MAMMON - PRINCIPE DEI DEMONI E DELL'AVARIZIA o SEMPLICEMENTE ESPRESSIONE DEL DANARO

Studio, ricerca e approfondimenti

Avv. Carmine Alvino


MAMMON - PRINCIPE DEI DEMONI E DELL'AVARIZIONA o SEMLICEMENTE ESPRESSIONE DEL DANARO

Anche Mammon è un demone Biblico di cui si sono perse le tracce nelle traduzioni. 

E' nominato nel Santo Evangelo , ad esempio in Luca 16,3: « Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire a Dio e a mammona».

In greco μαμμωνᾶς pare derivare dal caldeo. Qui è però identificato come il demone del peccato di Avarizia, uno dei 7 peccati capitali. Non vi sono altri riferimenti biblici. Fino alla seconda traduzione CEI viene mantenuta la parola d'origine aramaica, mentre nella traduzione 2008 la parola viene sostituita con "ricchezza". ממונא, ממון / mamon (Hebrew), mamona (Aramaic): poprietà soldi. 

Santa Francesca Romana, nelle sue Visioni dell'Inferno, afferma che i demoni più importanti che obbediscono a Lucifero sono tre: Asmodeo, che suscita il vizio della carne; Mammona, che rappresenta il vizio dell'avarizia; e Belzebù che è a capo di tutte le idolatrie e attività oscure. Tra tutte le citazione ricordiamo che durante il Medioevo, Mammona veniva comunemente personificato come demone dell'avarizia, della ricchezza e dell'ingiustizia. Per questo motivo, Pietro Lombardo (II, dist. 6) dice: "I ricchi vengono chiamati con il nome di un diavolo, chiamato Mammona, perché Mammona è il nome di un diavolo, secondo la lingua Siriana".

Il francescano Niccolò di Lira (1270 - 1349) , commentando il succitato passo del Vangelo di Luca, specifica che “Mammon est nomen daemonis” . 

Più recentemente una pia tradizione condotta da  p. Bonaventura da Sorrento, (Michael -  Edizione Michael):  «... I sette peccati Capitali sono personificati dai sette demoni dai quali fu posseduta Maria Maddalena, e che furono estirpati da Cristo: questi sono lucifero padre della Superbia  combattuta da S. Michele, mammon padre dell’Avarizia combattuta da S. Gabriele, asmodeo padre della Lussuria combattuta da S.Raffaele, satana padre dell’Ira, combattuta da Uriele, belzebù padre dell’Intemperanza combattuta da Geudiele, leviatan padre dell’invidia combattuta da Sealtiele, belfegor padre dell’Accidia, combattuta da Barachiele» .

Fu soprattutto  San Bernardo nel Serm. 23 del Salmo “Qui habitat”ad iniziare questa corrente interpretativa, seguito poi da molti altri (si veda Faber nella parte delle omelie) , che associavano ogni virtù con ogni contrario vizio, impersonificato ciascuno da uno specifico e terribile Arcidemone.    Dice il Santo: “Primo è leviathan principe della superbia, secondo berith principe dell’ira, terzo mammon principe dell’avarizia, quarto belzebù principe dell’invidia, quinto asmodeo principe della lussuria, sesto belfagor principe della gola, settimo astaroth principe dell’accidia o pigrizia”.

Alcune menzioni si trovano nelle tradizioni ebraiche, ma  dalla lettura di queste testimonianze Mammona, sembrerebbe ricondurre ad una espressione relativa o alla ricompensa, o al denaro in genere. Sovente, infatti, i testi di tradizione riportano le "questioni di mammona" come se fossero controversie legate al denaro e non a qualcosa di spirituale.

Ad esempio si nomina in Mischnei Torah 7,3 : «Non dovete pensare che solo tali trasgressioni richiedano pentimento in quanto sono connesse con un atto positivo, come ad esempio fornicazione, rapina o furto; non è così, ma nello stesso modo in cui uno dovrebbe voltare le spalle a queste trasgressioni, così dovrebbe anche cercare nelle malvagie disposizioni che può avere e voltare le spalle alla rabbia, all'odio, alla gelosia, alla beffa, alla caccia di Mammon e di onori, o caccia di cibi delicati e simili; da tutto questo un uomo dovrebbe voltarsi con pentimento. E infatti questi peccati sono ancora più gravi di quelli legati ad un atto positivo, poiché quando l'uomo è immerso in questi, è molto difficile per lui districarsene, proprio come si dice: Lascia che i malvagi abbandonino, ecc. (Isai. 55. 7)» ;

In Bava Metzia 58b:7  ((aramaico: בבא מציעא, "La Porta Media") è il secondo dei primi tre trattati della Mishnah e del Talmud) : « GEMARA: I Saggi hanno insegnato: È scritto: “E non maltratterai [tonu] un solo uomo suo collega; e temerai il tuo Dio, poiché io sono il Signore tuo Dio ”(Levitico 25:17). Il tanna spiega: Il verso parla con riguardo al maltrattamento verbale. La baraita procede: dici che si tratta di maltrattamenti verbali [be’ona’at devarim], o forse si tratta solo di sfruttamento monetario [be’ona’at mammon]?»

In Targum Jonathan di Genesi 15,34: «Questo è uno dei quattro giudizi che furono portati davanti a Mosheh il profeta, che giudicò secondo la Parola del Santo. Di questi giudizi alcuni si riferivano al denaro e altri alla vita. Nei giudizi riguardanti il ​​denaro Mosheh fu rapido, ma in quelli che influivano sulla vita fu deliberato, e in ciascuno disse, non ho sentito, - insegnare ai principi del futuro Sinedrio a essere pronti nelle decisioni su Mammon, e deliberare in quelli che implicava la vita, né vergognarsi di chiedere consiglio in ciò che può essere difficile...» ovvero: « E Jehuda disse ai suoi fratelli: Quale profitto dovremmo avere da Mammon se uccidessimo nostro fratello e coprissimo il suo sangue?».

Nel Targum Jonathan di Esodo si dice: «Ma dovresti eleggere da tutto il popolo uomini abili che temono il Signore, uomini retti che odiano ricevere il Mammon della disonestà, e superarli come capi di migliaia, centinaia, cinquanta e decine».

Seguento queste tradizioni, la circostanza che si tratti di un demone è molto poco probabile.