BEATO AMADEO DA SYLVA (1420 - 1482)
Traduzione, ricerche e ricomposizione del testo
Avv. Carmine Alvino
Fra Amadeo da Sylva (1420 – 1482) detto il beato
per pubblica acclamazione
(NASCITA ANNUNCIATA DA UN ANGELO)
Il Beato Amadeo portoghese, uomo santissimo dell’ordine francescano[1], nacque da Rodrigo Gomez da Silva Signore della Fortezza di Campo Mayor e da d'Isabella Menez figlia di Pietro Menez, Conte di Viana primo Duca di Ceuta. Fu anche il fratello della più nota Santa Beatrice de Silva e pare che il Signore avesse concesso queste due persone alla religione francescana per renderli fondatori di due importantissime Congregazioni ispirate all’insegnamento del poverello d’Assisi. Con il battesimo, secondo quanto scrivono gli autori Mariano, Cimarelli e gli annali francescani , fu chiamato Amatore ( poi il popolo cominciò a chiamarlo Amadeo ) nome assai usato in quella nazione per annuncio di un Angelo , che in abito di povero pellegrino apparve ai suoi genitori. Compiuti diciotto anni, gli fu data in sposa una nobile donzella, che egli lasciò immacolata , andandosene nella Castiglia per arruolarsi come soldato nell'esercito del Re Don Giovanni II per la guerra contro i Mori . Nel fatto d'armi fu ferito ad un braccio, per cui si decise di abbandonare i sovrani del tempo e procurarsi la grazia del Re celeste iscrivendosi all' istituto regolare dei Romiti di S. Girolamo sito nel famoso Monastero di Guadalupe.
(SALVATO DA UN ANGELO, GIUNGE AL MONASTERO DI GUADALUPE)
Messosi in cammino per giungere al detto monastero , venne assalito da tre ladroni, che all'improvviso gli furono addosso , ma fu repentinamente liberato dalle loro mani grazie all’ aiuto di un misterioso cavaliere , il quale, dopo essere li misteriosamente comparso gli disse: “Già io, conosco bene la tua risoluzione e l'approvo. Servirai Dio tra questi romiti e perseverai con essi fino a quando dal Cielo non ti sarà stato ordinato diversamente” , e ciò detto, scomparve dalla sua vista. Giunto al Monastero di Guadalupe e ricevuto nel novero di quei Religiosi, per dieci anni visse in modo esemplare , esercitando la sua umiltà negli offici più umili , per cui divenne illustre nelle virtù e carissimo ai monaci. Venutogli poi un ardentissimo desiderio di ottenere il martirio in nome di Cristo, con il permesso del suo superiore si recò nella Città di Granata, posseduta allora da mori, dove, essendo stato catturato da questi e ritenuto una spia dei Cristiani, fu condannato ad esser fustigato, e poi ucciso. Tuttavia dopo averlo spogliato per flagellarlo, i suoi carnefici gli trovarono addosso un aspro cilicio che gli affliggeva tutto il corpo, cinto con una catena di ferro, e mossi a compassione , dopo averlo fustigato, lo lasciarono andare. Non avendo ottenuto l’intento sperato, decise di imbarcarsi per l’ Africa dove sarebbe li morto in nome di Nostro Signore e dunque, s'incamminò per la città di Siviglia. Imbarcatosi poi in tempo di bonaccia, all' improvviso fu colto da una grande tempesta, per cui fu costretto a desistere dal suo intento comprendendo che ciò fosse volontà di Dio. Se ne tornò dunque al suo Monastero di Guadalupe e si mise a servire con diligenza e ad aiutare alle Messe.
(TRASFORMAZIONE DELL’ACQUA IN VINO)
Durante questo sacro compito, avvenne una volta che, venendo a mancare il vino per purificare le dita del Sacerdote, egli impetrò si cambiasse l'acqua in vino e così avvenne. Il celebrante, colpito ed ammirato da un tale miracolo, finita la Messa ne fece parola agli altri Monaci.
