SANT'AGNELLO (535- 596)

Studi, ricerche e approfondimenti

Avv. Carmine Alvino


Sant'Agnello Abate di Napoli

(  535- 596)

  • Sant’Aniello, annoverato fin dal XV secolo fra i 52 patroni di Napoli, festeggiato in numerose località campane e della penisola, ha una forte e fervente venerazione anche nel Cilento.
  • Raccona il P. MARCELLO CAVALIERI DA BERGAMO (1649-1705) nella sua opera “Il pellegrino al Gargano ragguagliato della possanza beneficante di San Michele nella sua celeste basilica, ” pubblicata in due volumi, il primo a Macerata nel 1680 e il secondo a Napoli nel 1690, moltissime e straordinarie apparizionI di San Michele e dei Sette Arcangeli a molti pii personaggi tra cui il nostro Santo.
  • Nella prima edizione del 1680, a pag. 445/447, Marcello Cavalieri ci descrive una delle non così frequenti apparizioni di Maria , assieme ai 7 Arcangeli, durante un'estasi di Sant'Agnello. 
  • Sant'Agnello di Napoli, o Aniello abate, (535 - 596)  è stato un monaco basiliano, poi agostiniano, venerato come santo dalla Chiesa cattolica.
  • Sarebbe nato nel 535 da una famiglia ricca napoletana (la madre si chiamava Giovanna ed il padre Federico) di origini siracusane, forse imparentata con quella di santa Lucia.
  • Condusse gli anni della giovinezza in eremitaggio in una grotta presso una cappella dedicata alla Madonna e poi nell'antica chiesa di Santa Maria Intercede, poi divenuta Sant'Agnello Maggiore. Alla morte dei genitori, di cui ereditò i cospicui beni, Agnello si dedicò alle opere di carità, usando il denaro ereditato per la fondazione di un ospedale per i poveri sofferenti.
  • Agnello iniziò ad acquistare sempre maggior popolarità tra i suoi concittadini, tanto che durante l'invasione longobarda nel 581, i napoletani si rivolsero a lui per chiedere che la città fosse risparmiata ed egli apparve a difesa della città, portando nella mano destra il vessillo della Croce. Si allontanò dalla città per sfuggire a quella grande popolarità, recandosi dapprima a Monte Sant'Angelo e poi a Guarcino (un piccolo paese laziale in provincia di Frosinone) dove restò per sette anni e dove, negli anni successivi, vi sorse un santuario a lui dedicato. Tornato a Napoli divenne agostiniano e poi sacerdote presso il monastero di San Gaudioso, del quale divenne ben presto abate e dove morì, all'età di 61 anni.
  • Secondo la fonte del Cavalieri: " Rapporto in primo luogo Sant' Agnello Protettore di Napoli. Egli dalle solitudini del Sannio a queste del Gargano dal Cielo più favorite si trasferi l' anno 567.
  • Nel Romitaggio in Tempo del Santo poi convertito poco lungi  dalla Spelonca Angelica, macerando sette anni continui con aspre penitenze la carne, tutto Spirito divenuto, occupò degnamente il luogo, dove degli Spiriti celesti risiede il Prencipe. 
  • Per allontanarlo dalla Reggia degli Angioli non vi volle meno di una portentosa visione della Reina degli Angioli stessi, da cui richiamato in Napoli al governo dello Spedale di S. Gaudioso, orando nella Grotta, che pur hoggi si vede in quella Chiesa, mostrò di essere non già col cuore partito da questa Grotta Celeste.
  • Divenne egli finalmente per tutti i secoli conpatriota di chi sette anni fu Pellegrino. 
  • E riflessione da non passarsi sotto silenzio, che il Corpo di Agnello ossequioso de' nove Cori Angelici sul Gargano dasse in Napoli insepolto nove giorni miracolosa mostra di se medesimo.
  • Che cantandosegli la Messa da San Fortunato Vescovo di Napoli con altri quattro convicini Vescovi si vedesse la Madre di Dio con sette circoli di splendori ( forse i sette Angioli, de'quali è San Michele l' Antesignano ) applaudere alle esequie, ò più tosto offequi di Agnello settenario Pellegrino in Gargano; onde quella Chiesa non più Santa Maria in Mercede; ma del settimo Cielo si nomò".