ABATE GIACINTO GIMMA (1668 – 1735)

Carmine Alvino

Il 15 settembre 1705, l’Abate Giacinto Gimma (Bari, 12 marzo 1668 – Bari, 19 ottobre 1735), critico letterario e studioso di storia sacra, canonico della cattedrale di Bari dal 1700. Studioso di storia sacra e letteratura, a vent’anni aveva già completato il corso di filosofia e giurisprudenza all’università di Napoli. Fondò nel 1695 l’Accademia degli Spensierati (poi Incuriosi) di Rossano, ma rifiutò la carriera accademica offertagli presso le università di Padova e Torino per dedicarsi a studi eruditi ed eclettici. Un suo grande lavoro enciclopedico completato tra 1690 e 1693 è rimasto inedito. Nel 1700 prese gli ordini sacri e fu nominato canonico della cattedrale di Bari. Fece parte dell’Accademia dei Pellegrini di Roma. La sua Idea della storia dell’Italia letterata, pubblicata a Napoli nella stamperia di Felice Mosca nel 1723, fu considerata, dopo la Istoria della volgar poesia di Giovanni Mario Crescimbeni, «il secondo esplicito momento nel processo di sviluppo della storiografia letteraria». Fu devoto dei sette angeli, in conseguenza di un particolare evento, che qui spieghiamo. Egli inviò allo storico Antonio Mongitore,  una lettera rubricata “intorno al numero degli Angeli, ed informandolo della Dottrina dell’autore P. D. Desiderio, come anche descrivendogli i nomi degli Angeli che sono comunemente ammessi”. Ecco cosa disse al riguardo Gimma in questa celebre lettera, vero manifesto della dottrina sui sette

“..Le partecipo dunque la notizia del Padre Desiderio e della sua opinione degli Angeli, la quale mi fa raccordare la fatica grande, che mi bisognò sofferire, anni sono, studiando in Napoli per accertarmi , non già del numero, ma dei nomi degli Angeli, e propriamente di quei nomi, che sono amnessi dalla Chiesa.  Mi vennero sotto l' occhio le parole del Concilio Romano radunato sotto Zaccaria Pontefice per condannare gli errori di Clemente e di Adelberto, che turbavano la Germania. In quel Concilio fu letta certa Orazione di Adalberto , in cui si contenevano quelle parole: supplico vos Angeli Vriel , Angelo Roguel , Angelo Michael Angelo Adimis, Angelo Tubuas , Angelo Sabaoth, Angelo Simiel.  I Padri del Concilio lo condannarono perchè, siccome si legge nello stesso decreto: Octo nomina Angelorum, quae in sua oratione Adalbertus invocavit, non angelorum , praeterquam Michaelis, sed magis daemones nomina sunt quae ad prestandum auxilium invocavit. Nos autem, ut a vostro Sancto Apostolatu edocemur, & Divina tridit auctoritas, non plusquam trium Angelorum nomina agnoscimus, idest Michael, Gabriel Raphael”. Mi avvenne leggere tutto ciò nella Biblioteca Teologica del Padre Frà Domenico a Santissima Trinitate Carmelitano Scalzo Tm. 4. libr.3 ; Sect 7 cap. 13, autore moderno , che mi avea quietato in questa opinione, soggiungendo, che non ostava a tal decreto il nominarsi Vriel, ed Jeremiel nel lib. 4 dell’Esdra cap 1.4, non essendo canonico quel libro. Sedendo poi una mattina dentro la Chiesa della Casa Professa de’ P.P. Giesuiti, che dicono del Giesù nuovo , mentre udiva la Predica, mirai a caso dipinti sette Angeli coi loro nomi ne' lati dcll'Altar Maggiore , e perchè questa era materia, della quale io largamente ne stava scrivendo nella mia Enciclopedia, restai maravigliato considerando la poca accuratezza del sudetto Autore, che nella sua Biblioteca stabilisce tre soli nomi degli Angeli ammessi : non potendo darmi a credere, che in quella Chiesa fossero dipinti sette Angeli senza sodo fondamento. Dimandai, molti, e da niuno potei ricavare il vero di tale difficultà, alla fine con leggere molti Autori, e particolarmente Cornelio a Lapide mi accertai di quanto desiderava: Sette nomi degli Angioli si sogliono ammettere, e gli riferisco Nicola Serario in Tobia 12 vers 15  e sono Michael , Gabriel, Raphael , Uriel , Sealthiel, Iehudiel  Barachiel i quali si raccolgono dalla Sagra Scrittura, cioe

