IL TEOLOGO DELL'IMMACOLATA RAIMONDO MARTYNEZ ET FEBRER

Carmine Alvino

ANNO 1852/53: I SETTE ARCANGELI NELLO SCRITTO ASSIOMATICO CHE DEFINÌ IL DOGMA DELLA IMMACOLATA CONCEZIONE DI MARIA VERGINE

Sennonchè nel 1853, un anno prima della proclamazione del dogma della immacolata concezione viene dato alle stampe uno scritto dogmatico dal titolo: Elucidationes Polemicas De Natura Et Gratia Admirabilis Et Purissimae Conceptionis Deiparae Virginis Mariae, elaborato dall’ eminetissimo Teologo Raimono Martinez; lavoro commissionato da Pio IX in persona, il quale decise di affidare al sacerdote spagnolo la definizione del dogma mariano, prima della sua proclamazione avvenuta nel 1854. 


I SETTE ANGELI PROMUOVONO L'IMMACOLATA SENCONDO IL TEOLOGO

Ebbene, proprio nella Sezione Terza, Frammento Secondo, Motivo Quarto, del nostro straordinario libello, rubricata “Ad Angelorum Gaudium et Letitiam” pag. 369 e SS, paragrafi 1 e 2, l’eminente teologo nomina i sette arcangeli astanti, ovvero proprio:  S. Michele, S. Gabriele, S. Raffaele, S. Uriele, S. Sealtiele, S. Geudiele, S. Barachiele, definendo dogmaticamente il loro specifico officio consistente per ciascuno, nella straordinaria funzione mistica di salutare la Beata Vergine Maria,  Immacolata Concezione, sia all’atto della creazione della sua candidissima anima, sia nel momento della proclamazione del dogma mariano, di li a poco a venire, in virtù del principio di unitarietà tra Chiesa Trionfante e Militante. Il Libro in questione, data la sua importanza,  ricevette anche la benedizione apostolica di Papa Pio IX , concessa in San Pietro, a Roma, il 16 dicembre 1854. Ecco cosa disse il Papa:


IL RAPPORTO CON LA MISTICA E VEGGENTE  MARIA DOMENICA BARBAGLI

Questa straordinaria pagina teologica, fu promossa e misticamente determinata dalla veggente e spirituale protrettrice di Pio IX Maria- Domenica Barbagli (1812 – 1859) dei Monte san Savino . Costei ebbe un intenso rapporto episolare con il teologo Raimondo Martinez e ce lo racconta proprio il padre Giovanni E. Bini nella biografia della vita della suora, in tal modo: «Correva l'anno 1849 allorchè il sommo gerarca Pio IX ansioso di dichiarar finalmente col suo infallibile oracolo qual domma di fede l'immacolata Concezion di Maria SS. aveva comandato che si facessero in tutta la Chiesa speciali preghiere per implorare la grazia del lo Spirito Santo sopra codesta decisione. Or fra quelli che in quel tempo come sopra accennammo adopravansi con tutti gli sforzi del loro ingegno ad illustrare codesto privilegio di Maria Vergine, eravi un tal Raimondo Martinez già cantore della metropolitana di Tarragona in Spagna ed allora canonico penitenziere di Narni. Stava egli"un' opera stampata poi a Terni nel 1853 col titolo « De natura et gratia admirabilis et purissimae Conceptionis B. V. Mariae. » E sentendosi bisognoso di lumi celesti per condurre a termine un lavoro così spinoso ed anco per ribattere certe difficoltà che veniangli fatte da alcuni o troppo pusillanimi o meno divoti, sull'oppor tunità e convenienza di codesta dommatica de finizione, si rivolse alla nostra Domenichina di cui, com'egli dice in un attestato che citere mo più sotto « formato avevo una ottima opi nione. »


AVE MARIS STELLA: GLI OFFICI DEI SETTE ARCANGELI NELLA PROCLAMAZIONE DEL DOGMA DELLA IMMACOLATA CONCEZIONE

L’inno Ave Maris Stella

Versione italiana

Versione latina

1) Ave, stella del mare
Alma madre di Dio
E sempre Vergine,
Felice porta del cielo

1) Ave maris stella,
Dei Mater alma
Atque semper virgo
Felix caeli porta

2) Accogliendo quell'"Ave"
dalla bocca di Gabriele,
portaci nella pace,
mutando il nome di Eva.

2) Sumens illud ave
Gabrielis ore
Funda nos in pace
Mutans Evae nomen

3) Sciogli i legami ai rei,
porta la luce ai ciechi,
scaccia i nostri mali,
chiedi tutti i beni.

3) Solve vincla reis
Profer lumen caecis
Mala nostra pelle
Bona cuncta posce

4) Mostrati di essere Madre,
prendi per tuo mezzo la preghiera,
che per noi il Figlio,
sopportò di essere tuo.

4) Monstra te esse matrem
Sumat per te preces
Qui pro nobis natus
Tulit esse tuus

5) Vergine singolare,
mite fra tutte,
noi, liberati dalle colpe  rendi miti e casti.

5) Virgo singularis
Inter omnes mitis
Nos culpis solutos
Mites fac et castos

6) Assicura una vita pura,
prepara un cammino sicuro,
affinchè vedendo Gesù sempre ci rallegriamo insieme.

6) Vitam praesta puram
Iter para tutum
Ut videntes Jesum
Semper collaetemur

7) Sia lode a Dio Padre,
gloria al Cristo Signore,
e allo Spirito Santo
unico onore alla Santa Trinità. Amen.

7) Sit laus Deo Patri
Summo Christo decus
Spiritui sancto
Tribus honor unus
Amen.


