SAN GELASIO (+ 496)

Carmine Alvino

Studi e ricerche

Avv. Carmine Alvino


SAN GELASIO

(+ 496)

 

Second il ritratto di  Luigi Luzi  in  “I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire” di San Gelasio I, papa, nasce a Roma e muore a Roma il 21 novembre 496. La sua famiglia è di origine africana. Nonostante il suo pontificato duri solo quattro anni, viene considerato uno dei papi più importanti del Medioevo. Nel 483 diventa uno stimato collaboratore del Papa Felice III. Il primo marzo 492 ascende al soglio pontificio.

Ha un alto concetto della superiorità della Sede apostolica sulle altre Chiese e approfitta di ogni occasione per ricordare tale verità non solo ai vescovi, ma anche all’imperatore.

Sostiene con chiarezza la distinzione tra l’autorità papale e quella imperiale. E’ in buoni rapporti con Teodorico, dal quale ottiene anche aiuti, durante le carestie, per sostenere i poveri. Rende meno severi i criteri per l’ammissione all’Ordinazione presbiteriale, al fine di reclutare un numero maggiore di sacerdoti.

La sua grande generosità verso i poveri, gli orfani e le vedove è di esempio e di stimolo per il clero. “Morì povero, dopo aver arricchito i poveri”. dice di lui Dionigi il Piccolo. E’ stimato dagli ecclesiastici perché, anche se energico e vigoroso, è giusto e imparziale.

Viene sepolto nella basilica vaticana

L'autore, Marcello Cavalieri da Bergamo (1649-1705) , cugino del Cardinale Ricci e condiscepolo del Cardinale Orsini, con indulto apostolico nominato suo Vicario generale a Manfredonia, a Cesena e a Benevento, scrittore di opere di carattere religioso-pastorale, nella sua opera “Il pellegrino al Gargano ragguagliato della possanza beneficante di San Michele nella sua celeste basilica” pubblicata in due volumi, il primo a Macerata nel 1680 e il secondo a Napoli nel 1690, descrive moltissime e straordinarie apparizioni dei Sette Arcangeli.

Nella prima edizione del 1680, a pag. 218  il p. Marcello Cavalieri ci parla di San Gelasio, che avrebbe assistito ad una apparizione dei Sette Arcangeli.

Secondo la  fonte :

« Il Santo Pontefice Gelasio fù il primo, che volle ravvisar dappresso le meraviglie, che la fama, quasi preso haveffe in prestanza la Tromba , con cui San Michele mirum Spargens sonum coget omnes ante Tronum, ritrombava per tutto il Mondo , risvegliando alla venerazione del Santo Prencipe del Gargano i sonnacchiosi mortali.

A tale oggetto partì il Papa con alcuni Cardinali da Roma l'Anno 494., e passando ( giusta il Vipera ) in Benevento, ed indi in Siponto le nevi, venti, e pioggie del corrente mese di Febraro punto non raffredorono la carità Pontificia bramosa col suo esempio di render cospicuo alla posterità il nascente Pellegrinaggio al Gargano. 

Al primo ingresso di questa Sagra Spelonca con enfasi dettata da una singolarissima stimaproruppe in queste parole (Psal.62) : "Deus, Deus meus, ad te de luce vigilo. Sitivit in te anima mea; quam multipliciter tibi caro mea!  In terra deserta, et invia, et inaquosa, sic in sancto apparui tibi, ut viderem virtutem tuam et gloriam tuam".

Prostrato poi innanzi l' Altare venerando di San Michele raccomandò al Difensore amorosissimo di Santa Chiesa non meno i propri, che gl'interessi cummuni della Republica Cristiana.

Successivamente sù l'Altare medelimo con riverenza uguale alla fomma pietà di quell'huomo di Dio celebrò Messa. 

Finalmente miro, rimiro, ammiro le sette stravaganze Arcangeliche ; e gustando nel contemplarle dolcezza di Paradiso , pareva , che non sapesse, coine Pietro dal Tabor, dipartirsi".