SUOR MARIA GELTRUDE (AL SECOLO CARLOTTA GELTRUDE ESCHINI) DI FIRENZE (XIX° SEC.)

Carmine Alvino

Studi, ricerche e approfondimenti

Avv. Carmine Alvino


Suor Maria Geltrude

(XIX° sec.)

Si tratta di una monaca del XIX secolo reclusa in Firenze nel Monastero di Santa Maria Maddalena dei Pazzi.

Non sappiamo nulla di più su di lei, se non quanto ci perviene dalla sua biografia e da poche sparute notizie.

Suor Maria Geltrude Religiosa in Firenze, fu una monaca e veggente, che ebbe frequenti contatti con il Signore.

Secondo il testo: «Memorie per servire alla vita della serva di Dio Maria Clotilde Adelaide Saveria di Francia, Regina di Sardegna» una Suora Maria Geltrude era presente nel suddetto Monastero.

In ogni caso l'apparizione è descritta in «Visioni e locuzioni e finezze conosciute e verificate da più sacerdoti ricevuti dalla sposa del redentore Maria Geltrude del secolo presente coadiutrice di S. Chiesa» Firenze 1853, dove qui si fa cenno ad un episodio clamoroso della sua vita, edito per i  tipi di Simone Birindelli  stampatore cristiano e spesso adoperato pei suoi libretti dal P. Luigi , libro che era comparso al pubblico, senza nome dell'autore . 

Chi sia stato  l' autore di questo scritto è del tutto ignoto - il confronto con altre opere porta a pensare a Pedro Maria Hertedia del Rio, che sovente si firmava JMJ, ma che scomparve proprio un anno prima della pubblicazione di queste memorie -  come pure l'intenzione avuta nel raccogliere in un volume le supposte visioni ed estasi della Maria Geltrude . È però fuori di ogni dubbio che il libro , quasi appena venuto alla luce , fu a Roma condannato dal S. Ufizio con decreto del 16 agosto 1854 .

Registriamo comunque questa condanna:


Ciò posto, le visioni di Suor Maria Geltrude sono a dir poco clamorose!

 

Or non si crede, che possa parere strano, che il Signore abbia favorito Maria Geltrude di grazie, e doni singolarissimi. e stupendi, non ravvisandosi in essa un esercizio pratico, ed eroico dell’altre virtù, benché eroica fù (come sembra) la carità, ch’è la maggiore, e principale virtù, nell’indicato sofferto martirio, il quale tal’ era appunto per la tema, che la fece trepidare di offendere in qualche modo il suo Signore, il suo Sposo, il suo Bene.

Carità ebbe ancora per il suo prossimo sostenendo ogn’ incomodo, ogni fatica con alacrità dandosi s ontanea alle più stomachevoli faccende, e a vita stessa cimentando in d’uopo ricordare, che Dio a suo beneplacito elegge le più meschine creature, alle quali infonde la vera sapienza per confondere i superbi, ed i prudenti del Mondo: lezione necessaria nel secol nostro, nel secolo presente preteso il secolo dei lumi, mentre si va brancolando tra le tenebre di oscura notte in ordine a tutto ciò, ch'è della Religione, delÌ’ anima, e di Dio.

Ciò premesso, con tutta la fedeltà si viene a referire quanto per assoluto volere del Signore ha referito a nostra Maria Geltrude, ciò che si ridirà con le di Lei stesse espressioni e parole, e in e special modo nei colloqui da ‘ssa tenuti col Signore.

Le orrende, e veementi tentazioni, ed assalti sopra indicati, che la messero in somma angustia e timore, furono prevenuti da una voce, che le si faceva udire prima di prender sonno, dicendole « più obbedienza: abbassa la fronte» .

Il Signore la esortava all’umiltà ed alla obbedienza per renderla forte nel gran cimento: e Maria SS. forse la compassionava vedendola esposta a lottare in modo singolare contro un Vizio, del quale sente speciale orrore.

Dopo aver poi meditato per 15 giorni continui la passione di Gesù, giusta la prescrizione datale dal suo Direttore, per renderla forte con quest' arme possente nel gran cimento, si trovò alienata dei sensi una tal notte in una pianura isolata piena di nuvolette in parte chiare, e in parte oscure.

Ciò Ella narra, e descrive: e proseguendo la sua descrizione, io, dice, ivi veddi una Croce presso di me: era questa d'oro: la presi in mano, ma la trovai pesante, e la posai in terra : udii però una voce, che mi disse « prendila: abbassa la fronte: più obbedienza. »

Dopo questa apparizione (così prosegue a narrare Maria Geltrude, e noi continueremo a referire le di Lei parole) mentre altra volta stavo avanti al Crocifisso lagnandomi del mio stato di tentazione mi trovai come ho già detto altra volta in quella pianura con quelle nuvolette; veddi una Croce, ma più grande assai, e mi volsi in altra parte; allora udii dirmi:

« che fai? (a questa voce mi scossi) prendi la Croce ».  

La presi con timore, e repugnanza, ma la trovai tanto più pesante  che vi caddi sopra.

Persona ammantata subito comparve, che mi alzò, e con severa voce mi ripetè « abbassa la fronte, e più obbedienza ».  

Riferii al mio Direttore l’ avvenuto anche er timore di avervi commessa colpa, o difetto, ed esso mi impose di prendere senza esitazione la Croce quando mi fosse nuovamente apparsa.

