SAN LUIGI GONZAGA (1568 – 1591)

Carmine Alvino

DA  - Vita di San Luigi Gonzaga della Compagnia di Gesù (1568 – 1591), scritta dal Padre Virgilio Cepari , Volume II, Bergamo 1727  /Meditazioni degli Angeli Santi e particolarmente degli Angeli custodi composta da S. Luigi Gonzaga -  , PAG. 158 

Degli Angeli in particolare.

  • [SU SAN MICHELE n.d.a. ] Ma dopo la contemplazione delle angeliche gerarchie, degna cosa è di considerare la gloria di quell'invitto capitano dei celesti eserciti S. Michele arcangelo, il quale per merito del suo grande zelo, e fedeltà fu da Dio costituito principe sopra lutti quegli Angeli , i quali per diversi ministeri si mandano al mondo. Fu anco il bellissimo Michele onorato con questo nome, che s'interpetra : Quis ut Deus ? perciocchè alzandosi quel superbo Lucifero per volersi far simile a Dio, questo valoroso Arcangelo, non potendo sopportare tanta ingiuria del suo Signore , acceso di ardentissimo zelo, esclamò dicendo: Quis ut Deus? Quis ut Deus ? cioè, chi è quegli tanto audace, e così potente, che possa assomigliarsi a Dio? come se dicesse : Non vi è in cielo, nè io tutto l'universo persona simile al nostro Dio. O fortissimo Michele , degno veramente di questo nome; benedetto sei tu fra tutti gli Angeli , e degno di ogni lode, e onore fra gli uomini, perchè fossi così fedele, e cosi zeloso della gloria del tuo Creatore. Questo glorioso Arcangelo fu da Dio non solo nella Chiesa trionfante , ma anco nella militante, dotato di molti privilegi. Perciocchè prima della legge antica fu fatto protettore, o custode della Sinagoga, e di poi nel nuovo Testamento, priocipe, e protettore della Chiesa di Dio. Questo è quel valoroso duce e capitano ( Apoc. 12. 7. et seq. ) il di cui grand'animo, e zelo seguitaudo tutto quello squadrone degli Angeli buoni, s'oppose all'audacia di quel velenoso dragone; spezzandogli la testa , ottenne la vittoria , e lo precipitò dal cielo insieme con tutti į suoi seguaci. Di più: in tutte l'occasioni, ogni volta che su bisogno porger alcun ajuto, e combattere per salute del popolo fedele, sempre vi fu presente l'invitto Michele. Questo nell'Egitto combattè per il popolo di Dio , liberandolo per mezzo di molti, segni e miracoli dalla servitù di Faraone. Questo fu quell'angelo, il quale in quella orribil notte per cosse, per divin comandamento tutti i primogeniti d'Egitto. Questo per ispazio di quarant'anni, andando avanti come capitano, e scorta dei figliuoli d' Israele, sommerse nel mar rosso l'esercito di Faraone, che li persegụitava, uccise, ed estirpò tante genti , ed eserciti che loro erano contrarj, e finalmente lo introdusse a salvamento in quella terra, la quale Iddio aveva lor promessa. Ancora dopo la morte di Mosè ( Deut. ult. v. g. Judax in sua canon, ) pretendendo l'astuto demonio dị fare con quel santo corpo idolatrare il popolo di Dio: questo forte Arcangelo zeloso dell'onor divino, o della salute di quelle anime, valorosamente se gli oppose, e ributtollo. Questo finalmente, quando il popolo d'Israéle fu condotto prigione in Babilonia, essendo già finito il tempo prescritto della sua cattività, andò a porgergli ajuto, o a rimuovere tutti gli impedimenti della sua liberazione. E sebbene in alcuni di questi luoghi, e azioni non è cosi espresso il nome di Michele, condimeno essendo egli costituito da Dio protettore , e custode di quel popolo, si può di certo credere , o che egli v'intervenisse in persona, ovvero altri Angeli per commissione del principe Michele. Di poi questo glorioso Arcangelo, oltre la protezione generale che tiene della Chiesa santissima, ha ancora partico, lare uffizio di ricevere tutte le anime dei giusti, le quali partendo da questo mondo , passano all'altra vita : di difenderle dall' insidie, e oppugnazioni dell' inimico, o di presentarle avanti al tribunale di Cristo , acciocchè ricevano quel premio che conforme ai meriti di ciascuno, sarà loro da Dio deputato. Di poi quando verrà il fine del mondo, comparirà similmente questo fortissimo Arcangelo, per combattere contro l'Anticristo, il quale con falsi miracoli si sforzerà di pervertire i fedeli per difendere la Chiesa di Dio da quella terribile per: secuzione. E dopo di aver ottenuta questa vittoria, e incatenato il principe delle tenebre del pozzo dell'abisso infernale, l'istesso Arcangelo suonerà quell'orribile tromba, al suono della quale tutti i morti risorgeranno, e si presenteranno dinanzi a quell'eterno Giudice, per sentire quella final sentenza, per la quale i giusti saranno premiati d'eterna gloria, e all'incontro in ajuto è come siccome ancora i peccatori condannati a perpetuo "supplizio. Allora non sarà piú tempo di misericordia, nè di grazia, ma solo di una rigorosa giustizia, e tutti per giusto giudizio di Dio saranno destinati a quel luogo, che ciascuno in questo mondo avrà meritato. D iovitto Principe, e custode fedelissimo della Chiesa di Dio, e dell'anime fedeli , il quale sempre con tanta carila, e zelo ti sei posto in tante battaglie, e imprese, non per acquistar a te stesso fama, e riputazione, come sogliono i capitani del mondo; ma per ingrandire, o conseryar quella