BEATA ANNA CATERINA EMMERICH (1774 -1824)

Studi, riceche e ipotesi

Avv. Carmine Alvino


Beata Anna Caterina Emmerich

(8 settembre 1774 a Flamske - 9 febbraio 1824 a Dolmen)

La beata nacque l’8 settembre 1774 da una famiglia di contadini e non potè frequentare regolarmente la scuola, dovendo lavorare nei campi e aiutare in casa. Sin dalla più tenera età ebbe un profondo desiderio di consacrarsi a Dio nella vita religiosa.

Come accadeva a quell’epoca, diverse congregazioni di suore la rifiutarono perché non aveva a disposizione la necessaria dote economica per entrare in monastero.

Solo nel 1802 venne finalmente accolta nel monastero delle Agostiniane di Agnetenberg presso Dulmen e l’anno seguente prese i voti religiosi.

Quando nel 1811, il monastero venne soppresso, la Emmerich fu accolta a Dolmen come domestica del sacerdote Lambert che era fuggito dai terrori della Francia rivoluzionaria. Dopo poco tempo, ella cominciò a sperimentare i dolori della Passione di Cristo e ricevette la stimmate. P

resto si diffuse la voce dei suoi doni soprannaturali: assenza di alimentazione, conoscenza dei cuori umani, riconoscimento delle reliquie dei santi, conoscenza delle erbe medicinali, dei misteri biblici della fede, partecipazione con lo spirito nell’aldilà, comunione con le povere anime del purgatorio e molte persone cominciarono a farle visita, ricevendone insegnamenti e gesti di benevolenza.

Dal 1819 fino al giorno del suo trapasso, nel 1824, le visioni della Emmerick furono dettate da lei stessa al poeta romantico Clemens Brentano, che poi si convertì sinceramente al Cattolicesimo, il quale annotò attentamente in sedicimila grandi fogli i suoi racconti biblici e le contemplazioni mistiche, paragonabili in qualche modo a quelle di Maria De Agreda (1602-1655) o della più recente Teresa Neumann (1898-1962).

Scorse in alcune estasi mistiche una rappresentazione simbolica che sembra descrivere l’azione dei Sette Arcangeli, e la loro divisione interna in due sottogruppi, di cui il primo è costituito da S. Michele, S. Gabriele e S: Raffaele, ed il secondo invece da 4 Arcangeli che lei chiama con il nome di Elohim “le potenze”, attribuendo nomi tuttavia diversi da quelli che siamo stati abituati a conoscere.

UN PESANTE SOSPETTO DI INTERPOLAZIONE , SVELATO DALLA VALTORTA

Non si nasconde tuttavia che,  sull’attendibilità delle Visioni della Beata,  pesò e forse pesa ancora lo spettro di una pesante interpolazione che probabilmente ha stravolto gran parte delle rivelzioni che il Signore le aveva concesso.  La problematica si mostra in tutta la sua gravità sol verificando la versione della Passione del Signore di Anna Caterina commentata dalla Veggente Maria Valtorta il 22.01.1949 la quale al termine dell’opera lascia questa drammatica testimonianza: “Alla fine della lettura mi dice G.C. “Vedi quale danno può fare alla rivelazione l’opera dell’uomo?  Anche se egli opera nell’intento di onorarmi di più, sciupa il dono di Dio. Ogni infedeltà , in cose di rivelazione, è rovina alle stesse, perché è ferita apportata alla verità che ne resta sconciata.  Per questo voglio che non sia mutata una stilladi quanto tu hai scritto. Tu fosti fedele nello scrivere. Siano fedeli gli altri nel lasciare intatti gli scritti tuoi. L’opera del Brentano sì che si stacca dai Vangeli, dalla verità. Solo nei punti presi tal come sono descritti dagli evangelisti è verità in questo libro. Il resto è magnifico quadro deturpato da un pessino ritoccatore”.  Ha ragione. Ho pinanto, leggendo , davanti a tanta rovina. E dico proprio “Ha ragione la Chiesa di voler essere meticolosa nell’esame di scritti rivelati. Dopo simili esempi!”. Gesù mi ha fatto scrivere di fianco ai punti veri ,molto rari ,”qui è vero”. Ma come sono pochi!. Il resto è tutta fantasia. Ah! Brentano che brutto servizio ha fatto alla Emmerich, e alle anime in genere!. Mi sono così nauseata che no, no e no, libri del genere non ne leggo più neanche se me ne portano a monti. Questo è stato il primo e resta anche l’ultimo. Che delusione”.