(GLI ANGELI SPENGONO L’INCENDIO)
In un’altra occasione, di notte, appoggiò avventatamente una candela accesa ad un armadio di legno, quando improvvisamente vide lo stesso prendere fuoco, ed incendiarsi ogni cosa. Non volendo disturbare il silenzio dei Monaci, e dall' altro canto non potendo spegnere il fuoco, chiamò in aiuto la Regina del Cielo e subito comparvero due giovani a porte chiuse, che dotati di bacinelle d’acqua spensero immediatamente il fuoco e poi pulirono tutto in tal maniera che non restò neppure la benché minima traccia di bruciato.
(IN VIAGGIO VERSO ASSISI)
Deciso a vestire l’abito di San Francesco ed ottenuta la necessaria licenza da Gondisalvo d' Illesca, priore di Guadalupe nell'anno 1452, l’11 di ottobre se ne andò ad Oviedo , dove fu caldamente ricevuto dai francescani e, con le indicazioni e le lettere di raccomandazione degli stessi, si incamminò verso l'Italia. Durante il viaggio, nonostante il pericolo di cadere nelle mani dei predoni , che, come spesso accadde lo spogliavano e percuotevano anche a sangue , venendo a sapere che un certo monaco viveva in alcune caverne sui monti osò azzardare di salire su tali montagne.Nel salire, gli vennero incontro due monaci, discepoli dell'accennato asceta, mandati dal maestro a riceverlo per rivelazione divina, avendo conosciuto da Dio che stava venendo da lui. Una volta ricevutolo li, dopo esser stato caritativamente ristorato dai monaci, l’asceta gli disse che doveva partirsene subito ed eseguire quanto il vaticinio celeste gli aveva profetizzato sulla sua vita, aggiungendo che avrebbe altresì patito molte più dure prove e tribolazioni, che doveva offrire tutte a Cristo. Non furono pochi i tormenti di fame, di sete e di fatica, che fu costretto a sopportare durante il viaggio, ma offrì sempre tutto con molta pazienza a Dio, tanto che, avendo una volta smarrita la via e sentendosi attanagliare dalla fame, gli apparve improvvisamente un giovane misterioso che lo indirizzò nuovamente sulla giusta strada e gli lasciò anche un mezzo tozzo di pane, scomparendo poi nel nulla. Dopo essere passato in Francia, da Avignone, giunse con molta fatica a Genova, dove cadde ammalato, e grazie all’aiuto di un medico spagnolo fu ricevuto nell’ ospedale. Implorò allora il favore della Vergine sua Avvocata , e non tardò ad ottenere la guarigione , poiché la Regina dei Cieli gli apparve una notte, e la mattina per tempo si trovò sanato. Riacquistate le forze immediatamente proseguì il suo cammino e dopo aver confortato una nobile sorella che si era decisa ad abbandonare l’abito sacro, e averla dissuasa dal farlo raggiunse Firenze. Li un giorno intero andò cercando ricovero ma non trovò nessuno che lo ricevesse per cui, fu costretto nella notte a riposarsi in un luogo pubblico. Da li passò a Perugia , dove trovò Frate Angelo da Perugia, Ministro Generale dei francescani, al quale chiese di volerlo ricevere nel loro ordine, ed avendone ricevuto un netto rifiuto proseguì verso Assisi , ove parimenti fu rifiutato.
(AMADEO AIUTA IL CONVENTO DI ASSISI)
Ma perseverando nella buona intenzione di eseguire la divina volontà, prese in affitto una casetta vicino al Convento di San Francesco e vi dimorò per lungo tempo , andando ogni giorno alla Chiesa del detto Convento, impegnandosi quotidianamente ora nella preghiera, ora nel servire alle messe, e più spesso aiutando con diligenza il sacrestano nei servizi della Chiesa. Facendo una volta una orazione più devota del solito in quella Chiesa presso l’ Altare della Beata Vergine, gli apparve il demonio in un' orrenda forma di gigante , minacciandogli molte sciagure , se non se ne fosse andato da li e non cessava di mortificarlo e di batterlo violentemente. Egli attaccatosi subito all'Altare rispose, che poco teneva di conto le sue minacce qualunque esse fossero, né di volersi allontanare dal servizio di Dio. Finalmente divenuto amico del sacrestano cominciò a servire in Chiesa come domestico. Accadde poi, che infortunatosi gravemente il compagno del sacrestano, questo si raccomandasse alle sue preghiere, e immediatamente guarì . E attribuendo questo beneficio alla intercessione di Amadeo, avendo recuperato per il suo tramite la salute, comunicando a tutti la sua virtù, e la sua vita perfetta, cominciò a descriverlo come un santo.
