I 7 ARCANGELI E LE VARIANTI DEI CODICI GRECI

I 7 ARCANGELO O SPIRITI NEL TESTO SACRO
Dei sette arcangeli, vi sono tracce plurimamente stratificate, sia nel Vecchio che nel Nuovo Testamento. Questo è un dato di fatto ineliminabile, che solo un tentativo deviazionista di stampo esegetico, consapevole di operare nel campo del meta-scritturistico, può stravolgere. Benchè alcuni Santi della Chiesa, aderendo all'impostazione pseudo - dionisiano / tomistica, abbiano optato per il carattere allegorico di simili affermazioni, il presente autore invece propone, dal punto di vista arcangelologico, una interpretazione più semplicemente reale e non allegorica di questi passi. A ciascuno la libertà di aderire o meno a tale impostazione
LIBRO DI TOBIA E VERSIONI GRECHE A CONFRONTO
TOBIA 12,15 «Io sono Raffaele, uno dei sette angeli che sono al servizio di Dio e hanno accesso alla maestà del Signore»
[n.d.a. La Bibbia, Nuova Edizione San Paolo sulla scorta dei codici Vaticano, Alessandrino e Sinaitico e non sulla Versione di San Girolamo]
TUTTE LE VERSIONI DEL PASSO - in ebraico e aramaico manca proprio il riferimeno a Tobia 12,15:
- TESTO CEI 2008 - «Io sono Raffaele, uno dei sette angeli che sono sempre innanzi alla presenza della maestà del Signore».
- VOLGATA LATINA - «Io sono l’Angelo Raffaele, uno dei sette che assistiamo innanzi a Dio» [ Atque ego sum Raphael unus ex septem angelis qui stant et ministrant coram deo.].
- 1A VARIANTE GRECA–CODICE ALESSANDRINO / VATICANO (detto: GI) - «Io sono Raffaele, uno dei sette santi angeli, che portano lassù (o presentano) le preghiere dei santi e sono ammessi davanti alla gloria del Santo» [ἐγώ εἰμι Ραφαηλ εἷς ἐκ τῶν ἑπτὰ ἁγίων ἀγγέλων οἳ προσαναφέρουσιν τὰς προσευχὰς τῶν ἁγίων καὶ εἰσπορεύονται ἐνώπιον τῆς δόξης τοῦ ἁγίου].
- 2A VARIANTE GRECA / CODICE SINAITICO (detto: א[1] o GII) - «Io sono Raffaele, uno dei sette angeli che stanno al servizio di Dio e che hanno accesso al Signore glorioso» [ἐγώ εἰμι Ραφαηλ εἷς τῶν ἑπτὰ ἀγγέλων οἳ παρεστήκασιν καὶ εἰσπορεύονται ἐνώπιον τῆς δόξης κυρίου ] .
- 3° VARIANTE GRECA / detta GiIII o terzo codice greco che si riferisce al c.d. manoscritto di Ferrara forma testuale che non segue il codice G1 di Tobia dal capitolo 6,8 al capitolo 13,8 - «Io sono Raffaele, uno di quelli che fanno assistenza davanti al Trono di Dio» [ἐγώ εἰμι Ραφαηλ εἷς τῶν παρεστὼτὼν ἐνώπιον τοῦ θεῶν]
- VETUS LATINA – «Io infatti sono Raffaele, uno dei Sette Angeli Santi che assistiamo e stiamo innanzi al volto dello splendore divino» [ Ego sum raphael angelus unus ex septem angelis qui assistimus et conuersamur ante faciem claritatis dei].
- VARIANTE DI SAN CIPRIANO (LIB. DE MORTALITATE)– «Io sono Raffaele, uno dei Sette Angeli Santi, che assistiamo e stiamo innanzi (o conversiamo) allo splendore del Signore» [Ego enim sum Raphael, unus ex septem Angelis sanctis, qui assistimus & conversamur ante claritatem Domini ].
- 2a VARIANTE SAN CIPRIANO (DE ORATIONE DOMINICA) - « o sono Raffaele, uno dei Sette Angeli Giusti, che assistiamo e stiamo innanzi (o conversiamo) allo splendore del Signore» [ « Ego enim sum Raphael , unus ex septem angeli justis qui assistimus et conversamur ancte claritatem Dei ». ].