In breve ebbe luogo la stessa apparizione: presi allora la Croce, e la trovai leggiera, e tenendola in mano sopra di essa comparve una piccola palma.

Ritornata ai sensi mi sentii tranquilla, e senza provare l’ orrenda tentazione passai in questa quiete tre giorni.

Chiedevo frattanto al Signore di essere affatto liherata da quella tentazione quando trovatami nuovamente nella pianura sopra indicata, ed essendomi apparsa la stessa ammantata persona mi disse: « bisogna sottomettersi, altrimenti non sarai liberata, come desideri: umiliati sotto la potente mano, abbandonati al Divin volere: abbraccia la Croce : ritieni per verità quanto ti dico : abbassa la fronte: più obbedienza. » .

Essendomi poi comparsa anche più da vicino la ridetta persona, temei, e le dimandai chi fosse; ed Essa :« non temere: non ti è concesso saperlo: molte cose ti mancano: abbassa la fronte: più obbedienza

Allora io che ne avevo l'obbedienza, le dimandai se fosse o no uno Spirito Celeste, ed Essa rispose: non è ancor tempo di saperlo, non lo meriti ancora.

Nuovamente mi fu imposto di ripetere questa domanda alla opportunità in nome Sacerdotale. In breve tornai di fatto  a vederla avente in mano una Croce, ed io ripetei nel modo prescrittomi la domanda; allora udii dirmi : « Io sono uno degli Assistenti al Trono di Dio: guarda questa Croce: qui consiste tutto: volgi la mente a questa: conserva la purità del cuore: rassegnati ai Divini voleri ».

Passai molti iorni in gravissimo abbattimento per la forza delle gravissime tentazioni sopra indicate, così che mi credeva cadere nell' Inferno.

Avvenne intanto che nel solito smarrimento de' sensi (mi sembra di poter dire) veddi la solita Persona (la quale or si dirà uno de' Sette Beati Spiriti, che assistono al trono di Dio) con molte Croci in mano; mi diè la più grande dicendomi non temere del peso, qui sta collocata la tua salvezza: non rigettarla: prendila con prontezza: ne sentirai ogni conforto: è volere di Dio: no non temere: non iii resistere. Passai altri giorni in grandi angustie di spirito non sapendo adattarmi a soffrire quelle forti, ed orribili tentazioni.

Ed ecco, che nel solito smarrimento dei sensi di nuovo viddi quella Persona, che mi si era fatta quasi domestica, o familiare, la quale teneva la Croce tutta risplendente: e se vuoi, mi disse, crescere in grazia» sino all' ultima perfezione, prendi questa Croce, nè altro desiderare; non la presi per repugnanza al patire; ritornai ai sensi, e rimanendo nell’abbattimento fui presa da più forti tentazioni.

Non avevo tutto manifestato quanto passava nel mio spirito, per cui sentii dirmi internamente « nulla risolvere da te, nè devi tacere avvertitamentetquanto da me intende il tuo spirito: abbassa la fronte: sottemettiti a qualunque disposizione altrui ».

Sempre nel tempo della Orazione mentale ad onta, che costantemente meditassi la passione di Gesù mi trovavo da quelle tentazioni assalita, per cui domandavo al mio Dio di esserne liberata non sapendomi adattare a soffrirle.

Io ciò domandava, quando internamente mi sentii confortare colle seguenti parole del tutto soavi: «Quando accetterai la Croce? quando ti vuoi sottomettere alla Divina volontà? fai conto di quanto ti dicp: devi camminare per la via della Croce: da questa avrai ogni grazia, e forza per superare quanto ti fa temere: accetta con prontezza ogni tribolazione: abbassa. la fronte: più obbedienza».

Andata nuovamente nello scoraggimento, e gran timore di offendere Dio, sentii internamente dirmi : «Dalla Croce tu avrai ogni bene: quando ti risolvi? Considera che sei nulla: io ti scuopro la via breve per il Cielo: estirpa la proprietà dell’intelletto: vivi più soggetta: non disprezzare la voce di DIO: prova a sottometterti al voler suo: abbassa laa fronte».

Continuò in me lo scoraggimento per alcuni giorni : credendomi abbandonata da Dio perchè mi trovava in grandi pericoli per le forti tentazioni, che continuavo a soffrire.

Frattanto sentii dirmi internamente: « Accetta la Croce. Dio ti vuoi simile a se; le afllizioni sono doni di Dio: credi a chi in nome di Dio ti parla; credi, ti ripeto, a quanto ti dico: abbassa la fronte»

E dopo breve interruzione « la Divina provvidenza provvede al tuo maggior bene; il tuo Dio conosce, e sa quello che ti è necessario: la Croce ti unirà stabilmente a Dio: non rigettare le sue grazie; umiliati generosamente: riconosci gli anni scorsi: abbassa, ti ripeto, la fronte». 

Dopo queste voci, che interiormente sentii, mi apparve la più volte nominata Persona, che più volte ho detto ammantata, cioè uno degli Spiriti, che stanno innanzi al trono di Dio, la quale mi disse « Il tuo Dio ti vuole a Lui uniforme: Egli si accosterà a te, se saprai sopportare la Croce!  Non vuoi farti degna di ascoltare la sua voce?  Munisciti delle virtù a Lui più care se vuoi possedere grandi tesori; altro per ora non ti  dico».

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Rfilettendo il personaggio in questioe potrebbe trattarsi di S. Geudiele