(MIRACOLI DI AMADEO DURANTE QUESTO PERIODO)
Frattanto la fama del Servo di Dio con tale miracolo si sparse ovunque, tanto che molti cominciarono a raccomandarsi alle sue preghiere. Giungendo infatti ad Assisi Donna Caterina, moglie di tal Cesare de Conti e Sorella di Papa Nicolò V, che per molti anni era vissuta col marito sterile, comunicando a lui questo rammarico, grazie ad una sua preghiera, ottenne da Dio di avere un figlio maschio. Ma essendosi insuperbita, non attribuendo più alla grazia ricevuta il giusto peso, ma pensando che fosse stata la natura ad operare laddove, invece, era stato il frate con l’aiuto delle sue preghiere, avvertita da quest’ultimo di ravvedersi, e non dando valore alle sue ammonizioni nel termine perentorio che le era stato concesso, rimase priva del figliuolo. Un' altra signora, moglie del Governatore di Foligno, essendo stata chiamata a Roma dal Sommo Pontefice a difendere le sue ragioni in un caso grave, temendo di incontrare una probabile condanna, andò a consultarsi con Amadeo, su cosa dovesse fare. Questi le disse: “Andate pur allegramente che le cose a Roma andranno bene , ma maggiori disturbi vi saranno durante il viaggio, ma con l'aiuto divino ne uscirete salva; mettete ogni vostra speranza in Cristo Signor Nostro e nella sua Santissima Madre!”. Messasi in viaggio, e giunta vicino al Tevere cadde nel fiume col cavallo, da dove, senza che nessuno sopraggiungesse riuscì ad uscre verso la riva, in presenza di tutti. I servitori attribuirono tale prodigio ad una speciale grazia del Signore e lo raccontarono a molti in Roma e la donna, dopo aver felicemente superato il nodo giudiziario, lo narrò allo stesso Papa, lodando tantissimo Amadeo, il quale le aveva predetto il tutto.
(FRA GIACOMO DA MOZZANICA LO ISCRIVE TRA I FRATI LAICI)
Frattanto, essendo morto Frate Angelo da Perugia Ministro Generale dell’ordine, da cui non era stato accettato tra i francescani, gli successe nell'ufficio Fra Giacomo da Mozzanica, il quale giunto ad Assisi, trattò Amadeo con molta benevolenza , e l'ammise nell’umile stato dei Frati Laici. Fatti i suoi voti solenni, ed iscritto tra costoro, si diede alla preghiera ed alle sante meditazioni con maggiore fervore, offendo con estrema carità a chi glielo chiedesse, ogni aiuto possibile.
(VIENE FATTO OGGETTO DI CALUNNIE ED È COSTRETTO A LASCIARE IL CONVENTO)
E siccome era numeroso il numero di persone che giungeva da ogni parte per ricevere aiuto da lui, cominciò ad essere odiato dal sacrestano e dal portinaio , specialmente perché non voleva ricevere nulla in cambio da coloro ai quali impetrava grazie dal Cielo. Costoro, dunque, iniziarono immediatamente a procurargli l’ odio altrui , perché egli li riprendeva a causa dei loro costumi dissoluti e della loro vita licenziosa. Poi, incominciarono a congiurare e a progettare delle insidie contro di lui, e tanto fecero, che lo cacciarono d’ Assisi. Se ne andò perciò a Perugia, cosi come l'Angelo gli aveva predetto, dove ottenne licenza dal Ministro Provinciale di conferire a Brescia alla presenza del Ministro Generale, il quale si trovava li per presiedere il Capitolo della Provincia di Milano. Giunto da Perugia a Brescia, fu mandato dal Ministro Generale a Milano dove, essendo stato costituito sacrestano nel Convento di San Francesco nella Porta, con ogni diligenza possibile intraprese tal uffizio. Ma notando che tale compito, gli impediva di riunirsi in preghiera e fare lunghe orazioni, come invece desiderava, domandò al Superiore che gli fosse tolto quel pesante officio e conseguito ciò, ottenne una cella nell' infermeria del convento e come compagno Fra Giorgio da Valcamonica. Divenuto celebre per le incessanti preghiere e i continui ed estenuanti digiuni, che compieva anche per due o tre giorni consecutivi, ed osservando la più strenue povertà, tanto che usava camminare sempre a piedi nudi e portare silenziosamente un aspro cilicio che gli mortificava le carni, divenne nondimeno più conosciuto anche per i miracoli per mezzo di lui operati dal Signore.
