SUOR JUANA DE JESUS DI QUITO (1662 – 1703)

Carmine Alvino

Studio , ricerche e traduzioni

Avv. Carmine Alvino


Juana de Jesús. Quito (Ecuador)

1662 – 1703 

 

al  secolo : Isabel de Cisneros -  mística e Religiosa franciscana del Monastero di Santa Clara di Quito

Abbandonata  come una trovatella alle porte del monastero di Santa Clara, a Quito, fu raccolta da una suora, che lo diede alle cure dei suoi parenti. Molto giovane, fu accolta nel monastero di Santa Clara dell'Ordine Francescano. Lì trascorse la sua vita consacrata all'esercizio esemplare delle virtù cristiane e negli alti modi di comunicare con Dio nella preghiera.

Quando morì, la città la considerava una santa e il suo confessore, in ginocchio, gli baciava i piedi.

Un evento straordinario accadde  lo abbiamo rinvenuto nel testo:

Vida prodigiosa de la venerable virgen Juana de Jesus de la Tercera Orden de Penitencia de Nuestro Seraphico Padre San Francisco  Que florecio en el monasterio de Santa Clara de Quito, di Francisco Xavier e Antonio de Santa Maria edito a Lima nel 1756 .

Ivi si narra della vita di questa suora e delle sue visioni. Era molto devota dei Sette Arcangeli tanto che come si riferisce al capitolo XI “ Manda la prelada a juana de jesus que se reciba de la sacristia: el cumplimento que diò al Ministerio, y exercicios en que tenia distribuidos los dias”:  …per reverenza all’Arcangelo San Michele, ed anche agli altri Spiriti che assistono al Trono del Signore…. recitava molto spesso il cantico del Magnificat, e la preghiera del Padre Nostro, cui univa moltissimi altri esercizi spirituali”.

Al capitolo  XVI° “Pedece Juana de Jesus  uan grande sequela en la oracion y consuelala el Senor alentandola con nuevos favores”, a pag. 164  si incontra un’immagine meravigliosa dei Sette Arcangeli, portatori delle Sette Virtù che aggiunge ancora una volta qualcosa di nuovo alla nostra indagine.

 Abbiamo cercato di tradurre dallo spagnolo antico, molto ostico.

Si narra in questo capitolo che, un giorno il Signore si degnò di elevarla alla contemplazione di alcuni misteri, durante i quali le mostrò che con le sue preghiere Egli avrebbe sospeso la Giustizia del Padre sulla città di Quito.

A tal fine ella chiese:  “… ai Cori degli Angeli che scendessero nei cuori degli uomini movendoli alle sante ispirazioni  e all’osservanza della legge divina e domanda e domandò ai Sette Arcangeli che assistono al Trono di Dio , che scendendo in terra raccolgliessero le orazioni dei giusti, che sono incensi aromatici, con le quali si incensa il Trono di Dio.

Qui si presentarono a Giovanna questi sette Principi sovrani, con incensari d’oro, adornati di ricchissime pietre preziose, con le quali simboleggiavano le virtù.

I tre primi Arcangeli rappresentavano con gli incensari le virtù teologali, San Michele confessando la Fede, San Gabriele la speranza e San Raffele la Carità.

Anche gli altri quattro Arcangeli tenevano gli incensari d’oro purissimo curiosamente adornati di varie pietre preziose: uno con una pietra ametista, con la quale simboleggiava la virtù della pazienza, l’altro con smalti di pietre azzurre che simbolgeggiavano lo zelo nell’onore di Dio, e gli altri due Arcangeli tenevano uno un incensario di oro finissimo , molto risplendente all’’interno che brillava come un carbonchio, e all’esterno era nero ma molto lucido.

Si diede ad intendere a Giovanna che esso significava la orazione di quelli che Dio mantiene nell’oscurità, che sebbene all’esterno , in apparenza sono nelle tenebre, all’interno sono avvampati nell’incendio dell’amore di Dio, con i quale Giovanna ricevette grande consolazione e dilatazione di spirito.

L’ultimo Arcangelo teneva un incensario curiosamente smaltato di rubini, , con i quali si rappresentava l’orazione di coloro che pativano un martirio prolungato nelle tentazioni e nelle tribolazioni prolisse, con rassegnazione e pazienza. Si diede ad intendere a Giovanna che la sua preghiera passava attraverso tutti e sette questi incensari. Vide anche che  quando questi Arcangeli incensavano il Signore, dal fumo che disperdevano dagli incensari si formava una Nube, che frapposta tra Dio e gli uomini , muoveva la misericordia divina a perdonare le loro colpe… ”. 

Da questa apparizione si comprende che i sette Arcangeli veicolano le sette virtù cardinali e teologali.