Michael, Quis ut Deus, Dan. 20.13 e 21, ed ancora 12.1, Iuda 9, Apocalypsis 12.1-

Gabriel, Fortitudo Dei Dan. 8.16 & 9.11 – Luc. 1.19 & 26

Raphael, Medicina Dei . :Tob. 3.25 & 5.17 & 6.16 & 8.5 & 9.6 &11.4

Uriel, Ignis, sive amor, lumen, & flamma Dei. Esdr. 4.cap.18 vers. 1 & cap. 5 num. 20 e cap. 10 & Genes. 3

Sealthiel, Oratio , Petitio, vel Bonitas Dei. Gens. Cap. 18, vel 16 & apud Amadeum raptu 5. In Apocalypsis, apud Alban tomo primo Bibliotech. Virgin. pag 688 

lehudiel, Laus vel Confessio Dei. Exod. Cap. 23

Barachiel , Benedictio Dei. Genes. Cap. 18 & apud Amadeum loc cit.

Da molti sono ammessi questi nomi, e particolarmenrc gli ammettono il Salmerone tom. 3 cap. 3  Lorenzo Masellio lib 3. De Beata Virgo cap. 5 : Cornelio a Lapide in Apocalypsis. Cap. 1 sub vers. 4. P. Antonio Spinelli Giesuita, che scrisse di questi Angeli un Libro, e si conserva in Napoli manoscritto, come dicono, che fossero anche stati rivelati al Beato Amadeo, illustre nella santità, né miracoli, e nelle profezie sotto l'anno  1460 , l’afferma lo stesso Cornelio a Lapide, Pietro Galatino lib. 2 in Apocalyps cap. 8. e’ il Vadingo tom-.7. Annal. Ord. Minor. Anno 1482 numero 60 ,  benchè il Bzovio si affatichi à mostrare come Eretico Amadeo , ed alle di lui obbiezioni soddisfa il Vadíngo. A quelli medesimi sette Angeli non solo in Napoli, in Venezia, ed altrove sono innalzati Templi, ma in Roma le Terme Diocleziane sono à loro consegrate, ed in cotella Città di Palermo co ’i mcdesimi nomi scritti alle sue immagimi furono nel loro Tempio ritrovati nel 1516  proprio l’epitetto di ciascheduno , cioè Michael Victoriosus, Gabriel Nuncius, Raphael Medicus, Uriel Fortis Socius, Iehudiel Remunerator , Barachiel adiutor , Sealthiel Orator. Apparivano anche dipinti gli Emblemi propri a ciascheduno, che va descrivendo Cornelio a Lapide: e mi trovo nella mia Libreria un Opuscolo col titolo:  Septem Principum Angelorum Orationes cum Antiquis imaginibus, Opera Antonii Duca Presbiteri Cephaludiensi  olim edita   Napoli apud Iacobum Carlinum 1614 ..per Dominicum Montanarum 1635 e vi sono anche gli inni, e lo stesso opuscolo si legge nel fine delle Meditazioni del P. Luca Pinelli Giesuita.  Al Concilio Romano , e suo Decreto risponde lo stesso Padre Cornelio a Lapide spiegando, che Zaccaria Pontefice solo condannò i nomi Magici , e finti degli Angeli , che si producevano da Adelberto Eretico , e Mago in quel Concilio ; perlocchè  S. Bonifacio gridò , che quei nomi erano di Demoni, e non di Angeli . Il nome di Uriele è ammesso da lsidoro libr. 7  Orig. da Sant’Ambriogio libr. 3 de Fide ad Gratian.cap. 2 e si hà nella Messa Mosarabum ch'e nel Tomo 4. della Bibliotech. Sanctor. Patr.  Gli ammette anche Sisto Senese e molti altri , .che cita Alcazar in cap. 1 Apical. Notar. 4 in fin. Oltre questi sette nomi degli Angeli Principi Astanti, dagli Autori , ed Uomini pii sono altri ammessi ; poicche‘ Beda in collect.  invoca sei Angeli dicendo : Gabriel esto mihi lorica”: Michael :esto mihi baltheus, Raphael esto mihih scutum, Uriel esto mihi protector, Rumiel esto mihi defensor, Paniel esto mihi sanitas. (..)”