  • Padre Raimondo Martinez, enunciato nella parte storica del Libro, nel definire il dogma mariano della Immacolata Concezione, descrisse anche i nomi e gli offici dei sette arcangeli, come emersi dalla Tradizione Ecclasiastica.
  • Egli analizza questa problematica teologica, senza affrontare la dibattuta questione sulla legittimità o meno degli asseriti sette nomi, semplicemente dandoli ormai per acquisiti nel generale panorama cattolico, e per giunta, l’imprimatur e la benedizione papale, non gettano più dubbi sull’argomento.
  • Secondo il Martinez,  il sublime inno: “Ave Stella del Mare ” formato da sette quartine, conterebbe gli specifici ministeri dei sette principi degli angeli. 
  • L’ “Ave maris stella” [1] è un inno della liturgia delle ore molto popolare.  Può essere datato certamente almeno al IX sec. perchè lo si trova nel Codex Sangallensis, un manoscritto di quel periodo ora conservato presso il monastero svizzero di San Gallo. Ma la comparsa di quest'inno nel Codice citato indica che esso sia stato composto precedentemente, forse addirittura nell'VIII secolo. Spesso è stato attribuito a San Bernardo di Chiaravalle (1090-1153) e a volte a Re Roberto (1031), ma entrambi sono troppo tardivi per esserne i veri autori. E' stato attribuito anche a Venanzio Fortunato (+ 609) e Paolo Diacono (+ 787). Ripercorrendo l’itinerario mistico – devozionale che portò all’instaurazione del culto dei sette Arcangeli, abbiamo notato come soprattutto per il movimento carmelitano, l’appellativo “stella del mare” designi indubbiamente la vergine scorta dal Profeta Elia all’interno della famosa nube.
  • Difatti, secondo  una delle molte intepretazioni del nome della Vergine, Maria appunto deriverebbe da: (prefisso nominale (participiale) M + 'OR (ebr.= luce) + YAM (= mare): Così S. Gregorio Taumaturgo, S. Isidoro, S. Girolamo. Alcuni autori ritengono che S. Girolamo in realtà non abbia interpretato il nome come “stella del mare”, ma come “stilla maris”, cioè: goccia del mare.
  • La presenza della radice di "mare" nel nome di Maria, ha suggerito diverse interpretazioni e/paragoni di Maria con il "mare": per Pietro di Celles Maria è  Mare di Grazie. Di qui Montfort riprende: “Dio Padre ha radunato tutte le acque e le ha chiamate mare, ha radunato tutte le grazie e le ha chiamate Maria” . Qohelet 1,7: "tutti i fiumi entrano nel mare"; S. Bonaventura sostiene che tutte le grazie (= tutti i fiumi) che hanno avuto gli angeli, gli apostoli, i martiri, i confessori, le vergini, sono confluite in Maria, il mare di grazie. “Ogni giorno cantate tutti insieme l'Ave o Stella del Mare ed io vi preserverò da ogni pericolo” , promise infatti la Vergine a santa Brigida durante una grave sommossa a Roma.
  • Raymundus Martinez Et Febrer [6] ,  nel suo scritto celebrativo “De Natura et Gratia Admirabilis et Purissimae Conceptionis  Deiparae V. Mariae”, ritiene di aver dunque individuato nel celebre inno “Ave Stella Del Mare”, che come sappiamo è diviso in 7 quartine, le sette mistiche salutazioni degli Arcangeli nella celebrazione celeste della Immacolata Concezione di Maria Vergine, poi proclamata anche in terra.
  • L’analisi teologica dell’inno mette direttamente in relazione i Sette Arcangeli e i loro nomi celesti, con il Dogma Mariano della Immacolata Concezione della Vergine Maria!.
  • DUNQUE, A PARERE DELL’INSIGNE TEOLOGO, IL DOGMA MARIANO DELLA IMMACOLATA CONCEZIONE E LA VERITA’ ARCANA DELLA SUBLIME ESISTENZA DI SETTE SANTI ANGELI INNANZI AL TRONO CELESTE, SONO INDISSOLUBILMENTE LEGATI DA UN RECIPROCO LEGAME MISTICO.
  • Avvenuta infatti, la proclamazione del dogma Mariano, i sette angeli hanno celebrato ancora una volta la SS. Vergine , Madre di Dio, e ad essa si sono accostati cantando in lode l’Ave Maris Stella, ciascuno secondo il proprio ministero. 

  • Così dunque il teologo e sacerdote spagnolo, andava a specificare la sua teoria, che si trova spiegata, come detto, all’interno della  SEZIONE TERZA - FRAMMENTO SECONDO – MOTIVO QUARTO:  Ad Angelorum Gaudium et Letitiam pag. 369 e SS, par 1 : Quaenam Angelos causa impellet , ut eorum Reginae gratulen, cum immaculata eius Conceptio dogmatice  constiuetur e 2:  Quomodo fiet, ut ex militanti ad triunphantem Ecclesiam nuntium referatur; quo ordine, et quibus concendibus ad gloriosissimae Deiparae Virginis thronum aderunt septem angeli stantes in conspectu Dei , qui primi  eidem Virgini censetur gratulari:

