volta, tra le fonti cattoliche, al c.d. “Vangelo Eterno di Luce”, ovvero al Vangelo completo di tutti i dogmi mariani, che fino ad ora sono stati proclamati e che sono da proclamarsi, e di tutte le parti che gli Evangelisti, non poterono inserire nel Lascito Testamentario (c.d. dEpositum Fidei) , perché  i tempi non erano maturi per conoscere alcune straordinarie verità, inizialmente subordinate al Cherigma. Di tale Vangelo Eterno si accenna anche nell’apocalisse di San Giovanni, laddove , l’Apostolo delle divine predilezioni scorse proprio in estasi  : “un altro angelo che volando in mezzo al cielo recava un vangelo eterno da annunziare agli abitanti della terra e ad ogni nazione, razza, lingua e popolo [Ap 14,6]”. Questo Angelo non è nient’altro che Gabriele, e questo Vangelo Eterno, non è nient’altro che il Vangelo Eterno di Luce della Apocalypsis Nova, ovvero, il Vangelo intero della originaria e completa predicazione di Gesù,  di cui parte importante fu trascritta nel Sacro testo, e parte minoritaria fu lasciata alla predicazione orale, c.d. Disciplina Arcani (parleremo di tale argomento durante l’ ottava estasi). Ecco perché nel testo Amadeita dice San Luca, sollecitato in tal senso dall’Angelo:  “…La Genitrice del Nostro Dio mi rivelò ogni cosa e io l’avevo scritta ma allora non piacque al Nostro Re che le stesse cose fossero rivelate a tutti poiché c’era molta perfidia nel mondo, - e aggiunse – certamente sono riservate per l’età ventura quando anche sarà compresa l’Apocalisse di Giovanni che è chiusa da sette sigilli. In quel tempo queste cose saranno integrate nel mio Vangelo da un pastore…”. Cari fratelli e amatissimi lettori, il Vangelo Eterno dunque è già su di noi nella mente eterna di Dio, ed è la massima espressione della rivelazione del Suo Verbo.

 

Questa è l’ultima rivelazione, la più interna, la più meravigliosa, la più arcana della nostra salvezza.

 

In questo senso, funzione fondamentale per la conoscenza di queste fonti evangeliche, soltanto orali, ha avuto la Madonna.  Secondo gli storici, i Vangeli sarebbero stati redatti sulla base di un documento unico e originario, più antico : c.d. Fonte Q (dal tedesco Quelle, “fonte”) . Secondo gli studiosi sarebbe stato redatto una ventina di anni dopo la morte di Gesù. La Fonte Q non elencherebbe i fatti relativi alla vita di Gesù, quanto piuttosto l’insieme dei detti a carattere sapienziale proferiti dal maestro della Galilea i cosiddetti Lòghia (“discorsi”, appunto, in greco).e sarebbe, sempre secondo costoro, la soluzione del problema sinottico. Alla base dei tre sinottici starebbe dunque la tradizione orale che aveva grande importanza presso i rabbini stessi: i bravi discepoli – dicevano i rabbini – sono quelli che non lasciano sfuggire neppure una goccia dell’insegnamento ricevuto. Il Beato Amadeo ci mostra però una realtà ben diversa da come ce la presentano gli storiografi, proprio sulla base del Vangelo stesso che ce lo dice ( Luca 2, 41-52): “I genitori di Gesù si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l'usanza, ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: « Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo ». Ed egli rispose: « Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio? ». Ma essi non compresero le sue parole. Partì dunque con loro e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore”. Lo stesso Vangelo ci informa che Maria, teneva queste cose scritte nel suo cuore evidentemente con il fine poi di proclamarle ai discepoli. Nella quinta estasi, durante la notte dell’Annunciazione, l’Arcangelo Gabriele oltre a rivelare alla Madonna di essere la futura Madre del Verbo, si intrattiene con lei rivelandole i motivi che portarono alla battaglia dei cieli, come descritto nell’ Apocalisse di San Giovanni al Capitolo 12.  Verosimilmente dunque, la stessa, serbò queste conoscenze, e fu sempre lei a rivelarle poi ai discepoli e soprattutto a San Luca, come ricordava sopra lo stesso apostolo apparso al veggente (difatti Luca è l’unico tra gli Evangelisti a riportare il nome dell’Angelo Gabriele, segno che gli fu rivelato direttamente, mentre gli altri non lo riportano). Maria dunque è la prima fonte Evangelica, diremmo la “Fonte M” colei che tramandò queste conoscenze agli Apostoli e che non tutte, furono trasferite negli Scritti Sacri. Tali verità tuttavia furono fatte propalare oralmente attendendo il momento opportuno affinchè si cantasse l’Onore della Vergine Madre e la sua intercessione presso Dio, ma di tale argomento parleremo nel nostro quinto volume, che si occupa della ottava estasi, se sarà piaciuto a Dio.