- BIBBIA DI RE GIACOMO. - «Io sono Raffaele uno dei Sette Santi Angeli, che presentano le preghiere dei Santi e che entrano ed escono davanti alla gloria del Santo» [ I am Raphael, one of the seven holy angels, which present the prayers of the saints, and which go in and out before the glory of the Holy One.].
- SEBASTIAN MUNSTER (HM) - «Perché, io sono l’Angelo Raffaele, uno dei Principi che servono innanzi al Trono di Sua Maestà».
- PAOLO FAGIO - «Ebbene, io sono Raffaele, uno dei sette Angeli che stanno ritti in piedi e servono innanzi a Dio» .
Otteniamo che il testo, una volta ricostruito sarebbe dovuto essere il seguente:
« io sono Raffaele, uno dei sette angeli santi, che stanno al servizio di Dio (GII o א ), assistono davanti al Suo Trono (GIII ): offrono le preghiere dei santi (GI), e sono ammessi davanti alla gloria del Santo (GI) ».
TOBIA 3,16 - SENSIBILI VARIAZIONI A CONFRONTO
- TOBIA 3,16 - eccellenza di Raffaele, nella versione del Codice G1 (Alessandrino / Vaticano).
- TOBIA 3,16 - καὶ εἰσηκούσθη ἡ προσευχὴ ἀμφοτέρων ἐνώπιον τῆς δόξης τοῦ μεγάλου Ραφαηλ {e la preghiera di entrambi fu accolta davanti alla gloria del grande Raffaele};
L’aggettivo μεγάλος (megálos) deriva dalla medesima parola μέγας (mégas) utilizzata da Teodozione e dai LXX per descrivere l’eccellenza di San Michele in Dn 12,1 e significa grande – eccellente, massimo.
Nella clausola di Tob 3,16 i testimoni greci del testo (G I e G II) propongono due lezioni molto diverse. Più che legittimo, perciò, interrogarsi se tale divergenza dipenda dal fatto che ciascuna di esse supponga un archetipo semitico diverso rispetto a quello dell’altra, o se essa sia nata da una svista o da una libera interpretazione del traduttore greco. Purtroppo in questo caso i testi qumranici non sono d’aiuto, dato che il passo non è attestato in nessun frammento dei cinque manoscritti (come sa, quattro scritti in aramaico e uno in ebraico). (Cf. J.A. Fitzmyer, "Tobit," In M. Broshi et al. (eds.), Qumran Cave 4, XIV: Parabiblical Texts, Part 2 (DJD 19), Oxford: Clarendon Press, 1995, pp. 13-14; K. Beyer, ATTM. Ergänzungsband, Göttingen: Vandenhoeck & Ruprecht 1994, p. 137; F. Garcia Martinez - E.J.C. Tigchelaar (eds.), The Dead Sea Scrolls Study Edition, I, Leiden: Brill, 1997, pp. 384-385; 396-397). Il problema esegetico viene quindi circoscritto alle recensioni greche, in particolare consiste nel valutare se sia più attendibile la lezione del G I (che si basa sul Codex Vaticanus e sull’Alexandrinus), cioè τοῦ μεγάλου Ραφαηλ, “del grande Rafael”, o quella del G II (fondato sul Codex Sinaiticus e sulla Vetus Latina), cioè τοῦ θεοῦ,“di Dio” (Cf. R. Hanhart, Tobit (Septuaginta. ), Göttingen: Vandenhoeck & Ruprecht 1983, p. 85a.b). Bisogna quindi interrogare gli apparati critici, dove si annotano (ibid., p. 85b, n. al v. 16) anche le varianti del testo riportate da alcune forme della VL, cioè summi dei (ripresa anche nella Vulgata) e domini, che sono quindi a sostegno della lezione del G II. Del resto, come sa, attualmente la critica propende in gran parte in favore della prossimità del G II all’originale semitico, piuttosto che del G I (più accreditato in passato, per la verità) [delucidazione offerta dall'esimio prof. Giancarlo Toloni].
LIBRO DI DANIELE - VERSIONI A CONFRONTO
Il libro di DANIELE, fa menzione di Primi Principi innanzi a Dio, ma le due versioni pervenute: i LXX e Teodozione, in alcuni punti cambiano gli appellativi.La versione greca dei LXX, che differisce notevolmente dal testo ebraico attuale (Testo Masoretico), la quale rispecchia una tradizione testuale diversa[1]. La versione greca di Teodozione (traduttore vissuto verso il 170) che segue il Testo Masoretico attuale, ma in una forma ancora migliore
DANIELE 10,13 versione LXX e Teodozione coincidono : «però Michele, uno dei primi prìncipi».