  • Ritengo infatti che per ordine di Dio i primi che si affretteranno quel giorno a glorificare la Regina degli Angeli sedente su un trono eccelso ed elevato saranno sette angeli che stanno al cospetto di Dio, come quelli che stanno vicino al Trono di Dio per ricevere i comandi di Dio riguardo le Chiesa e che eseguono per conto loro o per altri. Dopo di questi avanzeranno con grande seguito come schiera ordinata nove cori degli Angeli, e infine il numero lodevole dei Patriarchi e dei Profeti, la schiera gloriosa degli Apostoli, l’esercito vestito di bianco dei Martiri, la (..) schiera dei Confessori, l’amabile compagnia delle Sacre Vergini e delle Vedove e la grande folla che nessuno potrà contare di tutte le genti, popoli, tribù e lingue. Che sono sette gli spiriti angelici che sono in cospetto del Trono di Dio lo dichiara apertamente Giovanni nell’Apocalisse dicendo: “ Io vidi sette angeli che stavano al cospetto di Dio. Inoltre l’Arcangelo Raffaele dice a Tobia: “Io sono uno dei sette che stiamo davanti al Signore”. I nomi di questi angeli, dice Benedetto XIV (il Sapiente Lambertini n.d.a.), sono sette che sono ricordati dagli scrittori cattolici cioè Michele, Gabriele, Raffaele, Uriele, Sealtiele, Geudiele e Barachiele. Ma solo i nomi di Gabriele Michele e Raffaele sono ammessi dalla Chiesa, mentre i nomi degli altri non segnalati da nessuna tradizione, ma accolti dalla tradizione ebraica ci giunsero: la menzione di Uriele fu presso Esdra; di Sealtiele presso la Genesi; di Geudiele presso l’Esodo e di Barachiele presso la stessa Genesi. Ma gli ultimi quattro nomi non sono certi e così la Chiesa riconosce i soli tre primi nomi, come asserisce il Concilio Romano a cui fu capo il Pontefice Zaccaria. Comprendi tuttavia questo, dice Cornelio a Lapide, perché la Chiesa non riconosce più nomi di Angeli che sicuramente siano certi dalle Scrittura Canonica o dalla Tradizione Ecclesiastica. Del resto Sant’Ambrogio ammette il nome di Uriele, lo ammette Isidoro, e quello è ritenuto nella messa mezarabica, Andrea Cesarino, Alberto Magno, Bonaventura, Pradone, Sisto Senese e altri che Alcazar cita. Pertanto Zaccaria condanna soltanto i nomi magici e inventati degli angeli che dall’eretico Adalberto, e come sembra, mago, erano presentati in quel Concilio. In realtà di scarso valore è la difficoltà e la questione su questi nomi, dal momento che sull’argomento, ed è noto alle persone, sottopone la cosa il predetto Concilio. Infatti gli Angeli fra loro non hanno nomi, dal momento che vicendevolmente si vedono faccia a faccia e così colloquiano, ma assumono quei nomi secondo il ruolo ed il compito che intraprendono presso gli uomini. Così è detto Michele, cioè “Chi come Dio” poiché combatte per gli uomini contro la superbia di Lucifero. Gabriele cioè “Fortezza di Dio” poiché annunziò a Daniele le forti imprese di Dio e le guerre e alla Beata Vergine Maria ecc. Raffaele, cioè  “Medicina di Dio” perché curò la cecità di Tobia. In pari modo è detto Uriele, cioè “Luce o Fuoco di Dio”, egli che illumina gli uomini con la conoscenza di Dio e li infiamma di amore, Sealtiele, cioè “il Discorso di Dio” che prega per gli uomini e li invoglia alla preghiera, Geudiele, cioè “Riconoscimento O Lode Di Dio” che esorta gli uomini al riconoscimento e alla lode di Dio, Barachiele cioè la “Benedizione di Dio” che ci procura i benefici di Dio e ci spinge alla benedizione di Dio e all’azione delle grazie. Si dice che questi sette angeli stanno al cospetto di Dio perché assistono Dio, come principi il loro re. Stanno davanti quando parlano con Dio chiedendo l’illuminazione divina per conoscere quale sia la sua volontà nel compiere qualche azione. Gli stanno davanti mentre offrono a Dio le pie opere, i sacrifici, le lodi, le elemosine, le preghiere umane. Gli stanno davanti quando sono pronti ad ubbidire alla divina volontà come duci di soldati pronti e preparati alla guerra se si debba fare la guerra al cenno divino, e come servi pronti ad intraprendere i compiti a qualunque comando di Dio….
  • Così infatti per divino comando avvenne che gli Angeli nei cieli celebrassero la grande festa dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine ; così crediamo che sarà che Dio accetti e benedica la definizione dogmatica della stessa, come molto onorifica sia al Figlio di Dio sia alla sua Madre Maria. Riguarda a lode e gloria del Salvatore qualunque cosa onorifica e grande sia data alla Genitrice, dice S.Bonaventura. Da ciò supponiamo che in ossequio di un così luminoso trionfo Dio concedi ai sette angeli principali dell’Aula celeste che dal trono di Dio si rechino al cospetto del Trono della Beatissima Vergine e si congratulino con la loro Regina per un così felice evento e con dolci canti di nuovo solennemente festeggino il singolare cuore della Immacolata Concezione[10]. Ormai, invero, se vogliamo esaminare con quali armonie, con quali inni, quali cuori e lodi in un giorno di così grande solennità e letizia la Deipara Vergine si debba onorare, non riteniamo che nessun inno sia più adatto a ciò, di quello di cui si serve la Chiesa militante, l’inno s’intende “ Ave Stella del Mare”; infatti la Chiesa militante e trionfante non è duplice, ma una soltanto è la Chiesa di Cristo. Siamo tratti in questo modo di congetturare perché compito degli Angeli è offrire orazioni, preghiere e lodi a Dio e alla Sua Santissima Genitrice, cose che si compiono mella Chiesa militante. Ma la Chiesa militante che è retta e ispirata dallo Spirito Santo, ed è governata per cantar le lodi a Maria si serve dell’inno “Ave Stella del Mare”. Dunque non è discordante congetturare che i sette suddetti Angeli avrebbero iniziato da siffatto inno le lodi e le congratulazioni presso il Trono della Beatissima Vergine. Poi ora in questo inno sono contenue le singolari prerogative con le quali la stessa Deipara vivendo tra i mortali fu distinta, non essendo escluso quel privilegio all’Immacolata Concezione. Ora poiché in esso si introduce quanto purissima, quanto pienissima, quanto utilissima sia stata e sia la Vergine Maria: purissima a causa della mancanza di qualsiasi macchia di peccato, pienissima a causa dell’abbondanza della grazia, degnitissima per la riverenza dovuta sia alla persona e sia alla eccellenza della sua prole, utilissima per il materno affetto con cui accompagna gli Angeli e gli uomini. Sia infine, perché l’inno, “Ave maris Stella” è così sapientemente disposto che ciascuna strofa armonicamente cantata per ordine sembra contenere il ministero particolare dei sette Angeli che stanno al cospetto di Dio. Ma sia concesso lo stesso inno commentare brevemente. Incomincia l’inno della Beatissima Vergine Maria:

COMMENTO PRIMA QUARTINA:

Chi dunque è (Quis ut) come Maria Immacolata Concezione? Il Sangue di Cristo è sempre stato in Maria e questo sangue la SS. Vergine lo ricevette nella prima concezione di Sé. Il Sangue di Cristo ha vinto il peccato e la morte. Ma essendo il Sangue di Cristo presente nella Santa Vergine Immacolata e Corredentrice, Ella quindi vince ogni peccato di cui mai in nessuna parte fu macchiata. Similmente Michele combatte in onore di questo Sangue sconfiggendo Satana in ogni tempo.

