Ven. Eleonora Ramirez di Montalvo e i Sette Arcangeli (o Sette Spiriti Assistenti)

Carmine Alvino

Venerabile Eleonora Ramirez Montalvo (1602 –1659)

- Locuzione privata sui Sette Arcangeli

Religiosa spagnola, fondatrice delle Minime Ancelle della Santissima Trinità (Montalve) della Congregazione per l'educazione di ragazze nobili e del Conservatorio delle Signore Montalve , con sede a Villa La Quiete presso Firenze. Dopo essere rimasta vedova si dedicò all'ordine in seguito fondato per l'educazione delle fanciulle. Si trattava di un ordine laico, anche se seguiva spontaneamente voti di carattere religioso. Le suore dedite all'educazione delle giovani nobili assunsero il nome di Suore Montalve. Queste religiose insegnavano alle allieve materie culturali ed artistiche e impartivano norme di buona educazione per il comportamento nella società. Il nome del Conservatorio delle Montalve fu sinonimo di rigida e severa educazione.

Fu ricordata per un episodio devozionale davvero significativo, descritto nel Capitolo XVI della sua biografia, cioè quello di nominare sette pii uomini in adorazione continua del Santissimo Sacramento, sul modello proprio dei Sette Santi Divini Assistenti.  Ad Eleonora infatti, venne manifestato misticamente, che sarebbe stata cosa gratissima a Dio , che sette persone veramente devote, con ardentissimo amore e con reverenza umilissima divenissero assistenti in terra al Trono di Sua Divina Maestà in unione con i Sette Spiriti che la assistono in cielo. Credè ella al principio, come confessa in una sua lettera al Padre Fra Vincenzio Maria , Eremita dei Servi, nell'anno 1645, che allora dimorava in Isbruc, di dovere scegliere direttamente quelle sette persone , e perciò andava disponendo alcune delle sue fanciulle , che le parevan più atte per il raccoglimento interiore e l’unione con Dio per trovare il modo di meglio adempiere a tale compito; ma le fece intendere il Signore, che Egli Stesso voleva mostrarle chi si fosse compiaciuto di eleggere per questo santo e delicato esercizio.  Ecco come Elenora  spiega il sentimento comunicatole da Dio nella maniera che segue:  

“Gloria alla Santissima Trinità . “ Avendo udito , che nella sacra Scrittura si fa menzione di sette Spiriti , che assistono al trono dell’ altissima ed individua Trinità : e sentendomi mossa a particolare divozione verso di loro , specialmente dell’  Angelo santo Raffaele, che attestò esser uno di quelli: ho pensato , ammaestrata così dal Signore  che sarebbe onore e compiacimento della Divina Maestà Sua , che sette persone divote e spirituali , ad imitazione dei  sopraddetti Angeli, stessero sempre , per quanto è possibile, assìstenti alla Santissima Trinità , con  umiltà , amore e riverenza , pensando , parlando ed operando in quel modo , che stimeranno esser di sua maggior gloria , quieti e liberi di spirito , per potere eleggere e determinare con ogni purità , ponendo ogni studio e diligenza per intendere ed eseguire la sua volontà santissima nell’ unione di quelli ardentissimi affetti , fedelissimi servi , e purissime laudi, che gli danno i sette assistenti in cielo : e perciò col favore della divina grazia , per adempire il suo beneplacito,  fatto il segno della santa croce , nel nome santissimo di Gesù , e confidata nella virtù del suo preziosissimo Sangue , invocando l’ aiuto della santissima Vergine Maria, ed imitando le sue, virtù, nel modo possibile , sotto il patrocinio della sua protezione , e de' santi Angeli custodi, de' particolari avvocati, e di tutti gli Angeli e Santi, specialmente de' sette soprannominati santissimi Spiriti ho risoluto procurare , che si ponga ad effetto la sopraddetta assistenza , partecipando questo lume col mio Padre spirituale per avere la sua approvazione , se giudicherà che sia così volontà di Dio , e con altre persone divote mie confidenti , fino al numero di sette , per l’ imitazione sopraddetta , e per dimostrare la spirituale unione , in segno di fedeltà , si sottoscriveranno in questa carta: e posto caso , che alcuno non perseverasse nell’ incominciata assistenza , cancellando il nome di quello , si porrà un altro in suo luogo: ed ho stimato , che sia bene porre qui sette regole date dalla Santissima Trinità ad una sua Ancilla , ed altri sette avvisi , dati alla medesima dall’ Angelo suo custode .  Disse Iddio a N. sua eletta:  Non cercare per te alcuna cosa : contentati del mio volere: e fa' l’ opere tue nel mio divino cospetto . Un' altra volta le disse: Offerisciti a me in olocausto perfetto di mente e di corpo: e perciò  replica spesso, con umiltà e reverenda que pie parole: “Signore io mi dono a voi , fate in me la vostra santissima volontà, ed io opererò in te il mìa beneplacito”.  Un altra volta soggiunse: io penso pensieri di pace, parlo parole di vita , e so opere di fuoco: fa tu il simile , ed io farò la tua sortela . E in altro tempo pregando instantemente ella il santo Angelo suo custode , che le impetrasse colle sue orazioni la continua presenza di sua divina maestà, con ardentissimo affetto nell’ unione dei sette Spiriti assistenti  e desiderando sapere in che modo potevano disporsi i servi di Dio per riceverla, le rispose, che la disposizione necessaria per questo grandissimo dono, era l’ acquisto di sette vittorie , cioè  vincere il sonno, la gola, l’ impazienza , la compiacenza , la curiosità, la negligenza , e la propria volontà : soggiungendo  in questa maniera si dee preparare chi desidera assistere sempre con ardore nel cospetto dell altissima ed individua Trinità” e replicando ella : “Quel sempre mi pare impossibile”  rispose l’ Angelo: “Così è , ed intendo dire nel modo , che si concede a voi mortali sempre, cioè , che volontariamente giammai ti distragga o rallenti dal fervore della divina contemplazionee della custodia del cuore , sempre orando e vigilando , come fedelissima Ancilla . Da questo si può conoscere quanto pure e immacolate nell’ anima e nel corpo debbano essere quelle persone, che saranno elette da Dio a questa assistenza , e fare nel modo, che è possìbile quaggiù in terra , quel che fanno que sette purissimi Spiriti in cielo: e quanto gli sia necessari  supplicare il nostro amantissimo Signore Gesù, che dia a loro la veste nuziale de meriti della sua santissima passione, acciò possano, perseverare in questo così nobile uffiçio, al quale sono stati invitati dalla sua infinita bontà , a cui sia, laude , onore e gloria in perpetuo”. Sotto tali regole voleva Leonora , che si sottoscrivessero gli eletti dal Signore per quell' altissimo ministero; come chiara riprova di ciò somministra uno sbozzo di lettera scritta da lei al Padre Fra Vincenzio Maria Mellini, Eremita de' Servi , in quel tempo Priore in San. Giuseppe di Ispruc.

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