(DAL DUCA FRANCESCO SFORZA)
La sua fama di guaritore e di veggente giunse fino ai vertici della società milanese e, in particolare, al duca Francesco Sforza e alla moglie Bianca Maria Visconti, la quale se ne servì per missioni delicate e segrete presso vari potenti, non ultimo il Papa. Essi lo tennero in grande considerazione avvalendosi del suo consiglio nelle cose difficili, e della sua intercessione, nei loro bisogni spirituali. Spesso andavano di persona a visitarlo, alle volte facendolo chiamare, gli confessavano i travagli, che li opprimevano. Amadeo tuttavia, per sfuggire alle conversazioni secolari e alle lodi degli uomini, quando pregava si ritirava in luoghi segreti e mal volentieri usciva in pubblico. In quei desolati luoghi fu veduto spesso rapito in estasi, e mentre con lo spirito vagava nel Cielo, il corpo rimaneva come morto. Egli anelava sempre infatti estraniarsi, per liberarsi dal continuo andirivieni di persone che gli disturbavano l'orazione e la quiete della mente. Nel tentativo di partire da Milano per cercare luoghi più pacifici si recò col compagno nel 1477 a Margliano dove c’era un piccolo convento abitato da un Frate. Amadeo lo restaurò e vi costituì a dimorarvi più Frati e successivamente, se ne andò ad Opreno, dove dicono , che fosse eretta la prima Chiesa in Lombardia dedicata al Padre San Francesco e vi era un convento derelitto , abitato da un solo Frate. Ricostituita anche questa casa, vi fece venire a soggiornare frati di vita più austera, ma sotto l’ ubbidienza dei Superiori Conventuali di Monza. Qui, si diede completamente alle opere di misericordia e carità , visitando gli infermi , confortando i bisognosi, rifocillando i poveri, invitando i peccatori alla penitenza , cosicché venne da tutti amato e riverito. Dopo esser stato persuaso dal Ministro Provinciale, che lo vedeva assai idoneo e capace all’opera di governo, prese gli Ordini Sacri e il governo del Convento, che tenne per sei anni, e celebrò la sua prima Messa nel giorno della Annunciata dell' anno 1459.
(GRANDI MIRACOLI OPERATI DA FRATE AMADEO)
Cominciò a percorrere lo Stato di Milano , in lungo e in largo, in base a come sentiva la necessità di quelle popolazioni e delle loro anime per arrecare rimedio , liberando non poche persone da gravi sciagure, e riconducendo moltissimi sulla via della salvezza.
E In queste opere di pietà a molti procurò benefici celesti:
- Ad Uberto, Governatore di Margliano e Caterina sua Consorte, che per lungo tempo desideravano avere un figlio impetrò la grazia di una figliuola, a cui fece porre nome Anna .
- Facendo visita ad un cittadino di Como oppresso da una grave infermità gli ottenne la salute.
- Costanza, moglie di un gentiluomo chiamato Palamide Carpano, aggravata nel collo da un pericoloso gonfiore, fu guarita per le preghiere del frate, e lo stesso Palamide ottenne da Amadeo, di evitare la rovina della sua vigna.
- Essendogli state condotte una Signora della nobile famiglia Crivelli, ed un' altra giovinetta di Monza, ambedue indemoniate, furono da lui liberate.
- Guarì dall'ernia il figlio di Taddeo Macerini, Capitano di Cremona, e poi lo salvò con meraviglia dalla morte imminente a giudizio di medici.