Ave, stella del mare
Alma madre di Dio
E sempre Vergine,
Felice porta del cielo

In modo mirabile in questi brevi versi è contenuto l’ufficio del Principe della Milizia Celeste, San Michele che dichiara: “ Chi è come Dio? Dopo Dio e il Figlio di Dio fatto uomo, giustamente possiamo dire dell’Immacolata Vergine: Chi è come Maria ? (……..) Chi è Maria , stella del mare?. Stella s’intende, di questo mondo tempestoso, che a tutti mostra la via attraverso quello e va innanzi al posto della salvezza.

“Guarda le stelle e invoca Maria” dice San Bernardo “ Chi come Maria alma Madre di Dio, la cui dignità essendo infinita, non può in alcuna parte diventare maggiore di essa, sia migliore, o essere immaginata? Chi come Maria, sempre Vergine che fu concepita santa nel corpo e nell’anima per volere di Dio, affinchè fosse santa Vergine delle Vergini? Chi come Maria felice porta del Cielo? Per suo mezzo sia agli Angeli sia agli uomini fu aperta la porta del cielo. Agli angeli perché nella felice battaglia, della quale Michele e i suoi Angeli riportarono vittoria contro lucifero e i suoi Angeli nel momento del grande segno della Donna ammantata di sole, portante l’immagine della concezione dell’immacolata Beatissima Vergine, loro stessi lo vinsero a causa del sangue dell’Agnello, cioè di Cristo Figlio di Maria: ora il Sangue di Cristo è sempre di Maria e questo sangue Maria ricevette nella prima concezione di sé. Agli uomini perché nella Concezione Immacolata della Beata Vergine, abbiamo avuto il primo segno della nostra redenzione, naturalmente lo stesso sangue di Cristo, per cui siamo stati redenti e sono aperti ai credenti i regni dei cieli.


COMMENTO DELLA SECONDA QUARTINA

Chi avrebbe mai potuto annunciare la nascita del “forte” di Dio, secondo Isaia, se non l’Angelo più forte del Cielo, Gabriele. Egli è l’angelo il cui ministero è proprio annunciare le forti opere di Dio ed estrarre la paura e il timore del rivolgimento dal cuore degli uomini mediante la Grazia cioè il favore e la benevolenza innanzi a Dio. Il nunzio celeste da attuazione al piano salvifico di Dio attaverso l’annuncio dell’avvento e dell’incarnazione del Figlio di Dio  in Maria. Ecco che il nome di “Eva” muta nell’ ”Ave” Maria tanto atteso, rivelando il sopraggiungere della Donna forte per eccellenza. La sola in grado di restituirci la primordiale perduta innocenza. Come dunque fu debole Eva a cedere a satana, tanto è forte Maria nell’opera di redenzione

Accogliendo quell'"Ave"

dalla bocca di Gabriele,

portaci nella pace,

mutando il nome di Eva

Dal medesimo contesto delle parole è abbastanza chiaro qual è ritenuto il ministero del secondo Angelo che sta davanti al Trono di dio, Gabriele, che traduce: Fortezza o “forte di Dio”, perché è proprio dello stesso annunziare le forti guerre di Dio e le imprese, come annunciò l’Incarnazione del Figlio di Dio, il cui nome è “forte” come dice Isaia, cioè a dire che per mezzo di Maria con massima fortezza ci liberò dalla mano del Diavolo, dal peccato e dall’inferno.

Essendo proprio della Vergine temere e cacciare la paura del rivolgimento degli uomini forti, per questo la Beata Vergine udì dalla bocca di Gabriele : “Non temere, Maria, infatti, hai trovato grazia presso Dio”. Parola che in vero così Cornelio a Lapide considera accuratamente: “ l’Angelo elimina il timore e di poi il nascente pudore della Vergine per mezzo della grazia, cioè il favore e la benevolenza che dice che lei aveva trovato avanti a tutte le donne negli occhi di Dio. In primo luogo perché Dio fin dell’eternità, avanti a tutti gli altri l’aveva eletta a Madre sua, senza suo merito, da gratuito amore di Dio a sua Madre dalla quale avrebbe assunto la carne. In secondo luogo perché tosto che fu concepita nel tempo, e fu nata, così la ornò di ogni virtù e grazia che in suo cospetto appaia pienamente grata e degna di essere amata da Lui e di essere innanlzata al di sopra di tutti. Onde S. Brigida scrive che a Dio mentre creava questo grande mondo, stette vicino un altro mondo minore, s’intende la Beata Vergine, dal quale doveva provenire maggior gloria a Dio e maggior letizia agli Angeli e ad ogni uomo che volesse godere della sua bontà, maggiore utilità che da questo maggiore mondo”.  Le parole che seguono : “ Fondaci nella pace (donaci la pace n.d.a) ” riguardano anche il ministero di Gabriele, perché proprio lui presiede alle battaglie e alle guerre dei fedeli, come è esposto dal Profeta Daniele, a cui annunziò la strenue battaglia dei Persiani, dei Medi e dei Greci e la vittoria.  Si dice infine, “mutando il nome di Eva”, perché “Eva” è convenientemente l’inversione del latino “Ave” .  Ma Maria volge le maledizioni di Eva in benedizioni, poiché è lei stessa la donna forte, anzi l’eroina più forte di tutte, sulla quale Salomone interrogava: “ Chi troverà una donna forte?”. Infatti era congruente che il diavolo, che aveva vinto per la debolezza di Eva fosse vinto per la forza di Maria. E cioè dice San Bernardo: “ Se così dalla mano di una donna dipende sia la salvezza di tutti noi, sia la restituzione (perdono) dell’innocenza e la vittoria sul nemico, del tutto è necessario che si provvede una donna forte che possa essere adatta a una così grande impresa”.


