Don Andrea Vittorelli (1590 -1653)

Carmine Alvino

Don Andrea Vittorelli (Bassano del Grappa, 1590 ca.; † Roma, 1653) è stato un presbitero, scrittore e storico italiano. Secondo la Treccani, nacque a Bassano negli ultimi decenni del XVI secolo.  Fu canonico a Padova, per poi recarsi a Roma, dove nel 1604 pubblicò un primo lavoro di annotazioni all'opera del cardinale Francisco de Toledo Herrera sull'istruzione dei sacerdoti. Stimato negli ambienti della Santa Sede, rinunciò a cariche ecclesiastiche per dedicarsi interamente allo studio. Fu scrittore di molti saggi, di teologia, di morale, di regola pastorale, di storia ecclesiastica, ricchi di erudizione sacra e profana e disseminati di carmi latini non privi di grazia.  Nel 1616 pubblicò Le Gloriose memorie della Beatissima Vergine, opera che illustra la celebre cappella Borghese in santa Maria Maggiore. Nel 1625 diede alle stampe l'Istoria de' giubilei che gli guadagnò tanta fama. Un gruppo di uomini dotti, della Curia romana, lo volle a dirigere il rifacimento della grande opera del Ciaconio sulle vite dei pontefici e dei cardinali, alla quale aggiunse le biografie degli ultimi papi, da Clemente VIII a Urbano VIII.  Ritornò a Padova nel 1647 dove fu canonico penitenziere. Tornato a Roma nel 1650 vi morì nel 1653. Scrisse l’opera “Dei Ministeri et Operazioni Angeliche ", libri sei, Vicenza, presso Pietro Paolo Tozzi, 1611” dove si distende a parlare spesso dei Sette Angeli e soprattutto della Storia di Santa Maria degli Angeli alle Terme. Parla  dei Sette Arcangeli e della loro storia , soprattutto,  nel cap. 15, pag. 270, dal titolo: « Se gli altri quattro di questi Sette Prencipi habbino nomi», dove dice quanto segue, fornendoci importantissimi particolari anche relativi alla censura ecclesiastica che colpì la Chiesa delle Terme, e sull’esatta valenza del Sinodo Romano II, di cui non si è trovato l’originale, ma solo commenti disparati: « Nelle divine lettere non hanno nomi gli altri quattro Prencipi. In queste i soli nomi di Michele, Gabriello e Rafaele sono commemorati. Alcuni scrittori gli nominano con questi nomi e ordine: “Michael Gabriel  Raphael Vriel, Barachiel Salathiel Ieudiel”.  Così Alfonso Salmerone nel Tomo terzo. Pietro Galatino nella sua Esposizione sopra le Divine Rivelazioni di San Giovanni, non ancora stampata,  propone l’ordine alquanto diverso, , e dice,  che tali nomi furono da uno dei Sette Prencipi rivelati al B. Amadeo. Le parole di Galatino sono queste: “Quorum nomina sicut unus eorum  B. Amadeo rielavit, haec sunt, Michael Gabriel Raphael,  Uriel, Sealthiel,  Iehudiel Barachiel”  . E soggiunge…Michael Quis ut Deus,  Gabriel Fortitudo Dei, Raphael Medicina Dei, Uriel lux Dei, Sealthiel Petitio Dei, Iehudiel Laus e Confessio Dei,  Barachiel Denedictio Dei. Quos (sono parole di Galatino) & pictura antiqua, apud Panhormum, Siciliae Urbem, in sacello vetusto, diebus nostris, inventam iam quoad nomina, quam quorum  ad eorum officia, perpulchre ostendit”.  Sono così nominati nel libretto dei Sette Angeli stampato in Napoli  l’anno 1594  E prima in Venetia, per opera di Antonio Duca, di questi Sette Angioli molto divoto e in uno Hinno  inserto nel medesimo Libretto , che qui soggiungo: “Cunctus in coelo siluit senatus,  dum Draco bellum peteret superbus,  Quem recalcatum pedibus Michael fixit Averno. Te Paranymphum colimus Tonantis, Spiritus cuius resonat per orbem, Gabrile nostros animos Olimpi Numine reple. O salutaris Medicina Caeli, Sancte Raphael medicamen affert, Corpore aegrotis animisque caecis, Dirige gressus. Judicis partes Jeudielis atrae Sint procul nobis miseris, quousque Gratia summi Patris eluanter Crimina nostra. Noster Adiutor, faveas precamur. Noster adiutor  faveas praecamur Barachiel, cunctis: memor esto Ut Deo sanctos referas rogamus Impiger actus.  Sealtiel cunctus tibi debet orbis, Cuius orator Patris ante Thronum es Et tuis supplex famulis precaris Crimina tergi.  Uriel fortis socius honorum daemonum vires gladio retundit, Charitas cuius superat piorum, Vota precantur.  Numini Trino Deitatis alta Laus, honor, virtus, pariterque potestas Sit decus semper, benedictioque Omne per aevum. Amen”. Il P.  Maselli,  del medesimo tempio de’ Sette Angeli , nella Città di Palermo in Sicilia,  dice quello che il Salmerone e Galatino ,accennano dicendo.  In Palermo vi è un 'antichissimo Tempio a sette Angeli Prencipi consacrato; i nomi de quali sono questi, Michele, Gabriele, Rafaele, Vriele, lehudiele, Barachiele, Salathiele. Il Catalani nella Storia della Chieſa di S. Maria delli Angeli; ove, in più di un loco, sono i medesimi sette Spiriti Prencipi, con pitture rappresentati, ragionando delle imagini loro, ritrovate in Palermo, & dei nomi, scriue, che ogn'uno haveva il proprio attributo.  