- Predisse la salvezza del figlio del Servitore di Papa Paolo II in Opreno dicendo: “Và che tuo figlio non morirà , ma vivrà!” e costui, nell'ora medesima in cui Amadeo aveva detto ciò, risultò perfettamente sanato .
- Passando per Magenta, ed entrato in casa del Signor Riccardo Crivelli trovò che una sua figliuola era mezza morta, le diede la sua benedizione dicendo al Padre di non dubitare che non sarebbe morta, come avvenne in breve, riavendosi repentinamente.
- Stando mortalmente inferma la signora Elisabetta dei Rusconi, moglie di Filippo Casale, Amadeo le disse che sarebbe presto guarita da quella infermità , ma che poco dopo ne avrebbe avuta un'altra , di cui sarebbe morta: cosa che accadde realmente.
-Affezionatisi a lui per le sue virtù, e bontà gli abitanti di Castelleone della Diocesi di Cremona , trattarono con la Duchessa Bianca, che gli concedesse il Convento di Santa Maria di Brassanoro, dove stavano alcuni pochi Frati. Ottenne ella dal Ministro Generale, che si togliesse da il precedente guardiano e si consegnasse il Convento ad Amadeo ed ai suoi seguaci. Prese egli questo convento nel mese di Agosto dell'anno 1460, ed in poco tempo lo restaurò, conducendolo a perfezione, grazie alle larghe elemosine somministrateli da una Signora di Casale, la quale essendo stata a lungo tempo sterile, per intercessione sua, partorì un figlio l’anno 1464 e così, in poco tempo, tutti quei popoli vicini divennero suoi devoti. Dimorando Amadeo in detto convento una gentildonna chiamata Ricciarda di Lodi, essendo gravida e a parere dei medici prossima alla morte, si rivolse al frate , il quale le rivelò che, non solo non sarebbe morta, ma anche presto guarita e che, a suo tempo, avrebbe partorito un bellissimo bambino, cosa che avvenne con la meraviglia di medici e parenti che la davano per spacciata.
- Mentre egli si trovava a pregare una notte nella Chiesa di Bressanoro passando da lì innanzi alcuni operari videro per tutto il tetto uscire fiamme di fuoco e l'aria intorno risuonare di soavissime cantilene. Avvisarono pertanto i Frati dell'incendio nella Chiesa, dove subito ivi giunti non videro che Amadeo posto in orazione, mentre dal suo petto spiccavano numerose e vive fiamme di fuoco .
-Essendo gravemente malata a Monza, Ippolita la più piccola figliola del Duca, la Duchessa Madre spedì subito un messo ad Amadeo affinchè pregasse per la sua salvezza e immediatamente la fanciulla fu risanata.
-Tornato da Roma, e divulgatasi maggiormente la fama della sua santità , i nobili Bresciani ed altri lo pregarono di prendere alcuni conventi fra di loro, ed esso prese quello nella Terra di Quinzano della Diocesi di Brescia. Una notte pregando nella chiesa del luogo, udì una voce, che tre volte gli dise: “Alzati Amadeo, e và a Bordolano!” . La mattina seguente si mise dunque in viaggio, e giunto a Bordolano, dopo esser ancora miracolosamente scampato a dei furfanti, trovò tutta la terra sconvolta per le rivolte e i disordini, essendo stato ferito un uomo molto importante della zona. Entrato in casa del ferito vide le vicine e i parenti piangere amaramente, e gli amici conversare sul luogo dove seppellirlo, ritenendo che non vi fosse più speranza. Ma Amadeo, entrato al capezzale del ferito, esortò l' infermo a perdonare chi l'aveva offeso, e a pacificare gli abitanti di quella regione affinché deponessero le armi, e così si pentisse d'ogni altro peccato commesso. Inginocchiatosi poi, Amadeo fece una preghiera per lui , e subito questo cominciò a migliorare, cosicché dopo poco informava già tutti del grande miracolo ricevuto da Amadeo.
- Tal Cristoforo di Pescara cadde da un' alta torre e si ruppe le ossa di tutto il corpo . Dopo essersi preparato a morire Amadeo gli disse di stare di buon animo e che dopo tre giorni si recasse alla Chiesa di San Francesco a ringraziare il Signore per la recuperata salute, cosa che avvenne immediatamente subito dopo le sue parole.
