BEATO BARTOLO LONGO (1841 - 1926)

Carmine Alvino

BEATO BARTOLO LONGO

(1841 - 1926)

 L’avvocato Bartolo Longo, beatificato dal papa Giovanni Paolo II nel 1981 e la cui memoria liturgica ricorre il 5 ottobre, nacque a Latiano, vicino Brindisi, nel 1841. Si convertì alla fede cattolica per intercessione della Vergine, dopo anni di allontanamento in cui si era addirittura dedicato allo spiritismo. Decise quindi di consacrare tutta la sua vita alla Madonna e di diffondere il culto mariano specialmente mediante la recita del Santo Rosario. Il fondatore del Santuario di Pompei era devotissimo ai Sette Arcangeli, di cui fa parte San Michele, suo grande protettore. Egli addirittura fece erigere un altare dedicato a San Michele e agli altri maggiori Spiriti Assistenti al Trono di Dio, con un dipinto del maestro Loverini, chiamato: Il momento dopo la vittoria. L’altare dedicato ai Sette Arcangeli fu consacrato il giorno 7 maggio 1981 dal Vescovo di Nola, Monsignor Agnello Renzullo. Straordinarie sono le attestazioni che egli lasciò con riguardo ai Sette Primi Assistenti del Signore.[1]  Tutte le preghiere, testimonianze, documentazioni, orazioni, scritti ecc, del Beato Bartolo Longo, sui Sette Arcangeli, le abbiamo tratte da: “San Michele Arcangelo e gli altri Spiriti assistenti al Trono di Maria”, Valle di Pompei, Scuola Tipografica Bartolo Longo pei figli dei Carcerati , 1903 – oggi in Archivio Storico del Santuario di Pompei .   Vediamo cosa dice, nel libretto i Sette Arcangeli (prendiamo le parti più significative):

§ I

Chi sono i Sette Spiriti che assistono
al Trono di Dio
-Sono sette Angeli che stanno al cospetto dell’Eterno, come rivelò a Tobia uno di essi, l’Arcangelo Raffaele, allorchè disse :  - Io sono l’Angelo Raffaele, uno dei Sette che stiamo dinanzi al Signore. E’ cosa certa l’esistenza di queste sette nobilissime Intelligenze, che tra tutti gli Angeli sono le principali, perché ce lo attesta la divina Scrittura. Il Profeta Zaccaria vide in ispirito un candelabro tutto di oro fino che sosteneva sette lampade; ed era ombreggiato da due alberi di olivo, che erano uno a dritta e l’altro a sinistra. Subito egli domandò al suo Angelo custode chi fossero. E l’Angelo rispose: - Le sette lampade sono gli occhi del Signore, cioè i Sette Arcangeli, che scorrono per tutta la terra (Zachar. C. IV). Questa visione di Zaccaria viene confermata dalla visione di S. Giovanni narrata nel primo libro della sua  Apocalisse, al capo quarto. L’Evangelista vide sette lampade ardenti innanzi al Trono di Dio. Vide pure che il divino Agnello aveva sette occhi. E così le lampade come gli occhi dell’Agnello, spiega l’Evangelista, sono i Sette Spiriti che assistono a Dio; e come suoi Messi, o Ambasciatori, girano tutta la terra. Essi dunque sono indicati col loro distintivo , di essere, cioè: Occhi di Dio e di Gesù, Lampade fiammeggianti; e due tra loro , Gabriele e Raffaele, sono detti pure Olive pacifiche (filii olei). Il loro ministero comune è di
- ammirare e benedire l’infinita liberalità di Dio e la tenerezza del Cuore di Gesù;
-  di presentare con ogni calore e premura i bisogni nostri a Dio, Padre e Creatore di tutto;
- di eseguire i disegni della Paterna Provvidenza di Dio e della carità di Gesù Cristo;
-di vegliare sopra di noi e starci dappresso ed impetrarci le grazie necessarie.
L’Evangelista invoca questi sette Angeli affinchè impetrino la grazia e la pace ai fedeli. Donde si deduce che questi sette Principi sublimissimi hanno una speciale potenza per assistere noi mortali.
 
