SACRA SCRITTURA

Studi, ricerche e approfondimenti
Avv. Carmine Alvino


 

I SETTE ARCANGELI NOMINATI NEL SANTO DEPOSITO


Prendendo per le mani il Testo Sacro non è difficile imbattersi nei Sette Angeli o Spiriti che stanno davanti al Trono di Dio.

  • Raffaele ce lo rivela nel suo libro, così Gabriele nell’Evangelo e Giovanni nell’Apocalisse laddove si parla di Sette Sante personalità che assistono davanti a Dio.
  • Se la lettura del Testo Sacro è chiara, inaspettatamente la Nostra Amata Chiesa, pone su questa questione un velo di insondabilità e di incomprensibile titubanza.
  • La secolare prudenza della Santa Sede, non ha prodotto alcuna esegesi, alcuna dottrina e alcuna liturgia sui Sette Arcangeli, anzi, né sconsiglia il culto, né vieta i nomi pur rivelati da una tradizione mistica non trascurabile, e li confonde con le virtù, lo spirito Santo, con carismi o addirittura con una molteplicità indistinta.
  • Ad aggravare tale sentimento controintuitivo, che pone l’interprete in contrasto diretto con ciò che legge e percepisce della Rivelazione di Gesù Cristo, anche il problema legato alla sopravvenienza di contesti linguistici e sintattici diversi, e al passaggio dall’ebraico, dal greco o attraverso il greco, al latino, all’inglese e infine all’italiano.
  • Ogni forma linguistica affibbia i propri istituti liturgici e/o giuridico-interpretativi, per cui è necessario addivenire ad un confronto tra fonti, non essendo chiaro quale tradizione sia l’originaria, a causa dell’assenza di un sostrato biblico condiviso da tutti, o di una tradizione prevalente.
  • Incide inoltre la questione aeropagitica, che ha cancellato i Sette Arcangeli dal generale panorama dei Santi, introducendo all’interno della liturgia cristiana i Cori gnostici e triadici di Proclo e Giamblico, che gli apostoli e i discepoli di Cristo, e perfino Ireneo avevano bollato come riflesso della disciplina filosofica gnostica ellenica, scaturente dalla reazione del tramontante mondo pagano.
  • La questione, già spinosa di per sé, lo diviene ancora di più in quanto, abbiamo notato una variazione dei costrutti sintattici in lingua greca provenienti dai vari codici, denominati: G1 – G2 e G3, in punto di libro di Tobia 12,15, e in quelli in lingua latina soprattutto della c.d. VETUS LATINA in cui di Tobia resta un testo molto condensato, recepito poi dalla tradizione italiana in maniera non troppo consapevole.