S. MICHELE CAPO DEI 7 ARCANGELI
SIMBOLI ICONOGRAFICI
{Ne occupava il centro l' Arcangelo Michele, coperto il petto di aurea corazza , e le gambe e le braccia di lucido acciaio; scendevagli sulle spalle un rosso paludamento che annodavasi alla sommità del petto: egli con la destra impugnava una lancia, dalla di cui sommità pendeva un bianco stendardo ripartilo da croce vermiglia, e si avvolgeva all'asta; teneva nella sinistra un ramo di palma verdeggiante, e sotto i suoi piedi, ch'erano calzali di coturni, giaceva pesto Lucifero in aspetto di mostro orribile - Gioacchino di Marzo }
La raffigurazione mistica del VITTORIOSO MICHELE, venuta fuori dalle sacre immagini di Palermo, e descritta da mons.Tommaso Bellorosso, gli vede attribuiti questi simboli:
- Sacro Diadema d'oro. Dal greco διάδημα e dal latino diadema, col significato di "oggetto che cinge", il diadema è un ornamento del capo, utilizzato nell'antichità dai nobili per rimarcare la loro dignità e dagli imperatori quale simbolo di sovranità. Veniva utilizzato anche da alcuni sacerdoti per particolari attività legate al culto. Tale simbolo designa l'Arcangelo come un "nobile gerarca" del paradiso di straordinaria dignità.
- Una corazza, { d'oro secondo A. Mongitore }, Braccia, coscie e gambe ricoperte di candido acciaio {secondo A. Mongitore}. Nel secondo libro dei Maccabei , si legge che un Cavaliere D'orato, di grande potenza, sciacciò Eliodoro dal Tempio. . Eliodoro di Antiochia era un ministro di Seleuco IV, re di Siria, incaricato di profanare il tempio di Gerusalemme. Ecco che però la preghiera del sacerdote Ania, al centro della composizione, evoca un messo divino a cavallo, seguito da due aiutanti a piedi, che travolge il profanatore nell'angolo destro della scena. Il passo è il seguente: « Ma appena fu arrivato sul posto con gli armati, presso il tesoro, il Signore degli spiriti e di ogni potere compì un'apparizione straordinaria, così che tutti i temerari che avevano osato entrare, colpiti dalla potenza di Dio, si trovarono fiaccati e atterriti. Infatti apparve loro un cavallo, montato da un cavaliere terribile e rivestito di splendida bardatura, il quale si spinse con impeto contro Eliodòro e lo percosse con gli zoccoli anteriori, mentre il cavaliere appariva rivestito di armatura d'oro». Chi sia stato questo cavaliere non lo sappiamo, ma probabilmente l'esegesi ebraica lo ha affiancato a San Michele, il "Gran Principe" della Sinagoga, difensore delle ragioni di Israele.
- L'armatura di San Michele e del credente. L'immagine risponde all'epistolario paolino di Efesini 6,12-20: «La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli sp
iriti del male che abitano nelle regioni celesti. Prendete perciò l'armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove. State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia, e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace. Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno; prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio. Pregate inoltre incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, vigilando a questo scopo con ogni perseveranza e pregando per tutti i santi, e anche per me, perché quando apro la bocca mi sia data una parola franca, per far conoscere il mistero del vangelo, del quale sono ambasciatore in catene, e io possa annunziarlo con franchezza come è mio dovere».
- Il mantello rosso ad indicare il vigore della virtù infuocata e la sua tenace e poderosa efficacia. { i colori sono gli stessi delle antiche icone greche e/o ortodosse} . Ma indica anche il Sangue dei Martiri, rispecchiata dalla palma tenuta nelle mani da San Michele. Questo Sangue, sarà lo strumento con cui verrà ulteriormente vinto il dragone.
- Una lancia nella mano destra, dalla cui cima pendeva una candida bandiera , che gentilmente si avvolgeva all'asta, raffigurante una croce rosso sangue { secondo pure A. Mongitore} , nel cui segno e trofeo fu sconfitto e scacciato via quel grande e rabbioso dragone. Tale raffigurazione risponde al senso letterale di Apocalisse 12,7-10: « Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo. Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli. Allora udii una gran voce nel cielo che diceva:"Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo, poiché è stato precipitato l'accusatore dei nostri fratelli, colui che li accusava davanti al nostro Dio giorno e notte».
- Una verdeggiante palma nella mano sinistra
{ secondo pure A. Mongitore} - da cui il motto "Vincit qui patitur !", il cui significato letterale è "Vince chi resiste" per coloro che hanno vinto la buona battaglia e sono morti in Cristo, come Santi Martiri. Anche questa immagine è Apocalittica, rispecchiante la turba dei martiri di Apocalisse 7,9-12: « Dopo ciò, apparve una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all'Agnello, avvolti in vesti candide, e portavano palme nelle mani. E gridavano a gran voce: "La salvezza appartiene al nostro Dio seduto sul trono e all'Agnello". Allora tutti gli angeli che stavano intorno al trono e i vegliardi e i quattro esseri viventi, si inchinarono profondamente con la faccia davanti al trono e adorarono Dio dicendo: "Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen"». La palma con le sue foglie verdi è simbolo della vita, che niente può distruggere. Il giusto che radicato nella Parola si innalza in alto, verso Dio (Sal 93,13) è come una palma verdeggiante. L'antica simbologia della palma del martirio - https://it.wikipedia.org/wiki/Palma_del_martirio - e, in generale, la palma intesa come simbolo del Cristianesimo, si collega all'Oriente, cioè alla terra dove maggiormente si trova questo albero slanciato e vigoroso con possenti pennacchi di foglie disposti a raggio come quelli del sole. Si pensava che la pianta nel fiorire e generare i frutti (e quindi i semi) morisse: il legame con il martirio è quindi dovuto a una simbologia di sacrificio. Il suo significato è quello della vittoria, dell'ascesa, della rinascita e dell'immortalità. La simbologia cristiana, presente fin dall'epoca paleocristiana è legata a un passo dei Salmi, dove si dice che come fiorirà la palma così farà il giusto: la palma infatti produce un'infiorescenza quando sembra ormai morta, così come i martiri hanno la loro ricompensa in paradiso. Nella domenica detta appunto delle Palme la simbologia rimanda all'entrata trionfale di Gesù Cristo in Gerusalemme (Vangeli, Giovanni 12,13) prefigurando in anticipo la Resurrezione dopo la morte. Ugualmente, la palma ha lo stesso valore di simbolo della resurrezione dei martiri (Apocalisse 7, 9). La palma del martirio si incontra su epigrafi sepolcrali, sarcofagi, affreschi, lastre e stemmi (vedi palma (araldica)), spesso unita al monogramma di Cristo. I mosaici raffigurano di preferenza persone che portano in mano i rami: sono i cristiani che hanno riportato la vittoria, morendo fiduciosi per la loro fede.
