EXIGONE ORDINATO SOPRA ADULTERI E MALEFICI

Studi e ricerche

Avv. Carmine Alvino


EXIGONE DEMONE DEGLI IDOLI - ordinato sopra gli adulteri e i malefici

Si tratta del demone collocato negli idoli. Ce lo rivelano gli Atti dei Santi di Gennaio, Tomo I° dicendoci che fu Santa Martina , grazie all'aiuto di Uriele, a scacciare questo demone!

Durante il pontificato di Urbano VIII accadde che, avventurosamente, in un sotterraneo della antica Chiesa di S. Luca al foro romano, fu ritrovato nell’anno 1634 il corpo di Santa Martina in mezzo a due Santi Martiri Epifanio e Goncordio. L’Accademia allora indisse una solenne processione portando in trionfo quel sacro simulacro.

In quella pompa eseguita con magnificenza ed esemplare pietà si riscaldò ogni petto nel desiderio dell’onore di Dio, e dei suoi Santi. Furono riposti a parte in un luogo degno le reliquie dei suddetti martiri e con riguardo al corpo della Santa fu stabilito un luogo più onorevole, né si mancò di erigerle un monumento alla memoria.

La festa venne fissata al 30 gennaio da Papa Urbano VIII, che ne fece anche una delle patrone della città di Roma.

Ella oltre al miracoloso rinvenimento del sepolcro, è venuta agli onori della nostra ricerca per un altro caso singolare, quello cioè di essere stata custodita e protetta dall’Arcangelo Uriele.

Di tale circostanza ce ne parla padre Andrea Serrano nel suo “Los Siete Principes de Los Angeles validos del Rey del Cielo” anno 1707, nella Censura di Gaetano Antonio de Vara, Segretario del vescovo di Cadice, il quale richiama direttamente l’episodio degli Acta Sanctae Martinae, in Acta Sanctorum di Boll. Tom. 1. Gennaio p. 12.

La notizia è poi anche corroborata da Francesco Cancellieri nel suo “Notizie del Carcere Tulliano detto poi Mamertino alle radici del Campidoglio ove fu Rinchiuso S. Pietro” a pag. 152, ove afferma: “Illustre è il martirio sofferto da S. Martina, custodita dal grande Angelo Uriele, del di cui culto abbiamo diffusamente trattato nel secondo tomo dell’opera de Secretariis. Essa patì sotto Alessandro Severo, e la storia del suo martirio vien narrata quasi colle stesse parole di quello di s. Prisca”.

In ogni caso la fonte diretta si trova negli Atti dei Santi di Gennaio, dove Uriele scaccia sia satana che il demone inferiore Exigone:

[IL PRINCIPE DEI DEMONI, INSEDIATO NELL’IDOLO GRIDANDO FUGGE VIA]

E subito il demonio, che abitava nell’idolo di Apollo, rivoltandosi nella polvere dell’idolo, in presenza di moltissimi uomini e donne e sgomentatosi nelle cose che erano avvenute, cominciò ad urlare a voce alta, dicendo: “O Forte Vergine Martina, ancella del grande Dio che è nei Cieli, che custodisci i suoi precetti e mi hai spogliato del mio abitacolo e mi hai mostrato deforme: ho abitato infatti in esso novantotto anni.

Sotto Cesare Augusto trentotto anni e sotto Antonino anni quarantacinque e sotto Alessandro che a te mi ha condotto in perdizione nel sacrificio degli idoli, ho trascorso quindici anni. Molti dei Santi che hanno sopportato passione e martirio, in nessun modo mi resero manifesto fino ad ora, essendo in grande autorità e avendo sotto di me quattrocentosettantadue cattivissimi spiriti. Comandavo infatti su di loro e ognuno di loro offriva quotidianamente settanta anime di uomini.

E il principe di questi, Exsigon che è ordinato sopra gli adulteri e i malefici, mi offriva trentasei anime di uomini che avevo sotto il mio potere.

Tu invece mi hai scacciato, rivelandomi, perseguitandomi e assegnandomi al Fuoco dell’Inferno. Non trovo luogo verso il quale andarmene. Mi hai consegnato al Grande Angelo Uriele, che ha completamente bruciato ogni mia via di uscita. O Alessandro nemico dei Cristiani, hai trovato una anima Santa, che per mezzo della quale mi scacceresti, affinché il tuo impero cadesse in grande turpitudine!”. E queste cose diceva il Demonio con voce alta e con grande lamento, stridendo e urlando per l’aria. Dove in vero si dirigeva, si vedevano le tenebre e tutti coloro che osservavano, di molto più a lungo costernati furono colmati dall’incertezza. Al contrario stavano ammirando la grazia di Dio, che è nei Cieli.