ARCIVESCOVO RAFFAELE MORMILE (1744 – 1813)

Studi, ricerche e approfondimenti

Avv. Carmine Alvino


ARCIVESCOVO RAFFAELE MORMILE

 (1744 –  1813)

Raffaele Mormile (1744 –  1813) è stato un arcivescovo cattolico italiano. È nato il 15 agosto 1744 a Napoli, sede dell'omonima arcidiocesi. Entrato a far parte dell'ordine dei chierici regolari teatini, il 19 settembre 1767 è stato ordinato presbitero.

Il 27 febbraio 1792 papa Pio VI lo ha nominato arcivescovo metropolita di Cosenza; ha ricevuto l'ordinazione episcopale il 4 marzo seguente dal cardinale Luigi Valenti Gonzaga, prefetto dell'economia della Congregazione di Propaganda Fide, coconsacranti l'arcivescovo e futuro cardinale Carlo Crivelli, prefetto dell'Archivio segreto vaticano, e Ottavio Boni, arcivescovo titolare di Nazianzo.

Undici anni dopo, il 28 marzo 1803 papa Pio VII lo ha trasferito all'arcidiocesi di Palermo. È morto il 13 dicembre 1813 dopo dieci anni di governo pastorale dell'arcidiocesi.

Fu protagonista indiscusso della soppressione del culto dei Sette Angeli  a Palermo, durante la reggenza della sua arcidiocesi (1803-1813)

La vicenda viene narrata in una delle cause apostoliche per la restaurazione del culto degli Arcangeli come segue:

« nell’ anno 1816 o 1817  ritrovandomi in Palermo, ed avendo avuto pelle mani una Appendice degli Officii proprii dei Santi Patroni , e Cittadini della anzidetta città e Diocesi , domandai a diversi ecclesiastici eruditi, perché non si recitavano più tali Officii proprii, e codesti mi risposero , che si recitarono dal Clero Regolare, sino all'epoca in cui fu fatto Arcivescovo di Palermo il Monsignor Mormile, il quale avendo esaminato tale appendice degli Officii proprii dei Santi, osservò che si recitavano non per Decreti della Sagra Congregazione dei Riti Sagri , ma per un Privilegio concesso ai Vescovi delle Spagne, che in allora godeva anche la Sicilia, come soggetta al Dominio del Regno delle anzidette Spagne , ma che non essendo più soggetta alle Stesse, ed avendo la Sicilia il suo Sovrano particolare, non poteva più godere di tale Privilegio , …perciò proibì la recita di tali Officii proprii” ».

Avvenuto ciò, proprio  sul presupposto che si trattasse di offici concessi non dal Vaticano, ma dai regnanti di Spagna, dal 1826 al 1831, il Cav. Pedro Maria Heredia presentò 5 istanze delle 6 istanze innanzi a Leone XII, Pio VIII, e Gregorio XVI,  per cercare di restaurare il culto dei Sette Arcangeli. 

Secondo le fonti, pare sia stato proprio lui a dare inizio a questa iniziativa, sfruttando l’amicizia con l’Arcivescovo di Palermo, mons. Pietro Gravina, nonché quella con il Cardinale e postulatore Zurla, che lo aveva conosciuto in occasione del giubileo e ne aveva apprezzato le iniziative.

Riguardo alla ricostruzione poi del personaggio che sospese gli offici liturgici degli Arcangeli, nel 1815 o 16, a nostro avviso potrebbe trattarsi dell’Arcivescvovo napoletano Mons. Raffaele Mormile (Napoli, 15 agosto 1744 – 13 dicembre 1813), perché  il 28 marzo 1803 papa Pio VII lo trasferì all'arcidiocesi di Palermo, dove morì il 13 dicembre 1803 dopo dieci anni di governo pastorale dell'arcidiocesi.

Sappiamo poi che era Arcivescovo anche il fratello Baldassarre Mormile (Napoli, 6 gennaio 1750 – Napoli, 26 luglio 1826) , ma che resse le arcidiocesi di Bari e Canosa e di Capua e non quella di Palermo.

Vi era poi un altro fratello Arcivescovo, di nome Giuseppe, che resse l’arcidiocesi di Nazareth.