IL P. PAOLO DI BARRY (1585 - 1661)

Carmine Alvino

(PAolo di), gesuita, nato nel 1585 a Leucate, diocesi di Narbona, e morto nel 1661; non debbe la sua celebrità che alla singolarità de' suoi libri di devozione, de'quali fino i titoli sono strani. Egli manifestò una singolare venerazione ai Sette Arcangeli. La traiamo da: La devozione a gli angeli opera del P. Paolo de Barry della Compagnia di Gesù, per Alberto Pazzoni 1696.  al Capitolo 9 - Della Devozione all’Angelo Raffaele, e agli altri Angeli che sono intorno al Trono di Dio, di cui si è parlato  nella Santa Scrittura

-------------------------- SI RIFERISCE AL LETTORE CHE LA NOSTRA TRADUZIONE E' UN PO DIVERSA, IN QUANTO ABBIAMO ATTINTO DIRETTAMENTE DALL'ORIGINALE FRANCESE

E’ molto sicuro che che ci siano sette Angeli che sono intorno al Trono di Dio: Pax vobis a septem spiritibus qui in conspectu Throni Eius sunt (Apoc. , 1) e che i popoli hanno avuto per loro qualche devozione e rendono loro onori tutti particolari, ricordati a Roma, a Venezia, a Napoli e per tutta la Sicilia.  A Palermo, la capitale di quel Regno, fu loro dedicato un tempio; le Terme di Diocleziano, a Roma, un tempo furono anche erette a Chiesa, in onore di questi Sette Angeli, da Giulio III, e dopo di lui da Pio IV che ad essa assegnò solennemente il nome di Nostra Signora degli Angeli. Si istituì ancora a Palermo una confraternita in loro onore, che fu chiamata Confraternita Imperiale,  perché il conte di Monteleone gli diede inizio e la mise sotto la protezione dell’imperatore, Carlo V.  È credibile che se a loro hanno conferito questi onori, fosse sulla stima che si aveva della loro preminenza su tutti gli altri Angeli: parecchi sono infatti di questa credenza che costoro siano quelli che sono i primi di tutti, i più favoriti e i più impiegati in affari di grande importanza. E’ bene poi domandare se qualcuno non conosca appunto i loro veri nomi. Si conoscono bene quelli dei tre principali, che sono: Michele, Gabriele e Raffaele, ma non degli altri quattro. Tuttavia qualcuno li chiama: Uriele, Sealtiele, Geudiele e Barachiele; poi spiegano i loro nomi in questo modo: Michael, quis ut deus? Chi è come Dio? Gabriel, Fortitudo Dei, la Forza di Dio, Raphael, Medicina Dei, la Medicina di Dio, Uriel, Lux Dei, la Luce di Dio, Sealtiel, Oratio Dei, la Preghiera di Dio, Jehudiel, Laus Dei, la Lode di Dio, Barachiel, Benedictio Dei, la Benedizione di Dio; dicendo che questi loro nomi vengono forte a proposito, perché il primo ha combattuto per la sua Madre contro lucifero, il secondo ha fortemente agito verso la Santa Vergine per persuaderLa nell’acconsentire di essere la Madre del Figlio di Dio, nonostante avesse fatto voto di Verginità, il terzo ha guarito Tobia dalla sua cecità, il quarto illumina e istruisce gli uomini per le loro inspirazioni, il quinto li incita alla preghiera, il sesto li invita alla lode a Dio, il settimo ci procura le benedizioni del Cielo, e ci esorta a ringraziarlo per i tanti favori che si ricevono dall’alto. Per tutte queste