- La figlia d'Abramo Federisio, moglie di Giovanni de' Capriotis di Brescia, dovendo sopportare un pericoloso travaglio fece fare ad Amadeo una preghiera per la sua salvezza. Questi le mandò la sua corda e subito partorì , restando tutta consolata . Marina, madre della suddetta partoriente, veduto il beneficio ricevuto dalla figlia non volle restituire la corda, la quale è ancora oggi tenuta con venerazione da Bresciani. Amedeo, inoltre, impetrò a molte donne sterili che divenissero feconde con la sua sola preghiera, e tra queste si segnalano : Antonia moglie del Conte Luigi Vermi , la moglie di Matteo da Sant'Angelo Capitano di Cavalli, la moglie di Don Giorgio Genovese , Margherita Arcimbolda Conserte di Don Buon Giovanni Fisiraggio da Lodi – tutte donne nobili. Furono inoltre sanati dalle preghiere di Amadeo: il Nipote di Don Pietro degli Avvocati da Brescia ; Taddeo Bucerino oppresso da una gravissima malattia.
- Nel anno 1466 predisse la dipartita di Francesco Sforza Duca di Milano alla duchessa Bianca Maria, nonostante egli ancora allora stesse in perfetta salute. Si avverò tuttavia il suo vaticinio , in quanto, poche settimane dopo il duca improvvisamente scomparve.
(DIFFAMAZIONE DI AMADEO E VITTORIA MIRACOLOSA SUI CALUNNIATORI)
Ora, avendo il Servo di Dio riformati molti Conventi, ed introdotto ad abitarli Frati Riformati, gli altri Frati invidiosi si decisero di tormentarlo con calunnie e falsità presso il Duca di Milano, l'Arcivescovo ed altri esimi personaggi . Passando per Milano Fra Francesco da Savona, Ministro Generale, dopo aver appreso tutte le lamentele che gli venivano fatte sul suo conto, ed esaminandole con diligenza trovò che essere erano frutto di invidia e non di zelo e verità , per cui lo dichiarò innocente, e riprese aspramente i calunniatori . Ma le calunnie non cessarono, infatti, a causa delle molestie, Amadeo fu costretto a trasferirsi a Roma, dove il Pontefice a lui favorevole, emise un Breve Apostolico , affinché la sua causa si facesse davanti al Duca di Milano, il quale la affidò a tal Alessandro Sforza suo Luogotenente e Governatore . Davanti al governatore Amadeo fu oggetto di oltraggiose diffamazioni che lo ritraevano come idiota, ipocrita, spesso disobbediente ai superiori e addirittura apostata. Amadeo sopportava con pazienza, chiedendo con molte preci al Signore che lo proteggesse in queste gravi angustie. Ma le calunnie prevalsero a tal punto che un giorno l’accennato Alessandro lo fece chiamare a sé e lo riprese aspramente, ordinandogli che uscisse da tutto lo Stato di Milano entro tre giorni. Amadeo allora si inginocchiò a terra ed alzati gli occhi e le mani verso un' immagine della Beata Vergine , che in quella camera vide appesa , disse: “Io prego Iddio , e Sua Madre di proteggermi in questa causa!” , ed appena uscito Alessandro fu assalito da un violentissimo dolore. Temendo essergli stata inviata da Dio una sciagura per avere ingiustamente giudicato quel suo Servo , lo fece immediatamente richiamare, sebbene egli non volesse tornare da lui , ma pregato dal Duca e da sua Moglie , persuadendolo anche altri, condiscese a visitarlo . Giunto alla sua presenza, l'infermo confessò umilmente il suo errore , dicendo di essere stato ingannato e chiedendogli perdono, e insistentemente che pregasse Iddio per lui , affinché lo liberasse da quei dolori. Amadeo, si mosse a compassione dell’uomo, per cui, supplicando il Signore subito gli ottenne la guarigione. Stessa cosa accadde all' ambasciadore di Firenze che gli si era mostrato contrario, che subito aggravato anch’egli da moltissimi dolori, dopo aver chiamato Amadeo e pregatolo di fare la medesima preghiera a Dio, si vide presto risanato . Superate in tal modo le suddette contrarietà, diede termine alle costruzioni degli avviati Conventi e ne ottenne degli altri , per cui la sua congregazione si accrebbe moltissimo.