§ II
I nomi dei Sette Angeli
I nomi di questi Sette Angeli sono:
1.Michael,  che vuol dire:  Chi come Dio? – Quis ut Deus? – è il Capo e il Principe della Milizia di Dio, che sconfisse Lucifero e gli Angeli suoi.
2.Gabriel,  che vuol dire, Fortezza di Dio: - Fortitudo Dei – è l’Angelo dell’Incarnazione che fu mandato a Zaccaria, a San Giuseppe ed a Maria Vergine.
3.Raphael,  Medicina di Dio: - Medicina Dei – è l’Arcangelo che guidò Tobia, e guarì il padre di lui dalla cecità, colmandoli di ogni sorta di beni spirituali e temporali. Egli è l’Angelo delle sanazioni degli uomini e a lui si ricorre per conservare e riacquistare la sanità.
4.Uriel, che vuol dire Fuoco di Dio, o Lume di Dio: - Ignis Dei – è l’Angelo che illumina la mente degli uomini, comunicando loro la cognizione di Dio, e ne infiamma i cuori movendoli all’amore di Lui.
5.Schealtiel, che vuol dire Orazione di Dio: - Oratio Dei – è l’Angelo che muove gli uomini a pregare, e presenta le nostre preci al Signore.
6.Iehudiel, che vuol dire Lode e Confessione di Dio – Laus et Confessio Dei – è l’Angelo che sollecita gli uomini a confessare e glorificare Iddio, e diffondere il nome di Dio e la gloria di Lui per tutta la terra.
7.Barachiel, che vul dire Benedizione di Dio – Benedectio Dei – è l’Angelo che ci procura i benefici di Dio, che sono una benedizione, e ci sospinge a benedire Iddio, ed a ringraziarlo. Egli reca dal cielo le benedizioni alle nostre persone, alle nostre opere, ai nostri campi. E sul finir della vita quest’Angelo, viene a portare ai vincitori la corona della gloria, che è la suprema benedizione di Dio.
I nomi di Michele, Gabriele e Raffaele spesso si trovano mentovati nelle Scritture con speciale culto, S. Ambrogio però, ed altri scrittori attribuiscono al quarto Angelo il nome di Uriele appoggiati al libro IV di Esdra e ad una antichissima tradizione. Il nome di Schealtiele si trae dalla Genesi (c. XXI). Il sesto di Ieudiele, dall’Esodo (c. XXIII); e finalmente il settimo, quello di Barachiele, dalla Genesi (c. XVIII). Chi vuole con slancio di amore fare un maggiore studio intorno ai nomi e agli uffici di questi sette angelici Spiriti, potrà svolgere l’immortale Opera del P. Giustino Miecoviense, il dotto domenicano Polacco, intitolata “discursus praedicabiles super litanias lauretanas Beatissimae Verginis Mariae in duos thomos distribuiti studio et opera p. Fr. Iustini Miechiviensis, poloni, ordinis praedicatorum”. Al discorso 381° sull’invocazione Regina Angelorum, troverà uno studio completo di tutto quello che noi qui in succinto esponiamo. Ma oltre il detto P. Miecoviense, anche il Padre P. Berry, che ha scritto un’opera accreditata sugli Angeli, tratta dei Sette Angelici Spiriti. Ancora, l’illustre Dottore in Teologia Monsignor Boudon, grande Arcidiacono di Evreux, nella sua dotta opera intitolata: la devozione ai nove Cori degli Angeli e specialmente ai Santi Angeli Custodi, tradotta dal Francese el 1853 da un Sacerdote della Diocesi di Brescia, si distende a parlare dei Santi Sette Spiriti. Tutti questi celebri autori ci chiariscono oltre i nomi dei Sette Spiriti, anche il loro ministero e la nota caratteristica delle loro manifestazioni. Ma quegli che con grandissima cura raccolse tutte le dottrine intorno ai Sette Santi Spiriti e li svolse con una diligenza amorosa, fu il santo e dotto canonico napoletano Gennaro Radente. Egli riprodusse nel suo aureo libro stampato in Napoli nel 1767, col titolo: Il Santo Angelo Custode E I Ss. Sette Spiriti al Trono di Dio, tutte le teorie di San Tommaso, di San Bonaventura e di altri santi Dottori, esposte già nei dotti libri del Canonico Giovanni Marangoni Vicentino, stampati in Roma nel 1736 col titolo: Dei Santi Angeli Custodi, opera ascetica teologica e istorica.
 