gloria e onore, il quale tutti dobbiamo al nostro Dio; o insieme per desiderio della salute degli uomini; vieni, ti prego, in ajuto dell'anima mia, la quale di continuo , e con tanto pericolo è combattuta dalla carne, dal mondo, e dal demonio suoi Demici. E siccome tu fosti gaida pel deserto al popolo d'Israele, vogli essere ancora fedel duce, e scorta mia per il deserto di questo mondo, sino a condurmi sicuro a quella felice terra dei viventi, a quella beata patria dalla quale tutti peregriniarno. O aniina mia, quando verrà quell'ultima ora della tua gioroata; quando ti troverai in quel terribile, e pericoloso passo, dove sarai forzata di scioglierti da questo tuo tanto amato corpo, e passar nuda, e sola per quella strettissima porta dell'angustie della morte, e per tanti squadroni delle infernali potestà, tuoj capitalissimi nemici, i quali ti staranno intorno, a guisa di famelici' leoni, ruggendo, preparati per rapirti , e divorarti! Oh se in quel punto questo invitto Arcangelo, siccome si è mostrato sempre pronto in tutti i bisogui delle anime fedeli, si degoasse con quella sua onorata schiera di venir ancora in tuo ajuto, e combattere per te, e ricoprendoti con quel fortissimo scudo della sua protezione, farti passare sicuramente per mezzo dei tuoi nemici! Se ancora avanti il tribunale di quel santissimo Giudice pigliasse la tua protezione, rispondendo per te, impetrandoti coi suoi preghi il perdono dei tuoi peccati! E finalmente accogliendoti sotto il suo vittorioso stendardo , ti conducesse per offerirti in quella santa , e beata , luce ove egli, e tutti gli Angeli , ed eletti figliuoli della luce risplendono con eterno giubilo, è festa al loro Creatore! Oh che refrigerio sarebbe il tuo, e con quanta consolazione, e contento dal tuo cuore, da questo mondo ti partiresti!
  • [SU SAN GABRIELE n.d.a. ] Dopo il glorioso principe Michele , considera la dignità, e le eccellenti prorogative dell'arcangelo Gabriele, il quale, sebbene nelle Scritture è chiamato angelo, non è però da pensare che egli fosse uno di quelli dell'infimo ordine, i quali particolarmente si mandano per aIuto, e ministerio degli nomini, ma che fosse più che angelo, cioè arcangelo, e fra gli Arcangeli il primo, poichè, siccome il misterio che egli veppe ad annunziare, non fa, opera, e misterio comune, ma il più eccellente, e più degao che Iddio abbia giammai operato; cosi e da pensare che questo divino Messaggiero fosse uno dei più alti, e degni personaggi che in quella gerarchia risiedono. Questo è quel fedele amico del celeste Sposo, che fatto da lui consapevole del profondo secreto della sua Incarnazione, fu egli il primo , che lo manifestó al mondo ( Luc. 1. 26. ). E questo è quel grazioso Paraninfo, il quale fu inezgano tra l'altissimo Iddio, l'umil Verginella di Nazaret, tra il Verbo eterno e la nostra amana natura. Ora per meglio intendere la dignità di questo Arcangelo, considera in particolare gli ufbej che dal Signore gli furono commessi. E prima ( come alcuni Santi affermano ) si può piamente credere che egli fosse dato per particolar costode alla beata Vergine. E siccome non aveya Iddio altra pura creatura nė in cielo, nè in terra, che più amasse , nè che più degna fosse di Maria Vergine ; .cosi puoi pensare che, siccome i principi del mondo sogliopo dare le cose che più care lor sono, in custodia ai più favoriti con: I tigiani che essi abbiano, cosi in quella corte celeste doveva ļ essere il glorioso Gabriele uno dei più cari, e favoriti appresso il ! Re del cielo. Considera poi l'altro , afficio di questo beato Arcangelo, che fu di essere ambasciatore mandato dalla san! tissinna Trinità per un negozio così alto, e così importante, I come fu l'Incarnazione dell'anigenito Figliuol di Dio, per la redeazione, e salute di tutto il mondo. Onde molto bene gli convenge questo santo nome di Gabriele, nome veramente miste. i rioso, il quale si interpetra Virtus Dei, perciocche egli anóunciò Cristo al mondo, il qual insieme doveva essere Iddio, e Uomo. Di più, questo nome Gabriele più propriamente si interpetra Fortezza di Dio, e questo per parte dell'istessac opera , che egli annunciò al mondo, che fu quel fortissimo, e triplicato i funicolo, quella strettissima upione della diviņa båtara col un corpo, e anima Santissima di Cristo in una semplicissima # ipostasi , e persona dell'eterno Verbo , siccome è scritto; Funiculus triplex difficile rumpitur ( Eccl. 4. 12. ). Aocora si dice Fortezza di Dio, perciocchè colla sua ambasciata fu mezzo acciocchè a noi si comunicasse la divina fortezza, avendo Iddio insieme coll'amana nåturą presa la nostra debolezza. Onde gli uomini in virtù di questa fortezza divennero cosi ánimosi e forti, che hanno operate poi cose sopra ogni forza, e virtù umana. Angelo veramente forte, poichè non solo apportasti colla tua ambasciata agli uomini la divina fortezza, ma anco ci apportasti l'istesso Dio forte (Luc. 21. 22.) sopra ogni forte, il quale pigliando le spoglie, e scacciando dal mondo quel forte armato, il quale per tanti anni lo aveva tiranneggiato, ci libero dalla sua servitù, e ci restituì alla libertà dei figliuoli di Dio. 