{Martina, Restituta, Vito - IN FOTO - Vittorino, Costanzo, Simplicio, Lorenzo, Agazio ed altri...sono i Santi che hanno vinto contro la tirannia , ottenendo la palma del martirio, lavando le proprio candide vesti nel sangue stillato per la fede in Cristo. Essi dunque si fanno simili a Michele, il Vittorioso}
- Lucifero, in aspetto d'orrido mostro, schiacciato e calpestato sotto gli stivaletti di S. Michele, e trafitto dalla punta della lancia { secondo pure A. Mongitore}. Il Principe di questo mondo - l' Archon tou kosmou toutou - è ormai precipitato ed è schiacciato da San Michele. Anche Cristo stesso dice in Luca 10,18-20 «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli». Ecco dunque che Michele, come profetizzato da Cristo, cammina sul "serpente antico" o Ofis Archaios, come noi cammineremo; anche noi potremo farlo vestendoci delle vesti dei risorti. Come lui, pure camminano coloro che hanno lavato le loro vesti nel sangue proprio e in quello dell'Agnello. Essi sono così risultati vittoriosi schiacciando la testa del loro primo e più midicidiale accusatore. L'azione di Michele, riecheggia il terzo capitolo della Genesi - Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa (o questi) ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno - . La stirpe della donna, o meglio il suo seme e/o la sua discendenza, è sia colei che nascerà dal suo ventre, cioè il Cristo, ma anche coloro che, seguendolo, diventano vera stirpe di Dio. Don Claudio Doglio scrive: « La promessa dell’inimicizia vuol dire che si verificherà uno scontro continuo, cioè che, nonostante Dio abbia lasciato questa situazione di peccato nell’umanità, promette un combattimento, un’inimicizia volta allo scontro "fra la donna e il serpente", che è come dire fra l’umanità e il male... (è) significativo tradurre letteralmente il "seme", del serpente e della donna, perché con questo termine si esprime il testo ebraico. Lo ritengo importante perché è paradossale parlare di "seme della donna" che, in sé, è un controsenso, la donna non ha seme; è un’immagine forzata per dire "un discendente" e si afferma espressamente che "il seme della donna" schiaccerà il capo del serpente. Questa apparente contraddizione diventa chiara con il concepimento verginale di Gesù là dove c’è una persona che è generata senza seme, non da seme umano, per cui è "il seme della donna" come espressione paradossale per indicare il parto verginale: intervento creatore di Dio che dà inizio ad una nuova umanità. Il parto verginale di Maria non è né un giochetto di prestigio né tanto meno un’espressione contro la sessualità; è invece l’intervento di Dio che crea un’umanità nuova: la generazione di Gesù, nel parto verginale, è l’intervento direttamente creatore di Dio che dà origine ad un nuovo tipo di umanità. Non è legato al ciclo normale delle nascite, ma lo interrompe e inizia nuovamente, viene data origine al nuovo Adamo, alla nuova umanità. È allora logico riconoscere nella madre di colui che schiaccia il capo del serpente la "nuova Eva", la "nuova madre di tutti i viventi", "colei che ha mutato il nome di Eva" come dicono i poeti medievali notando che "Ave" è l’inverso di "Eva": c’è il capovolgimento della situazione, dalla disobbedienza all’obbedienza". Questa lotta eterna, ritorna con i credenti in Cristo. Essi, secondo l'Evangelista Giovanni sono quelli che hanno creduto in Lui, dando loro : « potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne,
né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati» [ Giovanni 1,12-13] . Essendo dunque generati da Dio, diventano "seme" di Dio, e "della donna" ed hanno titolo per "camminare sui serpenti", con l'obbedienza all'Agnello. Dice infatti Paolo in Romani 16,19-20 : « La fama della vostra obbedienza è giunta dovunque; mentre quindi mi rallegro di voi, voglio che siate saggi nel bene e immuni dal male. Il Dio della pace stritolerà ben presto satana sotto i vostri piedi. La grazia del Signor nostro Gesù Cristo sia con voi» . In questo senso, l'atto di calpestare il capo del serpente, diviene anche di questi "figli adottivi", che siamo "noi" umanità credente. Il serpente, quando ha sul capo un piede che lo sta per schiacciare, si rivolta e tenta di mordere l’unico punto a cui può arrivare, il calcagno; tenta di rivoltarsi, ma viene schiacciato. Il testo ebraico è molto difficile e adopera due volte lo stesso verbo che, con una sfumatura di significato, sta fra "insidiare" e "osservare": c’è la differenza fra la testa e il piede, fra la parte bassa e la parte alta, la parte infima e la parte nobile. C’è una differenza di risultato: lo scontro si concluderà con la vittoria dell’umanità; un figlio della donna – il seme della donna – schiaccerà la testa. L’insidia c’è ed è tale che il figlio della donna ne avrà un danno: il serpente insidia il calcagno, morde e può arrecare danno, ma finirà per lasciarci la testa. Questa immagine è poetica e profetica, nel senso che l’autore antico non sa bene cosa sia e cosa intenda dire, ma ha questa intuizione: non racconta semplicemente gli elementi arcaici, iniziali, ma descrive anche quello che sarà in futuro.- 3 VITTORIE DI SAN MICHELE - In tale ottica la vittoria di Michele è triplice:
- per Cristo, vittorioso sulle opere del male
- per i Martiri, che vinsero con il loro martirio
- per Maria, che ha vinto con la propria regalità di Madre e l' Immacolata Sua Concezione.
Altri simboli più recenti
- Lo Scudo , sul quale, di regola, viene scritto il suo nome, e cioè Quis ut Deus, simbolo di protezione, assieme all’armatura che difende, come diceva San Paolo, dalle potenze malefiche.
- La Spada Sguainata, a dire che è circospetto e pronto al combattimento per scacciare il demonio poiché da Dio ha ricevuto il potere e l’autorità per farlo.
- La Corona degli Angeli, ad indicare che è Principe di Gerarchie.
- La bilancia della psicostasia - a Michele è affidato l'officio di pesatura delle anime.
- La catenella legata alla testa del demonio e proveniente da un dito della mano di Michele. Michele trattiene il demonio, ma non lo sconfigge definitivamente. Ciò avverrà con la seconda venuta di Cristo e la sua vittoria finale. Solo il Cristo e la Vergine Madre potranno definitivamente distruggere le opere di Satana. Per questo non è un caso che, Maria e Michele siano assieme enunciati dall’Apostolo delle divine predilezioni, nel 12 Capitolo dell’Apocalisse.
DISVELAMENTO SEGRETO DELL'IMMAGINE
- Il cristiano attraverso il proprio cammino di martirio (palma) , dopo aver lavato le proprie vesti nel sangue dell'Agnello immolato (mantello rosso ), ottiene, grazie al sacrificio di Cristo (asta con la croce vermiglia) ed equipaggiato dell' armatura della fede (armatura) la vittoria sulle forze del male (satana calpestato), ed il potere di camminare sui serpenti - demoni.