- ecce Michaël, unus de principibus primis,
- καὶ ἰδοὺ Μιχαηλ εἷς τῶν ἀρχόντων τῶν πρώτων
- mîḵā’ēl ’aḥaḏ haśśārîm hāri’šōnîm (Tanakh)
DANIELE 12,1 versione dei LXX e Teodizione non coincidono : « Or in quel tempo sorgerà Michele, il gran principe»
- in tempore autem illo consurget Michaël princeps magnus
- καὶ κατὰ τὴν ὥραν ἐκείνην παρελεύσεται Μιχαηλ ὁ ἄγγελος ὁ μέγας (LXX)
- καὶ ἐν τῷ καιρῷ ἐκείνῳ ἀναστήσεται Μιχαηλ ὁ ἄρχων ὁ μέγας (Teod.)
- mîḵā’ēl haśśar hagāḏwōl (Tanakh)
in allestimento
IL LIBRO DI ZACCARIA - Il libro di Zaccaria è stato pesantemente interpolato nel passaggio dall'ebraico all'italiano attraverso greco e latino.
ZACCARIA 3,9 : «Ecco la pietra che io pongo davanti a Giosuè: sette occhi sono su quest'unica pietra»
super lapidem unum septem oculi sunt
τὸν ἕνα ἑπτὰ ὀφθαλμοί
ḥaṯ šiḇə‘â ‘ênāyim
ZACCARIA 4,2 : «Vedo un candelabro tutto d'oro; in cima ha un recipiente con sette lucerne e sette beccucci per le lucerne...»
et septem lucernæ ejus super illud, et septem infusoria lucernis quæ erant super caput ejus
καὶ ἑπτὰ λύχνοι ἐπάνω αὐτῆς καὶ ἑπτὰ ἐπαρυστρίδες τοῖς λύχνοις τοῖς ἐπάνω αὐτῆς
wəšiḇə‘â nērōṯeyhā ‘āleyhā šiḇə‘â wəšiḇə‘â mûṣāqwōṯ lannērwōṯ ’ăšer ‘al-rō’šāh:
ZACCARIA 4,10: «Le sette lucerne rappresentano gli occhi del Signore che scrutano tutta la terra».
APOCALISSE - Giovanni presenta i Sette Arcangeli più e più volte sia come accompagnatori dello stesso Apostolo, sia come fiamme che si poggiano sul candeliere, sia come sacerdoti di Dio, che con la locuzione "sette spiriti" e "sette Angeli", o meglio ancora "i Sette Angeli".
APOCALISSE 1,4 «Grazia a voi e pace da Colui che è, che era e che viene, e dai sette Spiriti che son davanti al suo trono»
et a septem spiritibus qui in conspectu throni ejus sunt
καὶ ἀπὸ τῶν ἑπτὰ πνευμάτων ἃ ἐνώπιον τοῦ θρόνου αὐτοῦ
APOCALISSE 4,5 «sette lampade accese ardevano davanti al trono, simbolo dei sette spiriti di Dio».
APOCALISSE 8,2: «Vidi i sette angeli che stanno ritti davanti a Dio» .
καὶ εἶδον τοὺς ἑπτὰ ἀγγέλους οἳ ἐνώπιον τοῦ θεοῦ ἑστήκασιν,
Et vidi septem angelos stantes in conspectu Dei
APOCALISSE 5,6 «Poi vidi ritto in mezzo al trono ... un Agnello, come immolato. Egli aveva sette corna e sette occhi, simbolo dei sette spiriti di Dio mandati su tutta la terra»
APOCALISSE 12,7-9 : « Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele ( c.f.r. Dn 12,1 ὁ ἄρχων ὁ μέγας ) e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo. Il grande drago (c.f.r. Dn 12,1 ὁ δράκων ὁ μέγας) , il serpente antico (c.f.r. Dn 10,13 ὁ ὄφις ὁ ἀρχαῖος), colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli».
LUCA - L'evangelista , ci descrive Gabriele come uno dei parastekoi, gli assistenti di Dio, sul modello di Tobia, di Apocalisse e Daniele
LUCA 1,19 : «Io sono Gabriele che sto al cospetto di Dio»
ἐγώ εἰμι γαβριὴλ ὁ παρεστηκὼς ἐνώπιον τοῦ θεοῦ
Ego sum Gabriel, qui asto ante Deum