  • [SU SAN  RAFFAELE n.d.a. ] «... Resta ora, dopo di aver considerato lo zelo, e i fatti illustri del principe Michele, e la fortezza misteriosa dell'arcangelo Gabriele, che consideriamo parimente l'officiosa carità dell'angelo Raffaele, il quale per essere, come egli stesso disse, (Tob. 12. 15) uno di quei sette Spiriti che sempre assistono alla presenza di Dio, è da credere che egli sia uno dei principali Angeli del paradiso. E conseguentemente considereremo i molti benefici che ciascuno riceve sì nell'anima, come nel corpo dal suo Angelo custode. Perciocchè questo glorioso Raffaele, sì per il nome che egli tiene, come per gli uffici di pietà, che egli usò verso il vecchio, e giovane (Tob. 6, et 21. ) Tobia, fu appunto un tipo, e una figura espressa di tutto quello che fanno verso di noi gli Angeli custodi. E prima, molto bene gli convenne il nome di Raffaele che si interpetra Medicina di Dio, per l'effetto che egli fece appunto di medicina tanto spirituale verso il giovane Tobia, come corporale verso il suo padre vecchio in restituirgli la vista. E che altro anco è 'ufficio che usa verso di te il tuo Angelo custode, se non di medico, e di medico non meno "corporale, che spirituale? come di sotto si dirà. Dunque per meglio intender questo, considera come tre sono gli stati della vita umana. Uno mentre l'uomo sta nel ventre della madre. Secondo, da che è nato insino alla sua morte, e al particolar giudizio dell'anima sua.  Terzo, nello stato che seguita dopo morte. Ora in ciascuno di questi stati, conforme a tutte le azioni dell'angelo Raffaele, contempla i particolari, uffici, che fa il tuo Angelo custode verso di te. E quanto al primo stato della vita, narra la Scrittura, che volendo il vecchio Tobia (Tob. 1. ) mandar il figliuolo in lungo viaggio , cercava compagnia sicura, colla quale lo potesse mandare. Allora, avanti che il buon giovane uscisse dalla casa, paterna, mandò Iddio il suo Angelo, il quale comparendogli in forma umana, se gli offerse per guida, e per compagno in tutta quella peregrinazione. O carità smisurata, e cura più che paterna del Creatore! il quale avanti o che tu uscissi dal ventre di tua madre, avanti tu avessi alcuna cognizione dei tuoi nemici, e dei pericoli che ti soprastavano, comandò Iddio ad uno di quei beati Spiriti, i quali sempre vedono, e godono la sua divina faccia, e a quello istesso che era stato primo custode della madre tua, acciocchè  egli pigliasse cura di te, cominciando in quel tenero stato, nel quale tu eri esposto a molti pericoli, a preservarti da quelli insieme colla madre, acciocchè non fosti impedito di poter pervenire sicuro alla grazia del Battesimo, ed essere scritto i nel numero dei figliuoli di Dio...»
  • [SU TUTTI E SETTE GLI ARCANGELI n.d.a.] COLLOQUIO. Pregherai Dio postro Signore, che siccome egli con si mirabil ordine compartì gli uffici, e i ministeri degli Angeli suoi in beneficio degli uomini, cosi ancora si degni di concederti, che da tutti quei beati Spiriti, i quali sempre assistono, e servono nel cielo a sua divina Maestà, sia di continuo la vita tua custodita, e difesa dai tuoi crudeli nemici. E siccome a quelli concedette così copioso dono di grazia; cosi voglia per le loro orazioni conceder ancora a te la grazia di poter imitare la loro umiltà , carità, e purità, acciocchè, menando quaggiù in terra una vitá' angelica , tu sia degno ancora lassù di esser falto simile agli stessi Angeli, e di goder insieme con loro la sua desiderata , e beatifica visione.