 
 
§ III
Il Culto ai Santi Sette Spiriti è
antico ed è Universale nella Chiesa
 
-Oltre i predetti illustri scrittori nelle surriferite loro opere, il Miecovinese, il Berry, Mons. Boudon, il Canonico Radente e il Marangoni, anche autori più moderni provano l’antichità e la universalità del culto ai Sette Spiriti Angelici nella Chiesa. Tra tanti libri citiamo quello del Sacerdote Debrosse, Superiore del Seminario di Bordoux, con versione italiana del Sacerdote Pietro Bazetti, intitolato: Il  mese Angelico, ossia, la divozione alla Regina ed ai Nove Cori degli Angioli; e l’altro libro intitolato: Le apparizioni degli Angioli sulla terra raccolte dalle divine Scritture, stampato in Brescia nel 1860 con approvazione di quel Vescovo. Ed oltre al nome dei Sette Spiriti che essi illustrano, ed al ministero angelico, espongono in quante chiese questi Sette Santi Spiriti ricevono speciale culto, e il modo come sono dipinti nelle tele sugli altari ad essi dedicati. A Palermo, scrive il P. Berry vi è una chiesa dedicata ai Sette Spiriti, nella quale era pure eretta una devota Confraternita in loro onore, cui era ascritta tutta la nobiltà palermitana fin dal 1516. In detta Chiesa adunque fin dal 1516 si vedono dipinti (come riferisce il citato scrittore) questi sette Angeli coi relativi lor nomi, e sotto vari simboli ed emblemi, che significano i loro uffizi. Sotto il primo sta scritto Michael victoriosus: ed è dipimto in atto di calpestare Lucifero, tenendo nella sinistra mano una palma verdeggiante, nella destra una lancia da cui pende una bandiera bianca con croce rossa nel mezzo. Sotto il secondo si legge, Gabriel nuncius: tiene in mano una face posta in una lanterna, nell’altra uno specchio di diaspro verde con macchie rosse. Sotto il terzo, Raphael medicus: nella destra ha il pesce con un vasetto, coll’altra guida il buon Tobiolo. Sotto il quarto, Uriel fortis socius (Uriele forte compagno); ha una spada sguainata in mano, ed ai piedi alla sinistra una fiamma. Sotto il quinto: Schealtiel orator (che prega): ed è dipinto col capo chino e colle mani giunte dinanzi al petto. Sotto il sesto, Ieudiel remunerator: stringe nella destra una corona d’oro, nella sinistra un flagello di tre nere funicelle. Sotto il settimo: Barachiel adiutor ( che porge aiuto) ha un lembo della sua veste raccolto innanzi al petto ripieno di bianche rose. Lo stesso P. Berry riferisce, che anche in Anversa ed in altri luoghi, si trovano Chiese dedicate ai Sette Angeli. In Roma specialmente alle Terme di Diocleziano, Giulio III fece edificare una Chiesa dedicata a S. Maria degli Angeli e fu consacrata nel 1567 da Pio IV. In essa si veggono intorno a Maria Vergine questi sette Angeli, i quali non hanno nome alcuno, ma sono significati da relative iscrizioni indicanti i loro uffizi. Il primo ha questa epigrafe: Paratus ad animas suscipiendas, perché S. Michele è destinato a presentare le anime al Tribunale di Dio. Il secondo: Spiritus Sanctus superveniet in Te: parole che S. Gabriele disse a Maria Vergine. Il terzo:  Viatores comitor, infirmos medicor: perché S. Raffaele accompagnò Tobiolo in viaggio, e guarì il padre Tobia. Il quarto, Flammescat igne charitas a significare la fiamma di amore che detta nei suoi divoti. Il quinto: Deum laudantibus praemia retribuo; perché ricompensa i lodatori della Maestà divina. Il sesto: Oro supplex et acclinix: perché esprime l’umile ed affettuosa preghiera che fa egli stesso con quelli ai quali si accompagna e che lo invocano. Il settimo: Adiutor, ne derelinquas me: perché è aiuto che porta benedizione a tutti quelli cui si unisce nell’orazione. A Gaeta il Re Ferdinando II, dopo che accolse Pio IX esule da Roma, fece dipingere dal Bonito la gran tela rappresentante l’Immacolata, ai cui piedi fanno corona i Santi Sette Spiriti Assistenti al Trono di Dio. Ciascuno ha un simbolo speciale esprimente il proprio ministero. Finalmente, nel Santuario di Pompei, dedicato alla Regina delle Vittorie, noi facemmo dipingere dall’illustre artista di Bergamo, il Loverini, questi Sette Santi Spiriti nella gran tela che sovrasta l’altar di S. Michele. Essi sono rappresentati in maniera al tutto nuova, tanto nella forma, che è la classica, quanto nel concetto, ch’è biblico, ispiratoci dall’Apocalisse. Ed il concetto del quadro è: Il momento dopo la vittoria angelica.
 