 

COMMENTO TERZA QUARTINA:

Come l’Arcangelo Raffaele che ridestò la salute nel corpo del Padre Tobia, e condusse a felice matrimonio il figlio, con la parente Sara, scacciando il cattivo demone Asmodeo, così la Santa Vergine, affrancata da ogni peccato scioglie i legami dei peccati che stringono le anime umane per condurle dapprima alla purità e successivamente alla Salvezza. La cecità di Tobia rappresenta anche la cecità dell’uomo che non sa accogliere la verità di Cristo, e che attende pertanto il rimedio della redenzione attraverso Maria Concezione Immacolata.

Sciogli i legami ai rei,
porta la luce ai ciechi,
scaccia i nostri mali,
chiedi tutti i beni.

Con queste parole supplica la Beatissima Vergine di esercitare l’ufficio del terzo Angelo che sta al cospetto di Dio, s’ intende Raffaele, che è Medicamento di Dio. Raffaele infatti per curare la cecità del Padre Tobia afferrò un demone e lo legò nel deserto, e lo mise in fuga dalla casa di Raguele, la cui figlia era Sara, che il figlio di Tobia per ordine dell’Arcangelo

 Raffaele, prese in moglie, dopo averla liberata dai legami del demone. Per la qual cosa d’avanti al trono della Beata Vergine, nel giorno della dogmatica determinazione del suo illibato Concepimento nel nome della Chiesa militante opportunamente Raffaele pregherà : “ Sciogli i legami ai rei, porta la luce ai ciechi”.  In ossequio del singolare privilegio, dal quale Maria nonché liberata, ma anche fu preaffrancata dal legame del peccato originale, sciolgie anche lei i legami dei peccati, che accaddero ai rei della stretta originale. Altresì il cieco Tobia, nell’argomento sul quale trattiamo, può significare in senso mistico la cecità di coloro che non vogliono credere nel Mistero dell’Immacolata Concezione, finchè sia adibito il rimedio della definizione dommatica, dalla quale accolgono la luce della piena fede e della verità. Promulgata la quale “siano cacciati i nostri mali”, supplicherà Raffaele per la cui protezione non solo dalla casa di Raguele furono scacciati i mali, ma da tutta quanto la media, mali di cui soffriva Tobia, e quindi Raffaele stesso chiederà a Maria tutti i beni, ed essi toccheranno ai fedeli di buona volontà, del tutto come tutti i beni dei quali sono colmati, sia il Padre, sia il figlio Tobia.

 


 

COMMENTO QUARTA QUARTINA:

Il Vangelo annunzia il suo cammino salvifico nel mondo solo perché c'è stata un'irruzione dello Spirito Santo nella nostra storia, irruzione avvenuta attraverso Maria Vergine, Immacolata Concezione. Mostrati dunque Maria, a noi, nata senza peccato, dalla quale, immacolata, procedette il Signore immacolato, disposto a redimere le colpe di tutti.  Tutti ora sono illuminati dalla comprensione celeste del mistero della Immacolata Concezione, grazie anche all’intervento dell’Arcangelo Uriele, preposto alla comprensione dei divini misteri. Difatti solo in ragione di questa elezione divina Maria è la Theotokos, Madre di Dio, e non soltanto Cristotokos, ovvero madre di un profeta, collocata pertanto da Dio al vertice di qualsiasi creatura sia umana che celeste.  Cristo accolga benigno questo mistero rivelato agli uomini, ed annunziato da Uriele.

Mostrati di essere Madre,
prendi per tuo mezzo la preghiera,
che per noi il Figlio,
sopportò di essere tuo.

Quanto opportunamente queste parole armonizzano col quarto Angelo che sta davanti al Signore, lo deduciamo dal suo ministero. Egli è distinto da nome Uriele, che da Cormelio a Lapide è  interpretato “Luce o Fuoco di Dio”, in quanto illumina gli uomini con la conoscenza di Dio e li infiamma d’Amore. Per la qual cosa S.Giovanni: “Questo è “dice” la vita eterna, che conoscano te, solo Dio vero e che mandasti Gesù Cristo, che nacque da Maria Vergine. Essendo poi rinato nel mondo cattolico un ardentissimo desiderio – secondo le testimonianza del nostro Sommo Pontefice Pio IX – che dalla sede apostolica finalmente una buona volta con solenne giudizio si decretasse che la Santissima Madre di Dio e Madre amatissima di tutti noi, l’Immacolata Vergine Maria, fosse concepita senza la macchia originale, non è da meravigliarsi che l’Angelo Uriele, affrettandosi verso il Trono della Beata Vergine, nei giorni del solenne Decreto preghi che tutti siano illuminati della conoscenza di questo Sacro Mistero e tutte le anime la venerino come Madre, del cui nome niente è più amabile, niente è più indulgente, come disse Cicerone; non è da meravigliarsi, dico, perché infiammato d’amore chiami la Vergine stessa col nome di Madre e canti: Mostra di essere concepita senza peccato. Prenda per tuo mezzo le preghiere e i più ardenti desideri di tutte quanta la Chiesa, dai quali finalmente una buona volta ti vedono adornata di questo così grande onore. “Prenda (riceva) per tuo mezzo le preghiere colui che, nato per noi da te Vergine Immacolata, ottenne di essere tuo figlio immacolato. Tale infatti, per sé, fra tutte, dice Bernardo, dovette amare, anzi creare come Madre, quale sapeva sia che gli conveniva, sia che conosceva che gli sarebbe piaciuta. Volle pertanto che fosse una Vergine, dalla quale immacolata procedesse Egli immacolato, disposto a rendere pure le colpe di tutti.