Et sono, Michael Victoriosus  , Gabriel Nuntius, Raphael Medicus , Vriel fortis focius, Jehudiel Remunerator, Sealtiel Orator, Barachiel Adiutor; & questi stessi sono nel picciolo libro delle oratio ni, & imagini dei sette Angeli, e in alcune pitture di loro vedute già in Roma da me 6 stampate anco con intaglio di rame.  Il nome Vriel si legge nel libro 4. di Esdra; ma questo libro non è canonico. Ammettono questo nome S. Ambrogio,lib.de fide, Santo Isidoro, 8 ,più novellamente, S.Bonanentura nel Centiloquio, con queste parole: “Item Vriel, qui interpretatur lucems Deo, fiue apparens Deo, vel ignis Dei, aut incendium Dei, quae duplex interpretatio innuit, quod per eius ministerium, illumiramur in veritate inflammamur in charitare”.  Lascio Beda, e Alberto il Grande, riferiti da me nel latino componimento De Custodia Angelorum. Nel Sepolcro di Maria moglie dell'Imperatore Honorio in una cassa d'Argento, tra le altre cose fu ritrovata una lama d'oro; nella quale, è lettere greche, erano scolpiti questi quattro nomi, Michele, Gabriello, Rafaele, Vriele. così scrive  Bartholomeo Marliano. Cosa poco differente di Hérico Augusto, marito di Cunegunda, narra Beato Rhenano; & Franceſco de Mairone commemora i medesimi quattro nomi. Nel Concilio Romano, al quale fu presente Zacharia Sommo Pontefice, e  lo sottoscrisse, tre soli nomi di Angeli sono ricevuti. Ascoltiamo le parole del Sacro Senato. Non plus, quam trium Angelorum nomina agnoscimus, Michael, Gabriel, Raphael. Segue questa graue autorità, e con riverenza, il Cardinale Baronio (Corifeo degl' Historici Ecclesiastici, degno figlio della nobile, e  per la propagatione del diuino servitio, vtilissima Congregatione dell'Oratorio di Roma, ornamento della sacra Porpora, degno di maggiori honori di bronzi, e di marmi), Nicolò Serario sopra Tobia; Monsignor il Vescovo di Ferrara, negli Avvertimenti, per la salute delle anime, io feci il medesimo, nell'allegato mio libro, e lo faccio di nuovo. Martino Delrio non è di alieno parere, se bene, dopò d'hauere riferite le parole del Concilio Romano, e , dette al tre cose, aggiunge quanto segue: “ Verus tamen ( ne quid dissimulem) me quoad, Urielis nomen,  stimulus torquet: nam Concilium  illud Romanum  inter concilia edita vel in Germania vel in Itala non reperio;  unde non nihil  nutat acutoritas illius Historia. Et Urielis nomen,  prater Aethiopos, etiam aliquando Romani,  in missalibus suis receperunt. Et dicunt aliquis a Zacharia solam decisionem  (nempe declarationem haereseos & Scriptorum combustionem) approbatam,  non vero eum  ad rationem  a Patribus illis allatam  respexisse: nam licet Conciliorum decisio defide sit, non tamen rationes pro decisione allata, ut constat”.  In sette colonne delle therme Diocletiane, (prima che fosero accommodate in tempio, con titolo di S. Maria delli Angeli) Antnio Duca, e Bartolomeo Saluzzo scrissero a lettere maggiori, con colore rosso, i sette nomi degli Angeli sopra posti; & : i nomi de sette Martiri principali nominati nella Historia di s. Saturnino (& sono Marcello Papa, Sisinnio, e Ciriaco Diaconi, Largo, e Smeragdo compagni loro, Saturnino di grave età, Thrasone ricco, che a martiri nella fabrica delle Therme, per ingiusto commandamento del nemici della Fede, occupati somministraua corporali sovvenimenti . Io l’ anno  1606,  hauendo letto l'Historia del Catalani, da lui prestatami, mirai le Colonne di questa Chiesa, & ritrovai scritti i nomi di tre soli Angeli dalle Divine lettere nominati, cò i nomi dei sette Martiri (voleva Antonio Duca, che Paolo III, ergesse quella mole in tempio, in honore dei sette Angeli dalle Divine Lettere nominati e  dei sette Martiri, (voleva Antonio Duca, che Paolo III ergesse quella mole in tempio, in honore dei Sette Angeli  e dei Sette Martiri)   dimandai al Catalani, perché non si vedessero iscritti li  nomi degli altri quattro Angeli, & egli mi rispose, che due letteratissimi & religiosissimi Cardinali; Bellarmino (se non m’inganna la memoria) & Baronio, havevano procurato, che fossero cancellati & forse, per il Concilio Romano.  Altri nomi di Angeli, si leggono nelli Oracoli Sibillini, appresso Cabalisti, appresso Tritemio, & altri, di che Serario diligentemente, seguendo il sentimento del Concilio Romano, e io alcuna cosa scrissi nel primo citato libro De Custodia Angelorum…”. Ciò posto, il Vittorelli, fa una rilfessione sul consesso unitariamente costituito di questi angeli e soggiunge quanto segue, al cap.17 , rubricato « Del numero settenario»:  « Perché sette sono i più volte commemorati Angeli Prencipi aspettarai, Lettore; ch’ io scriva alcuna cosa di questo misterioso numero ? S. Agostino mi ritiene la mano, con quello, che scrive nella Divina Città: ove anco afferma, tal' hora, con questo numero esser significato lo Spirito Santo fonte de sette maravigliosi doni: Contiene il Settennario numero due numeri; il ternario disuguale, il quatternario uguale ».