- Nella sconfitta e umiliazione del diavolo, l'immagine della vittoria di Maria, Madre di Dio e portatrice del Cristo, sul serpente - antico, che rifiutò la sua regalità di Madre e Regina, come rivelato da San Giovanni il Teologo.
SULLA SCORTA DI QUESTA SIMBOLOGIA, ANTONIO LO DUCA E TOMMASO BELLOROSSO, HANNO COSTRUITO IL VITTORIOSO SAN MICHELE QUESTA ANTIFONA
* {si precisa che nell'opus de septem spiritibus, non è presente l'antifona di San Michele, che è poi presente nel testo Septem Principuum Angelorum Oratione di Antonio lo Duca}:
Antifona di San Michele il Vittorioso
Si fece silenzio nel Cielo, mentre il Drago ingaggiò battaglia, e Michele combattè con lui e ottenne la Vittoria.
V. Principe Michele vieni in aiuto del tuo popolo
R. E rimase in aiuto per le anime dei giusti.
Preghiera: - O Dio che hai concesso la gloriosa vittoria sul superbissimo Arcidemonio al beato Michele, Principe assistente e sommo comandante dell’esercito combattente sotto il vessillo della salvifica croce prevista dall’eternità; ti preghiamo che, fortificando la nostra fronte con il segno del Salvatore, e incovando il nome del predetto trionfatore Michele, ci conceda forza & vittoria contro i nemici visibili e invisibili affinchè anche noi liberati dai loro ostacoli, possiamo condurre la nostra vita secondo i tuoi divini comandamenti. Per Cristo Nostro Signore, Amen.
Lo Duca aggiunge il seguente motto: "pronto ad accogliere le anime". Sotto l'antifona vi è un testo dattiloscritto, con cui doveva forse terminare l'antifona "E per Nostro Signore Gesù Cristo, che è Verbo Vero, scaccia via, o Dio, tutti i superbi". Segue altro testo incomprensibile.
SIGNIFICATO DEL NOME: Quis Ut Deus – Chi come Dio?
MICHELE : מִיכָּאֵל mı̂ykâ‘êl - abbiamo tratto il nome dalla versione ebraica di Daniele 10,13
מִי mı̂y (chi) - Particella interrogativa spesso usata in costruzione obliqua con prefisso o suffisso: chi, come? Anche usato indefinitamente, col significato di chiunque etcc.
Ovvero come:
מָה מַה מָ מַ מֶה mâh mah mâ ma meh - Particella primitiva: cosa, come, perché, quando? Usata anche in esclamazioni e con prefissi, in sensi diversificati.
כִּי kı̂y - Particella primitiva che indica le relazioni causali di tutti i tipi, antecedenti o conseguenti; molto ampiamente utilizzata come coniugazione o avverbio; o più spesso modificata da altre particelle allegate: come, e, ma, certamente, senza dubbio, altrimenti, anche, in questo modo, comunque, allora, dunque, però, fino a quando ecc.
אֵל ‘êl (Elohim – Dio secondo etimologia comunemente accettata).
Dalla prima lettera dei Sette Arcangeli:
"Al vincitore darò da mangiare dell'albero della vita, che sta nel paradiso di Dio".
NEL TESTO SACRO:
San Michele è nominato innanzi tutto nel Testo Sacro direttamente 6 volte (cinque con il proprio nome ed una con l’indicazione del suo ruolo celeste)
Ap. 12, 7-8: “Scoppiò quindi una guerra in cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo”.
Gd. 9: “L’arcangelo Michele quando, in contesa con il diavolo,disputava per il corpo di Mosè, non osò accusarlo con parole ingiuriose”
Dn. 10, 13: “Ma il principe del regno di Persia mi si è opposto per ventun giorni: però Michele, uno dei primi principi, mi è venuto in aiuto ed io l’ho lasciato là presso il principe del Re di Persia”,
Dn. 10, 20-22: “Sai tu perché io sono venuto da te? Ora tornerò di nuovo a lottare con il principe di Persia, poi uscirò ed ecco verrà il principe di Grecia. Io ti dichiarerò ciò che è scritto nel libro delle verità. Nessuno mi aiuta in questo se non Michele, il vostro principe, ed io nell’anno primo di Dario, mi tenni presso di lui per dargli rinforzo e sostegno”,
Dn. 12, 1 : “Or in quel tempo sorgerà Michele, il gran principe che vigila sui figli del tuo popolo”
Gs 5, 13-15: “ Or avvenne, come Giosuè era presso a Gerico, ch’egli alzò gli occhi, guardò, ed ecco un uomo che gli stava ritto davanti, con in mano la spada snudata. Giosuè andò verso di lui, e gli disse: "Sei tu dei nostri, o dei nostri nemici?" E quello rispose: "No, io sono il capo dell’esercito dell’Eterno; arrivo adesso". Allora Giosuè cadde con la faccia a terra, si prostrò, e gli disse: "Che cosa vuol dire il mio signore al suo servo?" E il capo dell’esercito dell’Eterno disse a Giosuè: "Lèvati i calzari dai piedi; perché il luogo dove stai è santo". E Giosuè fece così.
APPARIZIONI PIU’ IMPORTANTI
GARGANO: Tratto dalla Prima Apparizione: “Hai fatto bene a chiedere a Dio ciò che era nascosto agli uomini. Un miracolo ha colpito l'uomo con la sua stessa freccia, affinché fosse chiaro che tutto ciò avviene per mia volontà Io sono l'Arcangelo Michele e sto sempre alla presenza di Dio. La caverna è a me sacra. E poiché ho deciso di proteggere sulla terra questo luogo ed i suoi abitanti, ho voluto attestare in tal modo di essere di questo luogo e di tutto ciò che avviene patrono e custode. Là dove si spalanca la roccia possono essere perdonati i peccati degli uomini. Quel che sarà qui chiesto nella preghiera sarà esaudito. Va', perciò, sulla montagna e dedica la grotta al culto cristiano”.
ALL’IMPERATORE COSTANTINO: “Io sono Michele, Capitano Generale dell’esercito di Dio…con questo segno vincerai”, indicandogli la croce di Cristo. “Io sono Michele, il capo degli eserciti di Dio, il protettore della fede dei cristiani. Sono io che, quando tu combattevi contro l’empio tiranno, ti ho assistito, rimettendo la vittoria tra le tue mani”.
A ROMA: Anno 590, la peste devastava la città di Roma, e una gran moltitudine di persone ogni giorno cadeva vittima del morbo. S. Gregorio Magno Sommo Pontefice, cercò con pubbliche preghiere di ottenere misericordia da Dio, ed un giorno, mentre stava portando processionalmente l'immagine della SS. Vergine verso la Basilica di S. Pietro, comparve S. Michele sulla Mole Adriana, avendo in mano una terribile spada in atteggiamento di rimetterla nel fodero. Era come un segno che cessava quella fiera pestilenza, che tanto aveva desolato Roma.
