LUCA 1,19-26
Studi e ricerche
Avv. Carmine Alvino
VANGELO DI LUCA - GABRIELE DAVANTI AL TRONO DI DIO
- Anche nel Vangelo, l’Arcangelo Gabriele, afferma di essere uno di quelli che stanno davanti a Dio. L’espressione aspramente contestata dai seguaci e sodali spirituali dello pseudo – Dionigi, ma affermata letteralmente da altri, rappresenta invece una evidente affermazione di questa realtà teologica.
- Gabriele mostra la sua nobiltà, asserendo di essere sempre alla presenza di Dio.
- Lo dice a Zaccaria – « Io sono Gabriele che sto al cospetto di Dio e sono stato mandato a portarti questo lieto annunzio» [ Lc 1,19] utilizzando un termine che ricorre sia in Ap 1,4, che in Tb 12,15: « ἐγώ εἰμι γαβριὴλ ὁ παρεστηκὼς ἐνώπιον τοῦ θεοῦ «LXX» / «Ego sum Gabriel, qui asto ante Deum » VULG. LAT.
L’ Angelo è descritto come «colui che e presente» ὁ παρεστηκὼς (parestekos) -, part. perf. di παρίστημι (paristemi) che significa: esser posto, collocato, essere presente e/o posizionato davanti a Dio, proprio «di fronte, davanti a Lui», mentre la parola greca ενώπιον (enopion) che significa: “al cospetto e/o alla presenza” si riferisce proprio ai Primi Principi.L’espressione «stare al cospetto», fa riferimento proprio ai «Malackim Panim» bibilici, gli Angeli del Volto di Dio descritti nei precedenti capitoli, e per questo Gabriele afferma di essere un Angelo della presenza.
- La rivelazione espressa: Γαβριήλ ὁ παρεστηκὼς ἐνώpιον τοῦ θεοῦ, presa nella sua interezza ricorda un’altra rivelazione Neo Testamentaria:
- quella di Apocalisse 1,4 - dai sette spiriti che stanno davanti al suo trono, - , che in greco suona :καὶ {e} ἀπὸ τῶν {dai} ἑπτὰ {sette} pνευμάτων {spiriti} ἃ {che} ἐνώpιον {davanti} τοῦ {al} θρόνου {Trono} αὐτοῦ {di lui},
- o di Apocalisse 8,2 - Vidi che ai sette angeli ritti davanti a Dio furono date sette trombeκαὶ {e} εἶδον {ho visto} τοὺς {i} ἑpτὰ {sette} ἀγγέλους {Angeli} οἳ {che} ἐνώpιον {davanti} τοῦ {a} θεοῦ {Dio} ἑστήκασιν {stanno in piedi} – laddove si consideri che il termine ἑστήκασιν – hestekasin più che stare in piedi significa: stare in attesa.
Sei mesi più tardi, quest’Angelo, che sta davanti al volto di Dio, o alla presenza di Dio, fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe [Lc 1,26-27].
- Viene chiaramente detto che l’Angelo è mandato da Dio, di fatti, proco prima aveva dichiarato che sta ritto davanti a Lui e quindi che non ha bisogno di mediazione alcuna.
- In greco ciò suona: ἀπεστάλη - [da apestalè - fu mandato] ὁ {l’} ἄγγελος {Angelo} Γαβριὴλ {Gabriele} ἀπὸ {da} τοῦ θεοῦ {Dio} . [LUCA 1,26] «NON C’ERA BISOGNO CHE NESSUN ALTRO LO INVIASSE, POICHÉ GABRIELE SI TROVA GIÀ VICINO A DIO, COME DETTO PRIMA!»
- Gabriele rivendica il diritto di stare alla Divina Presenza come Michele, e di ricevere direttamente da Dio ogni ordine