COMMENTO ALLA QUINTA QUARTINA

“Oro supplex et acclinis”, questo il motto assegnato a Sealtiele nel celebre dipinto di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, che ripercorre la presente quartina riferita alla Vergine Maria affinchè si degni per la sua Immacolata Concezione di renderci miti e casti. Difatti la devozione verso la Deipara contribuisce a distogliere gli uomini dalla dissolutezza.

Vergine singolare,

mite fra tutte,

rendi miti e casti

noi, liberati dalle colpe

Con queste parole sembra che si alluda al ministero di Sealtiele che è il quinto Angelo che sta al cospetto di Dio e il cui nome va interpretato “Discorso di Dio (Preghiera di Dio): poiché prega per gli uomini e li esorta a pregare. Così grande è la fragilità degli uomini, che dopo che si vedono liberati dalle colpe commesse, hanno bisogno di mansuetudine, umiltà e castità per perseverare nella grazia di Dio. Hanno bisogno di Mansuetudine e perciò dice Cristo: “Imparate da me perché sono mite e umile di cuore”. Hanno bisogno di umiltà, che è compagna della mansuetudine: poiché Dio resiste ai superbi, mentre da la grazia agli umili. Hanno bisogno della castità per frenare facilmente lo sfrenato desiderio. Pertanto nel giorno della dogmatica definizione, come presumiamo, nel nome di Fedeli di Cristo, l’Angelo Sealtiele per intraprendere il suo officio, proseguirà per pregare Maria e la saluterà come: Vergine Singolare mite fra tutte” affinchè si degni per la sua Immacolata Concezione a renderci miti e casti. Del tutto moltissimo contribuisce la devozione verso la Deipara a distogliere gli uomini dalla dissolutezza. Per la qual cosa con sapienza e accortezza P. Giovanni di Avila, predicatore apostolico in Spagna e da lui P. Ribadeneira (..) riferiscono che è singolare ed efficace rimedio contro le tentazioni della carne per conservare la castità, se essendo tentato si invochi la Beata Vergine e le chiede le forze per l’Immacolata sua Concezione e angelica purezza con la quale fu concepita e con la quale del pari come la Vergine concepì il Figlio di Dio e rendi in onore dell’una e dell’altro inni e alcune preghiere.

 


COMMENTO ALLA SESTA QUARTINA

Il regno di Dio deve essere desiderato non per noi stessi e/o la nostra salvezza, ma piuttosto per la Lode di Dio e della sua Santissima Genitrice. Chi cerca di vedere Gesù per rallegrarsi, cerca per sé un proprio bene, ma chi invece si propone di celebrare con lodi Dio e le sue mirabili opere, cerca di ottenere uno scopo più lodevole. Difatti Geudiele, ovvero Lode di Dio, è il ministro di questi sublimi inni e canti alla SS. Trinità e alla Beata Vergine Maria, la quale, in quanto Immacolata, prepara il cammino sicuro per mezzo del quale vedremo Gesù. Premi sono infatti elargiti a coloro che lodano il Signore, i quali abiteranno per sempre nella sua casa.

Assicuraci una vita pura

Prepara un cammino sicuro,

affinchè vedendo Gesù,

sempre ci rallegriamo insieme.

In modo mirabile s’accordano questi versetti con l’ufficio del Sesto Angelo che sta davanti al Trono di Di che da Cornelio a Lapide è chiamato Geudiele e significa “Confessione o Lode Di Dio”. La perfetta lode di Dio comprende varie parti, tramanda Alcazar. La prima è la stessa fede e conoscenza di Dio e della Santa Trinità e della sua vittoria e salutazione. L’altra è la lode pubblica di tutta quanta la Chiesa nel sacrificio della Messa, nei discorsi, nel recitare cantando i divini uffici. La terza è di quelli che , sempre intenti alla maggior Gloria di Dio, promuovono questa, sempre in ogni modo che possono, come furono gli Apostoli e i primi Cristiani. La quarta è l’integrità della vita; infatti è più pia una vita che una voce che loda Dio. Questa quadruplice lode di Dio esprimerà Geudiele mentre dalla parte del popolo fedele che onora l’Immacolata Concezione della Beata Vergine, si fermerà presso il Trono della Stessa e lodando un mistero tanto straordinario la pregherà dicendo: “ Assicura una vita pura”. E’ scritto infatti : “Beati i puri di cuore, poiché loro vedranno Dio”. Prepara un cammino sicuro, con il quale sempre a maggior gloria di Dio e a lode della Immacolata Vergine, nei sacrifici della Messa e negli altri atti di pietà sempre siano intenti tutti i devoti di Maria; affinchè vedendo Gesù, cioè riconoscendo che Lui sia nato da Madre concepita senza peccato, sempre ci allietiamo insieme, e lui stesso con sua Madre lodiamo nei secoli eterni, il che è una massima perfezione. Infatti, il regno di Dio deve essere desiderato non a causa di noi, ma piuttosto per la Lode di Dio e della sua Santissima Genitrice. Chi cerca di vedere Gesù per rallegrarsi, cerca per sé un proprio bene, ma chi si propone di celebrare con lodi Dio e le sue mirabili opere, più perfetto e più lodevole è il suo scopo. Perciò dice il Salterio Regio: ” Beati quelli che abitano nella tua casa, Signore, ti loderanno nei secoli dei secoli”.