A MONT SAINT MICHEL: Il vescovo di Avranches Sant’Aubert, durante l’anno 1709, ebbe in tre apparizioni chiare direttive da San Michele Arcangelo di edificare una chiesa su quella specie di monte che si ergeva sulle acque. Dalle parole di Sant’Uberto di Avranches : Vidi una volta ancora l’Arcangelo. Mi rimproverò con forza per la mia incredulità, e , con il dito mi toccò la testa. Mi fece questo buco che voi potete constatare. Gli chiesi allora, al colmo dello spavento, in quale punto preciso del Monte Tomba desiderava che gli fosse eretto il suo tempio. Mi disse sul luogo in cui avrei trovato un toro legato ad una catena. Mi spiegò che quell’animale era stato rubato poco prima e lasciato lì, sul monte, in attesa di venir portato alla casa del ladro. L’Arcangelo mi obbligò di liberare il toro e di portarlo dal suo proprietario. San Michele mi disse finalmente che, per quanto riguardava le dimensioni del tempio, le tracce lasciate dei piedi del toro me le avrebbero indicate.
IN MESSICO A TLAXCALA : (1)" Io sono L’Arcangelo Michele e sono venuto per dirti che è volontà di Dio (e mia) che tu dica agli abitanti di questa città che nell’avvallamento formato da due montagne e di fronte a questo luogo troveranno una fonte di acqua miracolosa che guarirà ogni malattia. Questa fonte è sotto una grande roccia. Non dubitare di ciò che ti ho detto e non dimenticare ciò che ti ho comandato. Ora vai a riferire alla gente della città per andare a cercarla” (2) "Qui dove tocco con la mia spada c’è la sorgente d’acqua della quale ti parlai durante la processione. Devi farlo conoscere alla popolazione o sarai severamente punito! “ la luce che discende dal cielo e il tempo è il potere che Dio sta dando a questa fonte d’ acqua per la cura di tutte le malattie e le necessità spirituali. Fallo sapere a tutti”. (3)“ Perché sei così codardo nell'adempiere ciò che ti ho affidato di fare! Vuoi davvero che vada a chiedere a Dio di punirti per la tua disobbedienza? Alzati e vai a dire alla gente cosa ti ho detto”.
ALLA VENERABILE FILOMENA DI SANTA COLOMBA MONACA CLAUSTRALE: “ Fai conoscere agli uomini il grande potere che ho presso l’ Altissimo. Di loro di chiedermi qualsiasi cosa vogliano . Di loro che il mio potere in favore di coloro che sono miei devoti è senza limiti” - (G.C. DICE) Io metterò due dei più preziosi gioielli come ornamento al mio cuore per la sua gloria perpetua. Io coronerò i due movimenti del mio cuore, in eterna memoria della bontà di questo cuore che ama tanto gli uomini. Io voglio, per questa nuova tenerezza, mostrare tutto l’amore che io porto all’uomo. Io non so cosa fare più per l’uomo. Che cosa non farò per gli esseri umani?”… apparvero all’improvviso due stelle di una bellezza e di una luminosità indicibili. E come che le due stelle ebbero colpito il Cuore, questo rimase presto notevolmente alleviato dall’angoscia che l’opprimeva, le sue tristezza si convertì in gioia, e le sue ferite in quel trasporto d’amore divennero più sopportabili e più soavi. Le due stelle si posero l’una a destra e l’altra a sinistra di questo Sacro Cuore: e allora questo si è mutato a sua volta in una terza stella senza perdere tuttavia la sua forma naturale: tutte e tre divennero così triangoli , formando un triangolo che da per sé segno di unità e di eguaglianza delle Tre persone divine”.
I 12 ARCANGELI PRIMORDIALI E LA LORO SCISSIONE
Basta analizzare le fonti del Sacro Testo, per scoprire qualcosa di davvero interessante sui Santi Arcangeli e sull’Angelo decaduto. Essi facevano tutti parte di una medesima specie angelica: i 12 Arcangeli primordiali e primi creati da Dio. Per prima cosa riportiamo al lettore alcuni passi del Libro di Daniele ove si assiste alla venuta dei Santi Arcangeli. Dice Gabriele : «…Michele, uno dei primi prìncipi, mi è venuto in aiuto…» [Dn 10,13] che in greco recita : « Μιχαηλ εἷς τῶν ἀρχόντων τῶν πρώτων», dove si nota che con questa espressione, Gabriele rivela l’esistenza di un gruppo di Primi Spiriti più antichi degli altri, come anche riferivano i primi padri della Chiesa. In ebraico, il medesimo passo della Tanakh è (vocalizzato) : mîḵā’ēl ’aḥaḏ haśśārîm hāri’šōnîm, dove la parola ebraica «ROSH», che ricorre peraltro anche all’inizio della Genesi - c.d. IN PRINCIPIO - identifica una primazialità non solo gerarchica ma anche cronologica. La parola «ROSH», viene tradotta dalle LXX, con il termine «ARCHÈ», che significa appunto prinicipio o origine, e la Bibbia greca infatti, inizia con la frase «EN ARCHÈ» ἐν ἀρχῇ (in principio) omologa dell’ebraico: «BERESHIT» . Questi ἄρχοντες – Arconti: parola delle LXX, che traduce l’ebraico SARIM (Principi); sono dunque non solo primi, ma anche i più antichi. Il Libro di Tobia ce li indica «in numero di sette Santi Angeli, che portano le preghiere dei Santi e sono ammessi innanzi alla gloria del Santo». Giungendo al Capitolo 12, del libro di Daniele si dice che Michele, tra questi, ha un ruolo singolarmente superiore poiché è , (nella variante Teod.) «ὁ ἄρχων ὁ μέγας» cioè l’ “Arconte per eccellenza”, locuzione omologa a quella di Arcangelo nel Nuovo Testamento. Tale parola corrisponde secondo il sentimento degli antichi legislatori greci, alla massima magistratura suprema dell’Arcontato ateniese, cioè al titolo che spettava al capo dell’ ordine dei 9 Arconti, appunto l’ Arcon o Megas, o il Rex Arcon, che è S. Michele. Il Testo ebraico come ricordato prima, usa le parole «achad hassarim harishonim» per indicare questo gruppo di vertice o di primi principi; mentre per San Michele, la Tanakh di Daniele 12 , individua il termine «gran principe» con la locuzione «Sar Haggadol», dove « שַׂר śar » sta per principe, o capo , mentre la parola «gran» corrisponde all’ebraico « גָּדוֹל gadol », che significa « grande in ogni senso, cioè possente, nobile in assoluto». Ciò posto, vi sono dei «Principi più nobili, ma anche più Antichi » che abbiamo visto stare al vertice delle Gerarchie degli Angeli, di cui S. Michele, è il più nobile, nonché anche il capo. A questo punto, se dal Libro di Daniele giungiamo fino all’Apocalisse di San Giovanni, troviamo perfettamente rispecchiata quest’idea verticistica di Spiriti nel dodicesimo Capitolo, dove neanche a farlo apposta Michele, torna ancora una volta, nella straordinaria immagine della battaglia celeste. Qui si dice: « Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo. Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli » [Ap 12,7] . Orbene, l’angelologia classica, avendo oltraggiato nome, ruolo e posizione di San Michele, spiega questo passo, asserendo che tale lotta fu tra spiriti di non pari livello, perchè Michele, avrebbe combattuto Satana dal basso della penultima ordinazione angelica, che è quella degli Arcangeli. Tale sentimento nel contraddire il Testo Sacro, pone un problema epistemologico, che va dunque risolto, onde comprendere che esiste una fetta imponente di Testo Sacro, volutamente non compresa. Eh si perché, facendo riferimento al passo testè citato, si notano delle contiguità molto forti con il Testo di Daniele. Difatti S. Giovanni ci descrive , un essere chiamato: (1) « grande drago» e (2) «serpente antico». Il primo elemento, viene individuato dalle LXX con il seguente termine: «ὁ δράκων ὁ μέγας» ( O Drakon o megas) , frase che ci ricorda qualcosa:
Daniele 12,1 - Michele, il gran principe - ὁ ἄρχων ὁ μέγας
Apocalisse 12,7 - Satana il Grande Deago «ὁ δράκων ὁ μέγας»Il secondo elemento, viene individuato dalle LXX come segue « ὁ ὄφις ὁ ἀρχαῖος» ovvero «Ofis Arcaios» . La parola Ofis - ὄφις designa il Serpente , il tentatore dei primi progenitori. Colui che in Gan Eden, cioè nel giardino dell’Eden, fece peccare Adamo, causando la veicolazione del male nel mondo, e la perdita della comunione con Dio.