(DAL § V)
-….Conchiudiamo con grande Arcidiacono di Evreux Monsignor Boudon: “ I Cristiani debbono avere una immagine di questi Sette Angeli che assistono al Trono di Dio perchè la sola vista delle immagini degli Angeli del cielo desta l’amore alla purità, e sveglia nel cuore i più santi e fervidi desideri di quella patria beatissima, dove anche noi in compagnia delle Angeliche Schiere siamo chiamati a fruire in seno a Dio un’eterna felicità”. L’illustre autore consiglia pure tutti i devoti cristiani, a far dipingere questi Sette Angeli Principi Assistenti al Trono di Dio coi loro simboli ed emblemi. Ed aggiunge: “ Facciamo ricorso a questi Sette Principi del Paradiso per ottenere con la loro intercessione la forza di evitare i sette peccati capitali e possedere i sette doni dello Spirito Santo”.
 
§ VI
I Sette Angeli Assistenti al Trono di Maria
-Or che beatissimamente regna in Cielo la SS. Vergine Madre di Dio, incoronata Regina del Cielo e della terra, tutti gli Angeli Le prestano ossequii di onore, di culto e di venerazione quale a loro Signora e Regina. Ma i Sette maggiori Spiriti del Cielo, che sono i più eccelsi Principi della Reggia di Dio stanno dinanzi al suo Trono. Per questo Trono di Dio, innanzi a cui riverentemente stanno ritti quei celesti Spiriti,  si può misticamente intendere la Vergine Immacolata che essi venerano, la quale fu per nove mesi abitacolo dell’Altissimo: dignum Filii tui habitaculum: Casa di oro: Domus aurea. – Reggia fulgidissima di luce: Aula lucis fulgida. – Torre bianca e intemerata di avorio: Turris eburnea. – Mater intemerata. – Tempio del Signore, Sacrario dello Spirito Santo. E la Chiesa nell’uffizio delle feste di Maria Santissima, con S. Giovanni Crisostomo la chiama Cielo e Trono di Dio. Anzi nell’Uffizio dell’Immacolata, nella prima lezione del Terzo notturno, fa cantare l’Omelia di S. Germano Vescovo, che appella Maria,  Palazzo purissimo di Dio sommo Re, amenissimo Paradiso di Dio; e conchiude con l’invocazione alla SS. Vergine: Ave, o Santo Trono di Dio, casa della gloria… e cielo enarrante la gloria di Dio: - Ave sanctus Dei Thronus…Domus gloriae..Coelumque Dei gloriam enarrans. Tanto ancora fu rivelato al Beato Amodeo dell’Ordine di San Francesco da altri, come leggesi nelle cronache Francescane al libro IV. E lo stesso fu rivelato a Santa Gertrude, come ella scrive nel libro IV delle Rivelazioni, e ultimamente alla venerabile Maria d’Agreda nella Mistica Città di Dio al vol. II: Capo VI, VII, VIII. Difatti, a questa venerabile francescana fu rivelato dalla SS. Vergine che i Santi Sette Spiriti Assistenti al Trono di Dio  - furono gli Angeli Custodi in terra e difensori della gran Madre di Dio e della Sacra Famiglia, ed oggi in cielo attorniano lo splendore del Trono di Maria.[2] E però i medesimi Santi Spiriti sono anche i Protettori dei devoti della Vergine Maria, e in modo singolare dei devoti peregrinanti al Santuario di Pompei,  poiché in questo Santuario i Santi Sette Spiriti hanno un altare proprio e riscuotono onoranze e preghiere da migliaia di pellegrini del mondo. Il dotto domenicano Padre Miecoviense con Cornelio Alapide conchiude così: - Questi Sette Principi degli Angeli, adunque, insieme con gli altri angelici Spiriti, prestano venerazione ed ossequio alla gran Vergine Madre di Dio. Per questa ragione l’illuminato dottore Francesco Mayron, in un sermone della Beata Vergine , scrive: - Dicesi che la Madre del Signore abbia assistenti al suo Trono i sette più elevati Angeli.  Ciò ancora confermano le antichissime immagini che trovansi in Palermo, in Napoli, in Venezia, in Roma, in Anversa, in Colonia, nelle quali si vede la B. Vergine sedente sul Trono, circondata da Sette Angeli, come leggesi presso il Sesario (Serarion.d.a) e Cornelio A Lapide nei luoghi citati,  e presso Antonio Spinello nel Sermone sul Trono della Madre di Dio; Throno Deipara (Capitolo XXVI n. 5). La quale maniera di ritrarla in pittura abbiamo dimostrato essere concorde alla verità secondo S. Giovanni Damasceno, il quale in quelle sue parole ( Orat. De dormit. Virgin.) : Tu sei quel Soglio reale, presso cui stettero gli Angeli veggenti il Signore  e Creatore del mondo che vi si posava su, apertamente insegna gli Angeli stare presso alla Vergine Maria, come presso al Trono di Dio. Peraltro, tutti gli Angeli in generale, tra i quali i Sette mentovati che occupano il primo luogo, insegnano la venerazione dovuta a Maria con ogni sorta di ossequii, come molti Padri han lasciato scritto, di cui lunga serie cita Antonio Spinello nel suddetto luogo. Con essi concorda la rivelazione fatta a S. Gertrude, che leggesi nel libro IV delle Rivelazioni, approvate dalla Chiesa dopo l’esame fatto dal celebre Cardinale Giovanni di Torrecremata. La Santa vedeva gli Angeli stare ritti innanzi alla gran Madre di Dio, ed ai piè di lei condurre quei che si erano apparecchiati alla festività dell’Assunzione, e difenderli dalle insidie degli Spiriti maligni. E, dopo quella visione, soggiunse: - Concorrendo da parte di ogni dove una moltitudine di Angeli innanzi al Trono della Madre di Dio, questa protegge tutti quelli che divotamente la invocano. Per siffatte ragioni noi fummo mossi a far dipingere nel quadro di S. Michele Arcangelo nel Santuario di Pompei anche gli altri sei Spiriti innanzi al Trono di Dio, che, secono il B. Amodeo, è Maria Immacolata.