. Veramente però gli Angeli non hanno nomi tra loro, come insegna il medesimo Cornelio a Lapide; poicchè se invicem facie ad faciam vides & colioquuntur, prendono quei nomi nondimeno per cagione del ministero , che hanno appo gli Uomini ; onde perchè Michele pugna per gli Uomini contro il superbo Lucifero , dicesi Quis ut Deus; Gabriele , che annunziò i forti fatti di Dio a Daniele , ed alla B.Vergine, dicesi Fortitudo Dei . Rafaele , perchè curò la cecità di Tobia, dicesi Medicina Dei , così Uriele , dicesi Luz & flamma Dei , perchè illumina gli Uomini, colla diversa cognizione , e gl’infiamma all’ amor di Dio; Sealtiel , Oratio Dei , perchè prega per gli Uomini, e gli move ad orare. Ieudiel Confessio Dei, perchè esorta gli Uomini alle lodi di Dio e Barachiel Benedictio Dei , perchè ci procura i benefici di Dio, e ci move alla benedizione di Dio . I Demoni non hanno nè meno propri nomi , ma gli ricevono dal loro ministero , che tutto è indirizzato a nuocere al genere umano. N’hò raccolto un lungo Catalogo , che hò posto nella stessa Enciclopedia nel 2 Volume, e propriamente nel Trattato De Magia Demomiaca: e sarebbe di gran tedio riferirgli a V. S lllustrissima, e per lo più gli hò raccolti da Pietro Gregorio Tolofano in ars. Mirab. Lib. 7 cap. 3 & 5 da Girlomano Mengo in Flagell. & Just. Demon. Da Zaccaria Visconti in Complement. Artis Exorcitst. Part. 3 e da simili altri Autori di Esorcismi, e il loro uso si legge nella Sagra Scrittura .  E ben vero , che molti nomi sogliono fingersi ancora da poeti, che scrivono Drammi Sagri, e molti sono finti da i Maghi, e da Cabalisti , e i nomi degl' ldoli non essere stati di U0mini, ma di Demoni, lo dicono Origene contra Celsum , Eusebio 4. Prepar. Evangel. e nel Salmo 95. lo stesso si conferma, ivi leggendosi .- Quoniam omnes Dii gentium Demonia. Ma io mi sono molto allontanato dalla brevità , e posso darne la colpa all' Autore , il quale si mostra inteso delle cose del Mondo Vecchio, e trascura di sapere ciò che si faccia nel Mondo nuovo  in qui vive, e fa appunto come alcuni Autori , che trascrivono quel che solo han letto. La lettura dei loro libri è veramente pericolosa a chi è poco pratico negli studi ; poichè fanno inghiottire molte opinioni rancide, le quali poste ad esamina, si ritrovano come le pietre false, che si mirano di notte. Chi scrive, e scrive in questi tempi , bisogna aver occhio di lince , e saper in vero distinguere il bianco dal nero. Prima che noi fossimo nati , v'erano Autori , che ne parlavano chiaramente , ed io quando incominciava a prendere la pratica dè libri m'imbattei per poca mia fortuna a leggere , non gli Autori vecchi , che ne parlavano a bastanza; ma un moderno; che non mi sa dire il vero, e se non vedeva quella pittura , avrei mantenuto per cosa certa , che tre soli nomi degli Angeli erano permessi. Questo è il male, che fanno gli Autori , i quali solamente trascrivono quel che trovano , o quel che a caso gli vien sotto l’ occhio (..).

Bari li 15 Settembre 1705”.