In ebraico due sono i termini che traducono la parola serpente:
< > nâchâsh , il quale a sua volta deriva da una etimologia primitiva che significa correttamente sibilare o sussurrare un incantesimo (magico); generalmente pronosticare. Il Nachash si incontra ad esempio in Gn 3,1.< > śârâph , che oltre a designare il classico Serafino biblico, che brucia e avvampa ornato di sei ali significa pure serpente, specificamente del color rosso rame.I due termini ὄφις - נָחָשׁ nâchâsh e ὄφις - שָׂרָף śârâph si incontrano in un dato momento nella Bibbia, anche molto importante proprio per la nostra analisi. Infatti, essi si nominano anche in Numeri 21,8 in modo molto singolare, ma per scoprire gli stessi dobbiamo ancora una volta accedere alle fonti ebraiche e non alle traduzioni della Volgata: «Poi gli Israeliti partirono dal monte Cor, dirigendosi verso il Mare Rosso per aggirare il paese di Edom. Ma il popolo non sopportò il viaggio. Il popolo disse contro Dio e contro Mosè: “Perché ci avete fatti uscire dall'Egitto per farci morire in questo deserto? Perché qui non c'è né pane né acqua e siamo nauseati di questo cibo così leggero”. Allora il Signore mandò fra il popolo serpenti velenosi i quali mordevano la gente e un gran numero d'Israeliti morì. Allora il popolo venne a Mosè e disse: “Abbiamo peccato, perché abbiamo parlato contro il Signore e contro di te; prega il Signore che allontani da noi questi serpenti”. Mosè pregò per il popolo. Il Signore disse a Mosè: “Fatti un serpente e mettilo sopra un'asta; chiunque, dopo essere stato morso, lo guarderà resterà in vita”. Mosè allora fece un serpente di rame e lo mise sopra l'asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di rame, restava in vita». Se andiamo a prendere il testo ebraico della frase «Il Signore disse a Mosè: “Fatti un serpente e mettilo sopra un'asta; chiunque, dopo essere stato morso, lo guarderà resterà in vita»; notiamo che la frase «fatti un serpente» è vocalizzato: « wayyō’mer yəhwâ ’el-mōšeh ‘ăśēh ləḵā śārāf». Il Signore dunque dice a Mosè, fabbricati non un נָחָשׁ nâchâsh, cioè un serpente, come quelli che avevano attaccato e morso gli Israeliti, ma un « שָׂרָף Sârâph » , cioè un SERAFINO da collocare sopra all’asta. Da ciò comprendiamo il perché l’Angelo caduto, è biblicamente sia un Serpente che un Serafino.
A questo punto è d’uopo ritornare al secondo elemento che abbiamo sopra descritto – l’antichità dello stesso serpente. Esso è infatti definito « ἀρχαῖος - archaios » e questo termine deriva dal greco ἀρχή archē, che singifica «principio, inizio, » come si evince dal primo versetto della Genesi «in principio Dio creò il Cielo e la terra », dove appunto la frase «in principio» è resa in greco «ἐν ἀρχῇ» (en archè»). A sua volta la parola ἀρχῇ - archè, ha il proprio omologo nell’ebraico « רֵאשִׁיתּ rê‘shı̂yth » , cioè: primo in ordine di rango, ma anche primo da un punto di vista cronologico e temporale. Tale termine, come già ricordato viene da « רוֹאשׁ rô‘sh ». In tale accezione con questo termine si vuole indicare il capo o la testa di qualcosa in ogni senso: letterale, allegorico, spaziale e temporale. Il significato dunque di Antico è molto profondo ma anche molto chiaro:
DANIELE 10,13 - Michele, uno degli antichi principi - Μιχαηλ εἷς τῶν ἀρχόντων τῶν πρώτων
AP 12,8 il serpente antico - ὁ ὄφις ὁ ἀρχαῖοςI due termini sono pressappoco omologhi, perché gli ἄρχοντες greci, vengono proprio dal « רֵאשִׁיתּ rê‘shı̂yth » ebraico avendo il suffisso ἀρχῖ - archi, che proviene proprio dal « רוֹאשׁ rô‘sh ». Se dunque fosse stato tradotto in ebraico, AP 12,8 sarebbe stato שָׂרָף Sârâph רֵאשִׁיתּ rê‘shı̂yth che avrebbe corrisposto alla frase di Dn 10,13 traducibile in ὁ ὄφις ὁ Πρώτο cioè come a dire che l’ Ofis, ovvero l’Angelo scagliato giù dal Cielo (Diabolo dall’ ekballo greco) era uno « ton arconton ton proton » cioè dei primi principi . Il Testo Sacro grida dunque che i termini: « primi principi; gran principe; gran drago; serpente antico» sono in correlazione, deisgnando «UN GRUPPO DI SPIRITI PRIMORDIALI» di cui non viene esplicitato il numero e di cui la Bibbia esprime talvolta anche il nome, e poi rivelato in parte nella pseudo epigrafia e/o nella rivelazione mistica. Vi era un gruppo primigenito di Spiriti, chiamati PRIMI PRINCIPI, o Proto - Arconti, o Primi Arcangeli, che erano stati designati da Dio per assistere e accompagnare l’uomo. Se si prende un brano del Vangelo Apocrifo di Bartolomeo, ma nella versione c.d. (Cod. C: Casanatense) , vi è un passo molto eloquente, pronunciato da Satana su questo antico gruppo, perché interrgoato sul punto dal profeta: « L'apostolo gli disse: "Dimmi tutto, dannato, non nascondermi nulla". Ed egli gli rispose: "Perché mi stringi con la destra del Signore, segno del Crocifisso? Perché mi stringi? Anche se volessi nascondermi, non potrei; se lo avessi potuto avrei combattuto contro di essi; ma proprio non posso. Se avessi potuto farvi perdere tutti, come feci con uno di voi, di nome Giuda, che è sotto il mio dominio! Anch'io infatti sono stato creato tra gli angeli, quando Dio fece il cielo e la terra. Il Signore prese una fiamma di fuoco e per primo creò me; dopo creò l'arcangelo Michele che ebbe poi il potere. Suo figlio, invece, lo aveva generato prima di porre le fondamenta al cielo e alla terra. E quando volle ricostruire ogni cosa, divenne parola di suo figlio. Noi siamo stati fatti per volere di suo figlio, ci ha plasmati secondo il beneplacito del Padre. Io sono stato il primo ad essere creato. Poi fu creato Michele che il Signore ritenne degno di ogni virtù e, avendo obbedito, restò fedele ai comandamenti divini. Il terzo ad essere creato fu Raffaele, il