COMMENTO ALLA SETTIMA QUARTINA

Benedetto sia Tu, O Signore, per averci donato la Tua SS. Madre, Immacolata Concezione. Difatti, per averla resa così perfetta, santa e immacolata nella sua Concezione, ella divinne la “Regina Angelorum”, in quanto nessuna creatura del cielo è più perfetta di Lei. Dunque Barachiele, ovvero la Benedizione di Dio, porge alla Santa Trinità una triplice benedizione, per aver concesso una simile Grazia agli uomini. O Tu che vieni in aiuto non ci abbandonare , recita il motto che si riferisce al Settimo Angelo, dipinto sul panneggio dell’altare Maggiore della Basilica Romana di Santa Maria Angelorum, e infatti Dio è venuto in nostro aiuto, incarnandosi nel seno della Beata Vergine.

Sia lode a Dio Padre,

decoro al Sommo Cristo,

e allo Spirito Santo

ai Tre, un unico cuore, Amen.

Il Ministero del Settimo Angelo che sta davanti al cospetto di Dio, vale a dire Barachiele è “Benedizione di Dio”, perché ci procura i benefici di Dio e ci incita alla benedizione di Dio e all’azione delle Grazie. Questo altresì si esprime abbastanza nell’ultima strofa dell’inno “ Ave Stella del Mare”,  che col benedire la Santa Trinità si conclude con queste parole (ut supra - settima quartina n.d.a.). Ma nel giorno in cui sarà celebrata nella Chiesa trionfante la festività della Immacolata Concezione, è facile congetturare, per benedire Dio e per rendergli grazie per un trionfo così grande della verità e onore e attributi a Maria nella Chiesa Militante, dall’Angelo Barachiele che insieme con gli altri già sta davanti al Trono della Beata Vergine, si dovrà cantare così: “Sia Lode a Dio Padre, che dall’eternità scelse Maria come primogenita figlia, affinchè, concepita, immacolata nel tempo, fosse la Madre dell’Unigenito Figlio di Dio, nel quale bene si compiacque, invero da questa scelta di Dio Padre avvenne che l’onnipotenza di Dio Padre quanto più si debba benedire, perché detta stessa Concezione costituì Maria nello stato di natura più felice di tutti: “ Eccetto solo Dio, scrive S. Epifanio, superiore a tutti resta la Beata Vergine, per natura è superiore agli stessi Cherubini, Serafini e a ogni esercito degli Angeli. Sia insieme onore al Sommo Cristo al quale per mezzo della Immacolata Concezione della Vergine, l’Eterno Padre, con la cooperazione dello Spirito Santo, preparò un’abitacolo tanto degno, tanto nobile, tanto decoroso nell’utero della Stessa Gloriosa Vergine Maria. Ma quando Dio avrà mandato Cristo nel mondo affinchè redimesse quelli che erano sotto la legge si deve benedire massimamente la sapienza di Cristo, perché volga in onore di lui stesso che sottrasse la Madre sua in un modo massimamente insigne dalla redenzione della legge del peccato originale e la preservasse. Sia lode, sia onore allo Spirito Santo la cui bontà quanto mai si deve benedire, per il fatto che l’ha stabilita nel più alto grado della divina Grazia fin dallo stesso inizio della sua Concezione, l’ha prevenuta con le benedizioni della dolcezza e mirabilmente ha santificato il suo corpo e la sua anima. Infine al Padre, al Figlio e allo Spirito sia ai Tre un solo cuore.


  • Infatti particolare officio dei Sette Angeli che stanno davanti al cospetto di Dio e degli altri spiriti celesti è lodare di tutto cuore e voce l’Augustissima Trinità[11]. “ Vedi” dice Cornelio “quale sia l’officio? Quale Occupazione degli Angeli? Che cosa facciano unitamente? Non altro invero che lodare Dio:                          Questo la Chiesa compie nella perenne salmodia e dice con la cetra: “In cospetto degli Angeli canterò a Te”, questo fanno i pii e i Santi che sempre cantano col cuore e con la voce: “ Benedirò il Signore in ogni tempo”, la cui vita è una continua lode di Dio. Soprattutto questa in terra e oggi è nei cieli l’assidua occupazione della Beata Vergine la cui delizia sempre fu, è e sarà, dare incessantemente onore unico alle tre persone della Santissima Trinità. La stessa Infatti, più dei Sette Angeli che stanno davanti al Trono di Dio, più dei nove cori degli Angeli, più di tutti gli altri celesti, in una sola parola, più di ogni altra creatura, insieme ammessa, onorò e onora la SS Trinità. Onde Cirillo di Alessandria: “ Per tuo mezzo, o Maria, tutta quanta la Trinità è santificata”, quasi dice: “ nel Santificare la Santissima Trinità a tal punto fu eminente che non solo ottenne un primato, ma a paragone di quello non sembra avesse santificato nessuno fra le pure creature”.
  • Pertanto in ricompensa di tanto onore che la Beata Vergine Maria ha conferito e conferisce alle stesse divine persone non è illogico dichiarare quanto liete congratulazioni si debbano attribuire a lei stessa, appena che il Signore comandi che per le mani dell’Angelo, dalla Chiesa Militante alla Chiesa Trionfante nei Cieli, sia portato l’annuncio della dogmatica e solenne definizione circa l’Immacolata Concezione della Santissima Madre di Dio, che fu mirabilissima opera di tutta la Trinità. Dall’ordinamento di Dio, che non mi inganni, devono essere mandati per primi presso il trono della Beata Vergine per dimostrare la loro gioia prima degli altri, i Sette Angeli che stanno davanti al cospetto di Dio. In questa occasione cantando il dolcissimo inno : “ Ave stessa del mare ”, saranno per esaltare l’eccellenza della divina Maternità della quale nessuna maggiore si può immaginare, quindi per pregare la fortezza, che mancò a Eva e fu rivolta a Maria per vincere da ogni parte il demonio e il peccato.

 

[1] Ave Maris Stella: http://www.cantualeantonianum.com/2009/07/ave-maris-stella.html#ixzz1WF0...