(A ROMA DA PAPA SISTO IV)
Il Papa lo chiamò in Roma, e lo nominò suo confessore, concedendo poi molti Privilegi alla sua Confraternita instituita dal medesimo a Milano, i c.d. frati Amadeiti. Inoltre ottenne dal Papa che oltre ai Conventi che aveva, ne potesse prendere altri sei, sia terminati che in fase di edificazione ed inoltre che lui e gli altri Custodi suoi successori potessero ricevere e vestire dell' abito del Terzo Ordine di San Francesco qualsivoglia persona , dichiarando la Congregazione degli Amadeiti membro particolare della Religione distinto dagli altri , ma soggetto al Ministro Generale , aggiungendo più privilegi oltre quelli già accennati. Il Beato Amadeo dimorò per qualche tempo a Roma , per consolazione del Sommo Pontefice , ed ebbe la direzione nel Convento di San Pietro Montorio.
(L’APOCALYPSIS NOVA)
Due ore al giorno le trascorreva per ricevere i suoi ospiti, mentre tutte le altre ore le passava in orazione, e contemplazione, o nella Chiesa o in una caverna del medesimo Monte , dov' ebbe diverse rivelazioni divine , raccolte nello scritto da lui chiamato col titolo di Apocalypsis Nova. Grazie a queste illuminazioni celesti, durante le quali rimaneva come rapito in cielo apprese numerosi miracoli e ancor più straordinari segreti che ancora si celano nella religione cattolica, nonché il nome di tutti i Sette i Santi Arcangeli innanzi al trono di Dio.
(L'ARCANGELO GABRIELE GLI PROFETIZZA LA SUA PROSSIMA DIPARTITA)
Infine, l’Arcangelo Gabriele, apparendogli, gli preconizzò la sua futura dipartita che sarebbe avvenuta di li a qualche settimana , in Lombardia. Ottenuta infatti, dal medesimo Papa, licenza di ritornare li per visitare i Conventi della sua Congregazione, passando prima per Piacenza e poi per Milano , giunto nei pressi di Lodi fu colpito da forti di dolori al fianco e costretto a tornare indietro presso il Convento di Santa Maria della Pace a Milano, dove sopraggiunse una febbre acuta a seguito della quale morì come predetto dall’Angelo.
Il giorno seguente la sua salma fu esposta in Chiesa per il funerale , e vi accorse un così grande numero di persone, che fu necessario tenerlo tre giorni insepolto, mentre tutti gli toccavano la faccia, le mani, i piedi , prendendo chi brandelli dell'abito chi della corda per serbarlo come Reliquia e acclamandolo per Santo ed ammirando i miracoli , che operava anche da morto-
(MIRACOLI POSTUMI DI AMADEO BEATO)
In particolare le reliquie dell’Amadeo e le preghiere devote a lui indirizzate sanarono, dopo la morte del frate diversi personaggi tra cui:
- Fra Agostino dell’ Ordine degli Umiliati,
- Caterina Moglie di Giovanni Ongaro Medico Milanese,
- Caterina Longona Milanese, Margherita della Croce da un veemente dolore di stomaco,
- Fra Bernardino da Cremona Francescano dall’ ernia ,
- Palamide da Carpano,
- Elisabetta dei Canni da un male all’occhio,
- Antonio Bergamasco Tessitore Milanese,
- Lucia dalla Villa Pandino figlia di Giovanni de Curtis e Moglie di Bertolino Picenino Scudiero del Duca di Milano dall’emorragia di sangue,
- il figlio di tal Giacomo Pellicciano da Castel Leone e molti altri.
Sono insomma davvero tanti i miracoli, le azioni eroiche ed i segni evidenti della santità.
[1]Traiamo la sua vita dal : Benedetto Mazzara,Leggendario francescano, istorie de Santi, Beati, Venerabili ed altri Uomini