quarto Gabriele, il quinto Uriele, il sesto Zataele e poi altri sei che non posso nominare. Questi dunque difendono il trono di Dio. Mi castigano sette volte durante il giorno, e nella notte mi portano sette volte nella perdizione e spezzano tutta la mia forza. Questi sono i dodici angeli difensori che stanno davanti al trono di Dio: questi sono gli angeli creati per primi; dopo viene tutta la moltitudine degli altri angeli». Il passo testè citato pare seguire pedissequamente il testo di Ap 12,7-8. Michele e Satana erano membri di questo primigenito gruppo di 12 Arcangeli. Accanto a Michele, stava Gabriele, il quale è pure come il primo « al cospetto di Dio» [Lc 1.19] e Raffaele «uno dei Sette Santi Angeli che servono Iddio e sono ammessi innanzi alla sua gloria» [ Tb 12,15]. Quarto è Uriele, ricordato nel Deposito Orale, dai Padri della Chiesa e presente come quarto pure nella letteratura pseudoepigrafa e nella tradizione talmudica, come uno dei quattro Angeli delle quattro direzioni dell’accampamento Israelita.
Degli altri 3 parla Enoch, con nomi diversi, che poi saranno rivelati più correttamente al Beato Amadeo. Il Veggente, pare rievocare queste antiche tradizioni, trascorsi quasi 1400 anni dalla rivelazione dell’Apocalisse, perché nel suo scritto chiamato proprio «NUOVA APOCALISSE» riporta quanto rivelatogli su questa circostanza da San Gabriele in persona, in vari punti o momenti precisi dei suoi rapimenti:
DALLA PRIMA ESTASI - Così il Santo Gabriele disse a me che lo ammiravo: “Non meravigliarti! Tutti noi Angeli e voi Uomini, siamo concittadini della stessa patria, sebbene non tutti gli Uomini siano maggiori di ogni Angelo, né tutti gli Angeli siano maggiori di ogni Uomo. Ebbene alcuni del vostro genere sono maggiori di ogni Angelo, come quel Re fatto Uomo e la Regina Sua Madre. Alcuni del vostro genere, dei quali si dice: vidi una grande folla che nessuno poteva contare, di tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue Apocalisse [7:9-10 ],sono minori di ogni Angelo. Altri sono frammisti con noi: “Siamo i Sette Angeli che veneriamo la Genitrice del Nostro Dio. Superiamo tutti gli altri del vostro genere. Poiché ciò, dunque, non è noto presso di voi, comprendilo e scrivilo affinché il pastore che verrà possa promulgarlo su tutta la terra. Allora io dissi, signore: “Chi sono quei Sette Spiriti maggiori di tutti? Rispose: i sei che vedi in alto, se li sommerai a me, saremo sette. E io gli risposi: signore quali sono i vostri nomi? Il primo che vedi qui è Michele, rispetto al quale nessuno né degli uomini né degli Angeli è più degno, lui è lo stesso che lottò con il grande dragone e lo sconfisse e io Gabriele sono il secondo. Raffaele mi segue e Uriele segue Raffaele e altri a lui. Allora io dissi: “Dunque né Giovanni Battista né alcuno di quegli Apostoli è paragonabile a voi? E quegli: “Fu sufficiente e assai più opportuno che il Signore, Padre del nostro genere, si facesse uomo e non prendesse alcuno di noi; fu sufficiente che la Genitrice di quel nostro Re vero Dio e insieme uomo, fosse preferita a tutti quanti gli Angeli , cosa che disse certamente qualcuno di questi che sono presenti qui”, e indicava il Beato Geronimo. Riguardo a nessuno degli altri Santi è lecito credere che sia innalzato sopra i meriti di ogni Angelo e Arcangelo, non dovendo intendersi con il nome di Arcangelo il secondo Coro che sale verso l’alto ma tutti coloro che sono chiamati Angeli Superiori: tuttavia quella sentenza non fu impressa negli ecclesiastici: Infatti oggi voi continuate a preporre i Santi uomini a tutti noi Angeli.
Per quel che interessa la presente indagine , nella quarta estasi vi è la spiegazione delle frasi che abbiamo trattato prima. L’ Arcangelo Gabriele spiega che, tra Michele, lui stesso e anticamente Satana, non vi era distinzione di Cori, perché facevano tutti parte di un primo gruppo di Angeli superiori, creati per primi.
DALLA QUARTA ESTASI - E infatti Cristo Signore, dopo la sua resurrezione mangiò veramente e non solo in apparenza, come quel mio compagno” e indicava l’Angelo Raffaele “il quale non lui in persona, ma mediante un suo nuncio, accompagnò Tobiolo, figlio di Tobia”, e mostrava se stesso magiare del cibo, sebbene non mangiasse in realtà. Non infatti quel Raffaele si recò da Tobia, ma destinò un Angelo dell’ultimo Coro, in sua vece, allo stesso modo di quell’Angelo, che, con il nome di Michele (poiché era del suo gruppo) apparve sul monte Gargano e in altri luoghi, e chiamava se stesso Michele. Lo stesso Michele, in persona, non viene inviato se non per l’aiuto e la salvezza di tutto il popolo. Egli infatti, è il primo di tutti noi, io lo seguo, noi non siamo separati né per natura, né per Coro o secondo Gerarchia. Io sono il secondo Serafino, lui è il primo che è a tal punto nobile che non può essere più nobile di quanto è. Lucifero fu della nostra medesima specie, per questo motivo da voi è detto “supremo”, poiché fu della suprema specie che possa esser creata dal nostro Dio di cui hai udito altrove. Michele, di conseguenza, non fu reso Principe di tutti gli Angeli da un Coro inferiore, come alcuni sciocchi tra i vostri uomini ritengono, ma per natura è il primo, poiché nella prima specie, che può essere creata fu creato primo individuo di quella. Infatti nelle specie (suddivise), come non pochi di voi opinano, non vi è un procedere all’infinito. La prima specie che può essere creata, è creata e il primo Angelo è creato. Quella non può essere creata maggiore. I vostri dottori dunque, i quali dicono che a qualunque bene dato per finito può esser dato di più, non dicono bene, poiché (non) può essere immaginato di più di ciò che non si può fare o dare.