ragioni, dopo aver detto che il Beato Amodeo, dell’ordine di San Francesco, ebbe una rivelazione di tutti questi nomi, qualcuno dona a ognuno di loro, elogi propri; si chiamano: Michele Il Vittorioso, Gabriele Il Nunzio, Raffaele Il Medico, Uriele Il Forte Assistente, Sealtiele L’oratore, Geudiele Il Riconoscente, Barachiele Il Consigliere. Qualcun altro è andato più avanti, ed ha loro assegnato dei simboli tutti particolari, per permettere ai pittori di poterli ritrarre. San Michele calpesta con i piedi lucifero, porta nella mano sinistra una palma verdeggiante, e tiene nella destra una lancia, alla fine della quale c’è uno stendardo bianco come la neve, con una croce vermiglia nel centro. San Gabriele appare con una fiammella inserita in una lanterna che è nella sua mano destra, la sinistra sta occupata a mostrare uno specchio di diaspro verde,  cosparso di macchie di diversi colori. San Raffaele si fa vedere portando un pesce, nella mano sinistra un vasetto e con la destra conducendo il giovane Tobia. Uriele tiene nella sua mano destra una spada nuda, la sua sinistra pendente ed è circondato da fiamme. Sealtiele ha la fisionomia di un penitente, abbassando modestamente gli occhi. Geudiele mostra una sorta di buona grazia con una corona d’oro nella sua mano destra, e un flagello a tre cordoni neri nell’altra. E Barachiele è grazioso nel portare l’estremità del suo mantello ripieno di una quantità di rose bianche. Tutti questi ricchi emblemi rappresentano quei santi Angeli e attirano i cuori degli appassionati a Palermo, ad Anversa e altrove, (…). Inizio qui a parlare dell’Arcangelo Raffaele, ricordando che noi siamo così certi del suo nome come di quelli di San Michele e San Gabriele per mezzo dei testi espressi dalle Sacre Carte, e  che d’altra parte è molto veritiero che egli sia uno di quei sette di cui io vengo ai intrattenervi. E’ lui stesso a dichiararsi come tale: Ego sum unus ex septem, qui astamus ante Dominum (Tob. 12, 15). Io sono uno dei sette che ci teniamo davanti al Signore.  E non vi prescriverò io ciò che voi potete fare in loro onore, per lasciarvi nella piena libertà di scelta. Vi dirò solamente che il giorno della festa è la ventesima di Novembre, e che parecchi hanno un certo santo costume di pregarli durante i tempi di malattia e di malessere del corpo, come anche quando si intraprende un viaggio per terra.  Tobia più che tutti gli altri ha provato in queste occasioni la sua caritatevole assistenza; e dopo di lui parecchi altri. Egli libera un Novizio dell’ Ordine di San Domenico da un male temporaneo, a condizione che divenisse in futuro più casto e che digiunasse il primo giorno di ogni mese in onore dell’Angelo. É lui che protegge ancora dalle mani dei ladri un pellegrino che andava a Santiago, lui che gli fa passare un fiume senza che sapesse come avevsse fatto. Il bel tratto che ho inserito nella mia Ricca Alleanza al ventitrè di ottobre, riguarda i favori che egli fece a San Macario, il Romano, testimoniandogli le sue caritatevoli bontà…”.