 

Infine, all’interno del libro: “Lodi e affetti al proprio Angelo custode, con novena, in apparecchio della sua festa”, Valle di Pompei, Scuola Tipografica pontificia dei figli dei carcerati, 1911, troviamo una ulteriore bellissima preghiera, dedicata ai Sette Principi, che si legge a pag. 34, proprio alla fine del testo e che così recita:

 

-Preghiera ai Sette Eletti Spiriti Assistenti al Trono di Dio per impetrare la pace
O Spiriti nobilissimi e potentissimi della Reggia eterna di Dio, o sublimi Intelligenze, che come fiamme di purissimo amore ardete nell’abisso di luce inaccessibile che forma il trono dell’Altissimo, io vi saluto.
Voi siete quei Principi eccelsi, Sovrani Ambasciatori del Re dei re, che più degli altri state da presso al Seggio dell’Eterno, deputati a scorrere la terra e portare la Grazia di Dio e la Pace dei fedeli.
O Arcangeli santi, voi annunziaste a Betlem la pace agli uomini di buon volere; e sempre, in ogni luogo siete apportatori ai mortali della grazia celeste e della pace del cuore.
Deh! Impetrateci, da Gesù, Principe della Pace, e da Maria Regina della Misericordia, che ha messo il suo Trono nella Valle di Pompei, questo dono prezioso che il mondo non può dare: la Grazia e la Pace.
Pace vi chiediamo, o Angeli della Pace: pace nelle anime nostre, pace nelle famiglie, pace nelle nazioni, pace nella Chiesa di Gesù Cristo; e pace segnatamente a tutti coloro che han concorso ad edificare il Santuario di Pompei.
O elettissimi e purissimi Spiriti, che state attorno al trono di Maria, vostra Regina; e il fulgore della sua Immacolata Concezione riflettesi nell’Oceano tersissimo della vostra luce intellettuale, e vi rende più belli e più amabili agli occhi nostri.
Deh! Per l’amore che portate a Maria vostra Regina, abbiate in ogni tempo cura di noi e delle nostre case, e custodite la Pontificia Basilica del Rosario di Pompei.
Fugate Satana e tutti i nostri nemici, visibili ed invisibili. Fortificateci nella fede, infervorateci nell’orazione, infiammate l’animo nostro nel più puro amore di Dio. Otteneteci l’oblio di noi stessi, lo spirito di oblazione e l’abbandono in Dio, in che è la Pace.
Soccorreteci nei bisogni, sanateci nelle infermità, proteggeteci col vostro braccio potente.
Assisteteci, consolateci, e benediteci oggi e sempre, in vita e in morte. Così sia.
 
Si dica un Pater in onore di San Michele
Un Pater in onore di S. Gabriele
Un Pater in onore di S. Raffaele
Un Pater e tre Gloria ad onore del nostro Angelo Custode
Poi tre Gloria ad onore degli altri Santi Angeli assistenti al trono di Dio

 

 

 

 

[1] Per gentile concessione dell’Archivio Storico del Santuario di Pompei, Sez. XVII fasc. 152

[2] In realtà, in relazione a quanto riferito dall’Avv. Longo su questa circostanza, non ve  ne è una menzione espressa nei capitoli descritti. Egli dunque dovette probabilmente pervenire a questa attestazione per via interpretativa. La Venerabile Maria d’Agreda, si soffermò, come vediamo nel capitolo a lei dedicato sui sette dell’ira di Dio, per i quali aggiunse di non voler dire oltre.