La spiegazione è dunque completa, e specifica quanto detto nella prima estasi. Alcuni degli Angeli sono stati creati per primi. Rispetto a questi nessuno, tranne Maria Vergine e Cristo Signore è più Beato. Essi costituiscono un gruppo primigenito di Spiriti, primi prinicipi.
La stessa rivelazione che l’Arcangelo Gabriele rese al Beato Amadeo, la troviamo rivelata da Gesù Cristo in persona a Maria Lataste [1822 – 1847], grande mistica francese del secolo XIX. Nel Libro IV° delle sue Rivelazioni Mistiche[1] , intitolato – GLI ANGELI E GLI UOMINI - , al Capitolo 6°, si riporta il seguente dialogo di Nostro Signore: «…Figlia mia, ti ho parlato dell’angelo custode, oggi voglio parlarti di Lucifero. Lucifero era il più perfetto degli spiriti celesti; perccò d’orgoglio, trascinò con sé anche gli altri angeli ribelli, e vuole da allora trascinare a sé tutti gli uomini. Il nome Lucifero significa portatore di luce. Questo nome indica la grandezza della perfezione e la bellezza perfetta di questo angelo. Apparteneva al livello più vicino a Dio e tra gli angeli di livello superiore era tra i più perfetti. Dico uno dei più perfetti, perché c’erano altri la cui perfezione non era inferiore alla sua. Dico anche uno dei più perfetti, perché non c’era nessuno che avesse una perfezione più grande della sua…».
A distanza dunque di circa 300 anni le rivelazioni sembrano quasi identiche:
Beato Amadeo – IV Estasi : Lucifero fu della nostra medesima specie, per questo motivo da voi è detto “supremo”, poiché fu della suprema specie che possa esser creata dal nostro Dio di cui hai udito altrove.
Maria Lataste – IV Libro: Il nome Lucifero significa portatore di luce. Questo nome indica la grandezza della perfezione e la bellezza perfetta di questo angelo. Apparteneva al livello più vicino a Dio e tra gli angeli di livello superiore era tra i più perfetti. Dico uno dei più perfetti, perché c’erano altri la cui perfezione non era inferiore alla sua.Presumibilmente vi erano dunque 12 Arconti o Arcangeli protettori della terra. Su questa visione concorda Terese Neumann .
Ella, il 29 settembre 1928 ebbe una visione della ribellione e caduta degli Angeli rivelando esservi stato inizialmente un gruppo di 12 Arcangeli al vertice. Ecco il resoconto della testimonianza come redatta dal suo biografo, che ci tramanda Don Marcello Stanzione in un suo interessante scritto, presente sul sito della Milizia di San Michele e in un suo noto componimento:[2] « Oggi, festa dell' Arcangelo San Michele, Teresa contempla il mondo angelico (luminose figure di adolescenti, vestiti di ampie vesti di luce d'un bianco scintillante), dispiegandosi in diversi ordini, CON 12 ARCANGELI AL VERTICE. All'inizio, gli angeli sono ancora tutti belli e buoni, e cantano. Poi sorge una lotta in gesti, parole e movimenti, durante la quale circa un terzo degli spiriti angelici si oscura ed anche quattro tra di essi. Allora gli angeli rimasti luce e gli angeli diventati oscurità si dispongono in due eserciti pronti al combattimento, gli angeli scuri sotto la guida del più potente degli arcangeli, ed i buoni sotto il comando di colui che viene subito dopo di lui in dignità e che li riunisce al grido di Michaël! La lotta prosegue fino al momento in cui gli angeli buoni respingono i cattivi nelle profondità. E gli spiriti vittoriosi intonano con allegrezza: "Kadosch, kadosch, kadosch" ».
Anche la controversa Gabriele Bitterlich, pseudo – fondatrice dell’Ordine dei Santi Angeli c.d. Opus Angelorum (oggi ordine perfettamente riconosciuto dal Vaticano, ma senza le visioni della fondatrice), in uno scritto a lei attribuito descrive San Michele come segue: «Un tempo egli era uno dei dodici Arcangeli, tutori della terra, prima che Lucifero provocasse la scelta o decisione di tutti gli Angeli…» . A questo proposito, il grande mistico francese padre Lamy (18531931), che vedeva gli angeli ed in particolare il suo protettore l'arcangelo san Gabriele, afferma che Lucifero fu un arcangelo caduto. Egli dice: Non possiamo immaginare l'immenso potere di un arcangelo. La natura di questi spiriti, anche quando sono condannati, è notevolissima... Un giorno insultai Satana, dicendogli: sporca bestia. Ma san Gabriele mi disse: non dimenticare che è l'arcangelo caduto. è come un figlio di una famiglia molto nobile decaduto per i suoi vizi. Egli non è rispettabile in se stesso ma bisogna rispettare la sua famiglia in lui. Se si risponde ai suoi insulti con altri insulti è come una guerra tra gente bassa. Bisogna attaccarlo con la preghiera» .
Pure secondo il mistico e veggente padre Lamy, Lucifero o Satana è un Arcangelo caduto, ma di una categoria e di un potere superiore agli altri angeli. E appartiene alla stessa categoria di San Gabriele, perché dice: « L’Arcangelo Gabriele è più alto di tutti gli altri angeli. A lui io riconosco uno spirito di una categoria superiore…non potete immaginare la potenza di un Arcangelo» . Secondo il Sacro Testo, 1/3 di questi 12 Arcangeli, ovvero 4 o 5 Spiriti caddero assieme a Lucifero. Sarebbe dunque questo il senso della frase: « Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli». è d’altra parte questa la visione del Beato Amadeo, come abbiamo visto nei nostri precedenti volumi. Sulla composizione originaria del gruppo non ci addentriamo, ma di certo accanto a Satana , facevano parte spiriti decaduti del calibro di Asmodeo e/o Mammon, padre del vizio di avarizia.[3]
APPARIZIONI IN CUI ESPRESSAMENTE SI DICE CHE E' UNO DEI SETTE SPIRITI
San Michele che significa “Chi Come Dio”, è il paladino di Dio, e il vincitore di lucifero . La tradizione cattolica gli riconosce diversi titoli, tra cui, Capo della Milizia celeste, Debellatore degli Spiriti maligni, Gran Principe, Arcistratega di Dio, Arcangelo per eccellenza.Colui che accoglie le anime dei defunti. Per la funzione di psicostasia, era ricordato nel Confiteor al quale il penitente affidava la sua confessione: oggi ciò non avviene e questo, è un gravissimo errore teologico, perché è proprio San Michele che pesa le anime. Nel Testo Sacro si oppone al demone satana, padre del vizio di superbia, d’altra parte il suo stesso nome è indubbiamente un esorcismo in se stesso. Proprio per questa ragione Leone XIII, avendo scorto in estasi la futura minaccia che avrebbe colpito la Chiesa nel secolo XX e XXI, scrisse una invocazione a San Michele, oggi non più recitata:
San Michele Arcangelo difendici nella lotta, sii il nostro aiuto contro la malvagità e le insidie del Demonio. Supplichevoli preghiamo che Dio lo domini e tu, Principe della Milizia Celeste, con il potere che ti viene da Dio, incatena nell'Inferno Satana e gli altri spiriti maligni che si aggirano per il mondo per perdere le anime. Amen.”.