[2] Beata Vergine Maria Addolorata La memoria della Vergine Addolorata ci chiama a rivivere il momento decisivo della storia della salvezza e a venerare la Madre associata alla passione del Figlio e vicina a lui innalzato sulla croce. La sua maternità assume sul calvario dimensioni universali. Questa memoria di origine devozionale fu introdotta nel calendario romano dal papa Pio VII (1814). (Mess. Rom.) - Martirologio Romano: Memoria della beata Maria Vergine Addolorata, che, ai piedi della croce di Gesù, fu associata intimamente e fedelmente alla passione salvifica del Figlio e si presentò come la nuova Eva, perché, come la disobbedienza della prima donna portò alla morte, così la sua mirabile obbedienza porti alla vita.

[3] “Gesù consolato dai sette arcangeli”, di  Juan Patricio Morlete Ruíz. Juan Patricio 1715-1780 Museo Nacional de Arte, México. Tratta dal sito: http://verbumdeiudea.wordpress.com/2011/04/03/reflexion-domingo-4to-de-l...

[4] Sette infine sono le Beatitudini dell’apocalisse:  1. “Beato chi legge e beati coloro che ascoltano le parole di questa profezia e mettono in pratica le cose che vi sono scritte. Perché il tempo è vicino” (Ap 1, 3) 2. “Beati fin da questo momento i morti che muoiono nel Signore” (Ap 14, 13) 3. “Beato chi è vigilante e conserva le sue vesti per non andar nudo e lasciar vedere le sue vergogne” (Ap 16, 15). 4. Beati gli invitati al banchetto delle nozze dell’Agnello!" (Ap 19, 9). 5. Beati e santi coloro che prendon parte alla prima risurrezione. Su di loro non ha potere la seconda morte, ma saranno sacerdoti di Dio e del Cristo e regneranno con lui per mille anni" (Ap, 20, 6) 6. “Ecco, io verrò presto. Beato chi custodisce le parole profetiche di questo libro” (Ap 22, 7)  7. “Beati coloro che lavano le loro vesti: avranno parte all’albero della vita e potranno entrare per le porte della città” (Ap 22, 14).

[5] Immagine tratta da http://2.bp.blogspot.com/vSwwOKCol5w/TnyO19aHe6I/AAAAAAAAAeA/YZGqFrwS6mw...

[6] Professore emerito di teologia sacra diocesi di Narni - De Natura Et Gratia Admirabilis Et Purissimae Conceptionis  Deiparae V. Mariae:  Elucidationes polemicae ad dogmaticam proxime ferendam sententiam – 1852 . Fu insignito da Pio IX di titoli onorifici e munifici incarichi.

[7] CENSURA. Ut mandatis obsequercr lllmi. ac Rmi. Episcopi Interamnae attente legi Elucidationes Polemicas de Natura et Gratia Admirabilis et Purissimae Conceptionis Deiparae Virginis Mariae etc etc ab erudilissimo Sacerdote Hispano Raymnndo Canonico Martinez elaboratas: tantum abest , ut miis quidpiam a recta fidei vel morum norma alienum ostenderim, ut potius miratus sim Auctoris ingenium , pietatem, et doctrinam: sunt  igitur omni titulo publica luce dignissimae. Ex Gonventu S. Petri Interamnae die 3o. Junii 1852. Frater Thomas Germi , Ordinis Eremitarum  S. P. Augustini Prior, S. Theologice Magisttr,  Examinator pro-Sirnodalis.

[8] Salutem et Apostolicam Renedictionem.  Volumina Nobis offers argumento suo carissima, qum ad singulare Conceplionis Immaculatce Domince nostrce Marice privilegium probandum demonstrandumque exarare, Dilecte Fili, atque Interamnensibus typis edere in lucem voluisti. De his aliquid profecto legere ac degustare cupimus; nunc aulem gratulari maxime studio ac labori Tuo voluimus, ut Tibi addamus animum ad catholicam doctrinam continuo defendendam ac propugnandam. Benignissima eadem Deipara Labis Nescia patrocinio suo remuneret quos tulisti labores. Et pignus Nostrw in Te caritatis sit Apostolica Benedictio, quam ccelestium omnium munerum auspicem ipsi Tibi, Dilecte Fili, effuso paterni cordis affectu amanter impertimur. Datum Romw apud S. Petrum die 16 Decembris Anni 1854

[9] Lasciamo che lo stesso beato Pio IX ci racconti, come ha fatto nel 1857, quanto sperimentò al momento della definizione, cioè uno stato chiaramente mistico di intima comunicazione con il mistero primordiale della Madre del Signore: Quando incominciai a pubblicare il decreto dogmatico, sentivo la mia voce impotente a farsi udire alla immensa moltitudine che si pigiava nella Basilica Vaticana; ma quando giunsi alla formula della definizione, Iddio dette al suo Vicario tal forza e tanta soprannaturale vigoria che ne risuonò tutta la Basilica. Ed io fui tanto impressionato da tal soccorso divino che fui costretto a sospendere un istante la parola per dare libero sfogo alle mie lagrime. Inoltre, mentre Dio proclamava il dogma per bocca del suo Vicario, Dio stesso dette al mio spirito un conoscimento sì chiaro e sì largo della incomparabile purezza della santissima Vergine, che inabissato nella profondità di questa conoscenza, cui nessun linguaggio potrebbe descrivere, l’anima mia restò inondata di delizie inenarrabili, di delizie che non sono terrene, né potrebbero provarsi che in ciel.

 

[10] L'Immacolata Concezione di Maria è stata proclamata nel 1854, dal Papa Pio IX. insegna che “La beatissima vergine Maria, nel primo istante della sua concezione, per una grazia ed un privilegio singolare di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo salvatore del genere umano, è stata preservata intatta da ogni macchia del peccato originale” (Bolla Ineffabilis Deus).

[11] Si veda il capitolo su Geudiele e Santa Faustina Kowalska quando il suo angelo custode le disse: Sono uno dei sette spiriti che stanno notte e giorno davanti al trono di Dio e lo lodano costantemente