IL CARDINALE MARTINS SPIEGA LA NON AUTENTICITA' DEGLI SCRITTI DELLA EMMERICH, INGIGANTENDO IL SOSPETTO DI INTERPOLAZIONE

Il Cardinale, Saraiva Martins  prefetto della Congregazione delle cause dei santi, in un articolo pubblicato dall’Osservatore Romano del 7 ottobre 2004. ha dichiarato non autentici gli scritti attribuiti alla Emmerich, rilevando che: « La beata [Anna Katharina Emmerick, 1774-1824] ci ha lasciato di sicuro solo tre lettere. Gli altri scritti, che le vengono erroneamente attribuiti, hanno diversa origine: Le “visioni’” della Passione di Cristo furono annotate, rielaborate con grande libertà e senza alcun controllo, dallo scrittore tedesco Clemens Brentano (1778-1842) e vennero pubblicate nel 1833 con il titolo: L’acerba passione di nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. […] Pertanto, le opere in discussione non possono considerarsi né scritte né dettate dalla Emmerick e neppure autentiche trascrizioni delle sue affermazioni e delle sue narrazioni, ma un’opera letteraria del Brentano e con tali ampliamenti e manipolazioni che è impossibile stabilire quale sia il nucleo vero e proprio da potersi attribuire alla beata. Ne consegue che gli scritti in questione non sono lo specchio verace del pensiero e delle esperienze mistiche della monaca agostiniana. Le singole affermazioni, sia quelle che esprimono una sana religiosità, sia quelle che presentano stranezze e sentimenti antisemiti, sono scaturite dalla creatività e dalla fantasia artistica del Brentano».


Valutando tale affermazione della Valtorta con inquietante attenzione, l’ 11 settembre  1822 così la Veggente  Emmerich raccontava dei Sette Arcangeli :

“ mentre l’angelo annunciava queste cose, lo splendore intorno a lui crebbe e io vidi sei o sette grandi e luminose figure di angeli apparire davanti ai pastori, tenendo tra le mani una sorta di lungo foglio su cui era scritto a caratteri grandi come una mano “ sia gloria a dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà”

 

“… Librando nell’aria giungemmo più in alto, in un mondo maestoso e indescrivibilmente meraviglioso che aveva le sembianze di una cupola gigantesca: la base era come un piano blu circondato da un anello di luce sul quale ce n’erano ancora altri nove. Su ognuno di questi si erigeva un trono e differenti cori di Angeli. Da ogni trono si innalzavano archi pieni di colori, frutta, pietre preziose e tutti gli infiniti doni di Dio. Questi archi tendevano verso l’alto e si intrecciavano tra di loro formando così una cupola sulla quale, in cima a tutto, c’erano tre altri scanni, oppure troni di Angeli. Al centro si trovava quello dell’Arcangelo Michele. Quest’ultimo si librava nell’aria, e depose il tabernacolo della Chiesa sulla cupola.  I tre Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, si libravano intorno a tre dei nove archi. Nove cori angelici stavano sotto di loro. Quattro grandi Angeli alati e splendenti si muovevano in circolo intorno ai tre Arcangeli: Raphiel, Etophiel, Emmanuel e Salatiel. Essi sono gli Elohim, i curatori e gli elargitori delle abbondanti grazie di Dio che distribuiscono nella Chiesa nelle quattro direzioni di tutto il mondo ricevendo direttamente, queste Grazie di Dio, dai tre Arcangeli. I più spirituali, tra i tre Arcangeli, apparivano Raffaele e Gabriele, perchè vestiti interamente di bianco, mentre Michele aveva un elmo con una cresta sul capo. La parte superiore del corpo era avvolta da un’armatura e cinta da legacci, la sua veste scendeva fino alle ginocchia come un grembiule increspato. In una mano aveva una lunga bacchetta con una croce e, sotto, una bandierina con l’effige di un agnello, nell’altra mano portava invece una spada fiammeggiante. Ai suoi piedi c’erano anche legacci. Più in alto, sopra questa cupola, potei vedere la Santissima Trinità rappresentata da tre figure: il Padre, come un vecchio supremo sacerdote, il quale porgeva al Figlio, alla sua destra, la sfera del mondo; il Figlio aveva la croce nell’altra mano. Alla sinistra del Padre c’era una figura alata splendente di luce. Intorno a loro sedevano, in circolo, 24 anziani su scranni. I Cherubini e i Serafini stavano con molti altri intorno al trono di Dio in permanenti canti di lode. Al centro, elevata un pò più sopra Michele, si trovava Maria circondata da innumerevoli anime luminose di Angeli e Vergini. La grazia di Gesù passava, attraverso Maria, ai tre Arcangeli. Ognuno dei tre Arcangeli irradiava tre doni divini su tre dei nove Cori degli Angeli, e questi, a loro volta, agivano di nuovo su tutta la natura e la storia…”.