Solo con la seconda venuta di Nostro Signore si realizzerà la completa distruzione di Satana e del suo regno. Nel frattempo, San Michele rimane guardino, con la spada sguainata pronto a scacciare i demoni che vogliono divorare le creature umane. È l’Apocalisse che ci mostra il primo annuncio della storia della Salvezza Umana, la vittoria di San Michele sul principe del male e questa vittoria è destinata a ripetersi verso la fine dei tempi.
Fu lui stesso a proclamare la sua appartenenza al gruppo dei Sette Angeli direttamente in due occasioni, a SAN ENRICO DI BAVIERA , sul monte Gargano, al quale disse: “Non temere, Eletto di Dio, alzati e prendi con allegrezza il bacio della pace che Dio ti manda. Io sono Michele Arcangelo, uno dei sette assistenti al Trono di Dio: ti tocco ora il fianco, perché così dia tu segno, che niuno da qui avanti abbia ardimento di stare in questo luogo in tempo di notte”,
e al pastore MIGUEL SANCHEZ DI NAVALAGAMELLA (Madrid - Spagna ) , nel 1455 al quale rivelò: “Non temere, iosono uno dei sette spiriti che fanno assistenza alla presenza di Dio, dal quale sonoinviato per dirti che è sua volontà che in questo luogo si costruisca un eremo inonore a san Michele e ai suoi Angeli”
Altri eventi prodigiosi capitarono alla suora CLARA DE JESUS Y MARIA (Clara di Gesù Maria) (1648 - 1733) e li traiamo dal testo “Vida prodigiosa de la venerable madre Sor Clara de Jesús Maria Virgen asmirable, religiosa de velo” , di fra. Marcos di Sant’Antonio edito a Madrid nel 1765. In tale scritto si narra dell’assistenza continua di San Michele, che viene definito uno dei Sette: “Padre mio se non fossi stata soccorsa dal Cielo, come mi sarei potuta difendere da tanti nemici? Se non fosse arrivato il mio caro, bellissimo, e valoroso Capitano San Michele e anche tutti gli altri Sette Capitani con San Michele …? Questi bellissimi Arcangeli mi difesero dall’assalto dei miei nemici e il mio Santo Angelo Custode veniva con loro, con la loro spada infuocata contro tutto l’Inferno e mi dissero: “ Nostra devota, non temere , che il Signore Nostro e Tuo Creatore ci invia per difenderti da tutto l’Inferno, e tutti i demoni furono scagliati e consumati… giu dalla terra dentro l’inferno. (..) fatto ciò quei santi Angeli si partirono da me lasciandomi la benedizione nel nome del Signore e della Mia Signora, Santissima Madre”.
Il BEATO AMADEO DA SYLVA, nella sua Apocalypsis Nova offre di San Michele un'immagine straordinaria ponendolo ai vertici di tutte le Gerarchie. Egli afferma nei suoi rapimenti: “Siamo i Sette Angeli che veneriamo la Genitrice del Nostro Dio. Superiamo tutti gli altri del vostro genere. Poiché ciò, dunque, non è noto presso di voi, comprendilo e scrivilo affinché il pastore che verrà possa promulgarlo su tutta la terra. Allora io dissi, signore: “Chi sono quei Sette Spiriti maggiori di tutti?”. Rispose: “I sei che vedi in alto, se li sommerai a me, saremo sette”. E io gli risposi: “Signore quali sono i vostri nomi?”. “Il primo che vedi qui è Michele, rispetto al quale nessuno né degli uomini né degli Angeli è più degno, lui è lo stesso che lottò con il grande dragone e lo sconfisse e io Gabriele sono il secondo. Raffaele mi segue e Uriele segue Raffaele e altri a lui…Riguardo a nessuno degli altri Santi è lecito credere che sia innalzato sopra i meriti di ogni Angelo e Arcangelo, non dovendo intendersi con il nome di Arcangelo il secondo Coro che sale verso l’alto ma tutti coloro che sono chiamati Angeli Superiori: tuttavia quella sentenza non fu impressa negli ecclesiastici. Infatti oggi voi continuate a preporre i Santi uomini a tutti noi Angeli…”. [Apocalypsis Nova, Prima Estasi]; “…. Michele, di conseguenza, non fu reso Principe di tutti gli Angeli da un Coro inferiore come alcuni sciocchi tra i vostri uomini ritengono, ma per natura è il primo, poiché nella prima specie che può essere creata fu creato primo individuo di quella…”[Apocalypsis Nova, Quarta Estasi].
CORRISPONDENZE DI S. MICHELE NEL SANTO ROSARIO
Non è fuoriluogo congetturare che l’azione di San Michele trovi un sicuro parallelismo nei Misteri gloriosi o misteri della Vittoria di Cristo e di Maria. Si tratta infatti delle cinque vittorie di Maria Vergine e di Nostro Signore sulla morte e sul male. In ciò pare simbolizzarsi l’azione misteriosa di Michele il vittorioso, che sconfigge le orde del male, e preconizza il futuro trionfo del Figlio di Dio, per cui il 12° Capitolo dell’Apocalisse, ne celebra le gesta accanto all’immagine della Vergine, segno celeste di vittoria.
1) La risurrezione di Gesù; - Cristo Signore ha vince sulla morte
2) L'ascensione di Gesù al cielo; - L’umanità rinnovata in Cristo vince sul peccato di Adamo
3) La discesa dello Spirito Santo nel Cenacolo; - lo Spirito Santo vince sul mondo
4) L'Assunzione di Maria al cielo ;- Maria vincitrice in vita, segue la vittoria del Figlio celeste, giungendo in Cielo in Corpo e Anima,
5) L'Incoronazione di Maria Regina del cielo e della terra- Maria Vincitrice è incoronata Regina degli Uomini e degli Angeli, e proclamata Mediatrice, Corredentrice e Avvocata del Genere Umano
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