 

Molto importante la circostanza che, probabilmente il padre PAOLO DE BARRY sia stato il vero creatore della Corona Angelica. Tale conoscenza trovasi  formulata all’interno del testo edito nell’anno 1648  “La Philosophie des Anges, contenant l'art de se rendre les Bons Esprits” dell’autore francese Lazare Meyssonnier , il quale la riporta a pagg. 306 e ss. Il Pio esercizio, si chiama semplicemente, come d’altra parte veniva tramandato anche nella devozione della Antonia d’Astonaco – CHAPELET DES ANGES – ovvero Corona degli Angeli, e questo sì,  ha un’origine profetica e mistica che risale a Santa Metilde di Helfta (1240 – 1298).

Ciò posto, a diffondere e recitare egli stesso la “vera” e “completa” Corona Angelica ci pensò non Antonia d’Astonaco, ma il Reverendo Padre gesuita, R. P. PAUL DE BARRY (1585-1661).

Egli amava recitare, un giorno alla settimana, la cosidetta « Corona degli Angeli  », un esercizio molto complesso, che traiamo, dall’opera di Lazare Meyssonnier, il quale riporta finalmente il pio esercizio come era davvero.

Eccolo di seguito:

…è una delle devozioni che il r. p. de Barry  consiglia di avere per il suo angelo custode, recitando l'ufficio; La litania, e la Corona degli Angeli, (Chapelet des anges in francese n.d.a.)  di cui abbiamo detto poche cose, a cui noi aggiungiamo ancora il modo di recitarla,  che è  uguale  al  modo in cui si dice  sulla Croce,  il Pater  (1), l'Ave (2), il Credo (3), l' Angelo di Dio (4),  e poi  sui grani grossi il “Gloria Patri” ecc,   e sui grani piccoli  l “Angelo di Dio”.

In tal modo, si può così avere un rosario di “nove  poste ( o decine)” e,  sulla  Croce , dopo aver detto il  “Credo”  , dire  “NOVE  PATER” come fu insegnato a Santa Metilde sui nove grani,

e sulla prima decina (o posta)  dei piccoli, dire  a ciascuno :

Sancti  Seraphim, igne caelesti purgate nos,  &  ad divinum amorem inflammate.

Sulla seconda decina:

Sancti  Cherubim, docete nos Sanctorum scientiam & in terram rectam deducite nos .

Sulla terza:

Sancti Throni, elevate nos ad Deum nostrum & orationes nostras ei offerendascoram eo sublimes excipite.

Sulla quarta:

Sanctae Dominationes asserite nos a servitute peccati , utfoti Deo Nostro pura mente serviamus.

Sulla quinta:

Sanctae Virtutes confirmate nos, ne usquam a constanti in Deum fide corruamus.

Sulla sesta:

Sanctae Potestates coercete & repellite a nobis malignos Spiritus, ut tranquilli Domino Nostro benedicamus.

Sulla settima:

Sancti Principatus fit estote nostri duces in hoc itinere miundi, ut eodem ductu ad caelestem gloriam perducamur.

Sulla ottava:

Sancti Archangeli Principes Christianos omnes custodites & in firma pace Conciliate.

Sulla nona:

Sancti Angeli adeste nobis comites & custodes perpetui, tu per auxilium vestrum ab omnibus adversis protecti prospera omnia semper & ubique sint nobis.

e perché dopo la croce , deve essere  immediatamente intervallato qualche grano, si dovrà dire un “PATER” soprannumerario , che farà DIECI, a rappresentare i dieci nomi e gli attributi di Dio,  che è occupazione e soggetto di contemplazione degli Angeli,  aggiungendo altri cinque  piccoli  grani , in memoria delle cinque piaghe del figlio di Dio,  sui primi dei quali si dirà :

l “AVE MARIA”, aggiungendo alla fine, subito dopo “FRUCTUS VENTRI TUOI IESUS” , “SANCTA MARIA MATER DEI, REGINA ANGELORUM, ORA PRO NOBIS”,

e in seguito sui quattro grani  restanti:

al primo:

Sancte Michael defensor populi Dei,& Diabolidomitor ora, & exere potestatem tuam pro nobis.

Al secondo:

Sancte Gabriel Doctor Danielis, annutiator Christi, & Praecursoris eius , fac gaudio, laetitia & arcanorum divinorum cognitionepro salute nostra tuis orationibus & favoribus repleamur.

Al terzo:

Sancte Raphael medice infirmorum, dux peregrinantium,prostigator daemoniorum,sanos & incolumes in viam pacis & prosperitatis tutos ab omnibus inimicis visibilibus & invisibilibus nos dirige,orationibus & operibus nostrismelioribus per ministeriumtuum sanctumad eum oblatis qui vivit & regnat per omnia saecula saeculorum.

 

Al quarto

Sancti septem angelici spiritus qui adstatiscoram Deoomnipotente optimo maximoofferte meas humiles ad ipsumorationes &mihi sanctam vestramcaeterorumquebeatorum spirituum custodiamprotectione & benedictioneobtinete in domo, extra domum , in itinere & in omni loco, tempore & actionibus nostris,ut omnia diriganturad gloriam eius, ac vobiscumtandem felices concinamus ad eum Sanctus , Sanctus, Sanctus,Dominus DeusSabaoth ; quod etiam mortalibus labiis qualicumque hicmodulamine personamus. Pater Noster

E sui grossi grani e sugli altri continuare come si è prima detto…”

 

 

 

[1] La devotion aux Anges, pag. 145 e ss